Per me il vivere è Cristo

Con questa pubblicazione ci viene offerta la predicazione proposta dall’A. ai presbiteri di Roma e ai Vescovi del Piemonte nel corso di esercizi spirituali nell’anno paolino 2008-09, bimillenario della nascita dell’Apostolo (cf p.7). La predicazione si articola in nove momenti, nei quali l’attenzione si concentra sulla statura spirituale e missionaria di san Paolo e diventa stimolo per una rinnovata prassi pastorale non solo per gli immediati destinatari, ma anche per chi, come credente, in particolare se consacrato, è aperto alla donazione di sé per l’avvento del Regno di Dio nel mondo. L’itinerario spirituale inizia con la considerazione delle caratteristiche dell’identità che l’apostolo Paolo si attribuisce e pertanto quelle di essersi fatto apostolo, schiavo e prigioniero di Cristo. Per questo egli può dichiarare che il Vangelo che predica non è un messaggio di sua fattura, ma proposta dell’opera di salvezza di Cristo.

Di qui l’incoraggiamento ad accogliere l’Amore, che è sì quello di Cristo, ma anzitutto quello di Dio Padre, origine e fonte di gratuita predestinazione per il genere umano. Si fa inoltre riflettere sul fatto che si tratta di un dono di amore che è di vitale necessità e utilità per l’esistenza terrena di ogni persona e nello stesso tempo realtà o specchio di confronto per chi si lascia amare da Dio e ne intende diventare mediazione per il prossimo. Conseguentemente l’attenzione è posta sulla considerazione della realtà ed esperienza ecclesiale, che si delinea come esperienza di Cristo nella sua interezza di Capo e di membra. Un’esperienza che vive e si innesta nell’Eucaristia, memoriale di Cristo ma anche coinvolgimento, fondato sulla sua presenza, della donazione di ogni credente e in particolare del presbitero. Questi, di fronte a tale altezza e spessore di impegno, non sfugge all’interrogativo che anche Paolo pone a se stesso nei confronti della sua dignità e missione.

Per questo non vengono taciute le possibili fatiche e difficoltà da superare con l’aiuto che solo dall’Alto può venire lungo il cammino di chi è chiamato a farsi capace di accoglienza, di riconciliazione e di perseverante amore “paterno e materno” per promuovere la generazione in Cristo. In ultima analisi, quella dell’evangelizzatore, specie del presbitero, è una vita di “mimesi” di quella di Cristo, come dice l’A. del libro. Una “mimesi” che comporta uno spendersi generoso e gratuito perché altri vivano accettando il cammino di salvezza proposto dal Vangelo. Abbiamo così un libro che può far riflettere su chi sia e su chi è chiamato ad essere il presbitero insieme a coloro che, nella Chiesa, vogliono farsi feconda mediazione di salvezza.

Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 3/2009
(http://www.pfse-auxilium.org)