«…gioventù piena di grazia, di vigore e di fascino, lo sai che la Vecchiaia può succedere a te con eguale grazia, vigore e fascino?»
Walt Whitman
Terra sconosciuta in cui ci inoltriamo lentamente, paese aspro da attraversare e da conquistare, la vecchiaia ha le sue grandi ombre, le sue insidie e le sue fragilità, ma non va separata dalla vita: fa parte del cammino dell’esistenza e ha le sue chances. È il tempo di piantare alberi per chi verrà. Vecchiaia è arte del vivere, che possiamo in larga parte costruire, a partire dalla nostra consapevolezza, dalle nostre scelte, dalla qualità della convivenza che coltiviamo insieme agli altri, mai senza gli altri, giorno dopo giorno. È un prepararsi a lasciare la presa, ad accettare l’incompiuto, ad allentare il controllo sul mondo e sulle cose. Nell’inesorabile faccia a faccia con il corpo che progressivamente ci tradisce, Enzo Bianchi invita tutti noi ad accogliere questo tempo della vita pieno, senza nulla concedere a una malinconica nostalgia del futuro, ma anzi trovando qui l’occasione preziosa di un generoso atto di fiducia verso le nuove generazioni.
Enzo Bianchi ha fondato la Comunità Monastica di Bose di cui è stato Priore fino al 2017. È autore di testi sulla spiritualità cristiana e sul dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo. Collabora a «La Stampa», «Avvenire», «Repubblica». Tra i suoi numerosi saggi segnaliamo «Dono e perdono» (2014), «Spezzare il pane» (2015), «Gesù e le donne» (2016), tutti pubblicati da Einaudi; per Rizzoli «Raccontare l’amore» (2015) e, per il Mulino, «Ama il prossimo tuo» (con M. Cacciari, 2011).
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paolo campogalliani il 8 maggio 2018 alle 23:18 ha scritto:
Non ho ancore letto il libro del monaco, dei suoi scritti ho letto abbastanza e lo seguo anche su Tuttolibri e twitter.
Quanto scrivo non è una recensione ovviamente, non avendo letto il libro, tuttavia sento vivo il desiderio di esprimere un disagio profondo, e non perché non mi trovi d'accordo con quanto si evince dalla presentazione.
Disagio perché lo trovo rivolto a un ceto di persone limitato e privilegiato, persone che invecchiando non incontrano i problemi di chi conduce una vita con aspetti di grande povertà. Povertà diverse. abbandono, assenza di affetti, gravi malattie, indigenza, ignoranza, fragilità psichiche, assenza di fede eccetera.
E' questo che non mi torna proprio.
Dott. Dott. Umberto Salinaro il 25 ottobre 2018 alle 06:57 ha scritto:
Enzo Bianchi ha la grande capacità di far aumentare la fede mediante la sua esperienza di vita e, soprattutto, le sue esperienze che derivano dalla cultura contadina dell'astigiano, dura ed al contatto con la natura. Un'ottima lettura anche per i giovani in quanto li aiuta a comprendere meglio le generazioni precedenti.
Laura Luglio il 1 dicembre 2018 alle 20:58 ha scritto:
Ottima lettura per chi è già oltre i 60 anni. Con semplicità e concretezza Enzo Bianchi descrive le sue difficoltà che ho trovato simile alle mie. La fede lo porta ad essere sereno e abbastanza appagato della sua vita. Lo consiglio vivamente.