[PS] L'icona rappresenta il Cristo Pantocratore (dal greco pantocrator, "sovrano di tutte le cose" o colui che tutto regge). Latteggiamento è maestoso e severo, ma lo sguardo fa trasparire dolcezza e compassione la quale, a partire dallepoca di Rublev, non manca mai nelle icone del Pantocratore. La mano destra è atteggiata in modo da indicare con le tre dita unite l'unità e trinità di Dio, e con le altre dita, leggermente arcuate, la duplice natura umana e divina del Cristo. Si tratta di un gesto regale, compiuto da colui che con autorità indice silenzio, perché solo lui, il Maestro, parla. E lo fa proclamando se stesso come luce del mondo nel suo Vangelo aperto proprio sul brano in latino "Io sono la luce del mondo: chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. Il Cristo Pantocratore veste un chiton (tunica) color rosso porpora e un imation (mantello) verde. Il linguaggio dei colori nell'arte iconica è funzionale al discorso teologico: il rosso e l'oro sono simboli della divinità; l'azzurro e/o il verde sono il simbolo della umanità. La tunica rossa del Cristo, con lumeggiature d'oro, indica che egli è Dio sempre; ma il mantello verde, ci dice anche che si è fatto uomo come noi nascendo da una donna. TECNICA DI REALIZZAZIONE L'icona è stata realizzata dipingendo su di una tavola di legno di abete o tiglio, assemblando delle assicelle per evitare deformazioni della tavola stessa; ad essa è stata incollata con colla di caseina, una tela di bisso di puro lino candido senza nodi, lasciata precedentemente in acqua fredda per togliere l'appretto e immersa in acqua bollente affinché non restringa al momento della stesura dei successivi strati di imprimitura. Dopo due giorni, una volta asciutta la tavola, e tagliati i sopravanzi di lino dal bordo della stessa, sono state date quattro mani progressivamente più dense di colla di caseina mischiata a polvere di alabastri di Volterra fresco. La tavola è stata poi lisciata con carta abrasiva finissima, lavata e lasciata ad asciugare. Sono stati quindi incisi i contorni sulle parti da dorare ed è stata data con pennello un'emulsione di chiara d'uovo montata a neve e acqua in parti uguali; asciugatasi questa emulsione, sopra, sono stati dati quattro strati di bolo armeno; questa terra rossa argillosa è stata miscelata con emulsione di chiara d'uovo e acqua, asciutti questi strati il bolo viene levigato e brunito con pietra d'agata, si passa quindi un nuovo strato di emulsione di chiara d'uovo e, a questo punto, si può applicare la foglia d'oro. La pittura viene eseguita utilizzando la tecnica chiamata a "schiarimenti progressivi", per ogni colore viene data una mano di colore più scuro su tutta la superficie, poi schiarito progressivamente. Gli strati sono quattro per colore, ma possono esserci numerose, anche sette, velature intermedie. Tutti i pigmenti sono colori naturali (lapislazzulo, terra verde calda, malachite, nero avorio, etc.) tutti i colori sono stati pestati sulla lastra di vetro prima di essere usati e, sono stati temperati con emulsione di tuorlo d'uovo e acqua.