Il testo raccoglie una sessantina di brani di Chuang Tzu. La sua opera in trentatré capitoli ha lo stesso nome. I brevi passi sono racconti, aneddoti, dialoghi, piccoli insegnamenti ricchi di arguzia, di paradosso, di provocazione e in quanto tali sono capaci di penetrare la realtà più profonda dell'essere. I brani non sono una semplice traduzione o una fedele riproduzione dei testi cinesi (Merton non aveva una conoscenza approfondita della lingua e della scrittura cinese, e si servì anche di traduzioni occidentali), ma costituiscono una «rilettura interpretativa», come li definisce Merton, dopo cinque anni di studio, annotazioni e meditazioni. Inoltre Merton ha scritto un breve Avviso ai lettori in cui spiega il suo interesse per Chuang Tzu e una più ampia Introduzione sul significato del taoismo nel mondo occidentale e del pensiero di Chuang Tzu.
PREFAZIONE
La luce della lanterna silenziosa
Narra un'antica storia cinese che un giorno il sole si frantumò in innumerevoli pezzi, lasciando il mondo nelle tenebre e nella desolazione. Un monaco, con inesauribile pazienza, si mise in cerca delle flebili luci di quei frammenti per anni e anni, fino a ricomporre il sole perduto. È la stessa ricerca interiore che ciascuno di noi compie fra le ombre della propria esistenza.
Uno di quei frammenti di luce è il libro nato dalle meditazioni e dallo studio di Thomas Merton sul Chuang Tzu, importante testo del pensiero cinese e della tradizione taoista. Lo si potrebbe definire un incontro spirituale tra Asia e Occidente attraverso i secoli ed è significativo ripubblicarlo, a cinquant'anni dalla sua prima edizione e nel centenario della nascita del suo autore, per riscoprire una delle grandi personalità spirituali della nostra epoca. In una Lettera sulla vita contemplativa del 1967, Merton si descrive come un esploratore, cerca, dell'inquietudine è il più adatto a descrivere questa figura unica ed eclettica. Monaco trappista, scrittore,poeta, pioniere del dialogo interreligioso, pacifista: Merton sembra inesauribile e inafferrabile, come testimonia la sua enorme produzione letteraria. Ma dove tendeva il suo itinerario?
« Il nostro vero viaggio è un viaggio interiore: è un impegno di crescita, di approfondimento, e un abbandonarci sempre più all'azione creativa dell'amore e della grazia nei nostri cuori ». Sono parole rivolte agli amici nel settembre 1968, alla vigilia di un viaggio in Asia, dopo ventisette anni trascorsi nell'Abbazia di Gethsemani (Kentucky). Sarebbe morto incidentalmente nel mese di dicembre a Bangkok. La sua vocazione monastica era maturata dopo una giovinezza non facile che si era dipanata tra Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Merton era un uomo di grandi qualità intellettuali e artistiche, ma anche tormentato per le sue tragedie personali (la morte dei genitori e del fratello) e per i suoi errori. Cercava Dio e in Dio la pace, la verità, l'autenticità di sé e dell'esistenza.
In monastero la sua esplorazione spirituale, tensione verso l'essenzialità, non s'interruppe: praticò l'esperienza eremitica e si accostò ad altre tradizioni, intessendo relazioni con studiosi e uomini di fede.
La ricerca di Merton non era individualistica; nella solitudine e nella contemplazione sperimentò un'unione con i suoi contemporanei che lo coinvolse in questioni come il disarmo nucleare e il movimento per i diritti civili. La scrittura era il modo di rendere altri partecipi delle sue scoperte.
E di questa ricerca condivisa fa parte il lavoro sul Chuang Tzu, intrapreso tra il 1961 e il 1965, che è parziale, imperfetto, eppure affascinante e prezioso. Il libro è composto da parabole, favole, dialoghi o singoli insegnamenti estratti dai testi originali, i quali sono molto più lunghi, per sintetizzarne il pensiero. Per esempio il primo, « L'albero inutile », traduce circa sette righe sulle cinquanta che compongono il capitolo iniziale. I titoli sono di Merton che li ha ricavati da frasi o metafore.