Citazione spirituale

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Bracciale decina cuoricini rosa
Articolo Religioso

Arianna Crosio il 7 settembre 2013 alle 16:08 ha scritto:

Bracciale molto grazioso ( la croce è molto curata ).
Perfetto come regalino per la Prima Comunione di una bambina: meno impegnativo di un rosario ma altrettanto utile.

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Arianna Crosio il 7 settembre 2013 alle 16:03 ha scritto:

Bracciale molto carino ( la croce è deliziosa) ed elegante.
Si può tranquillamente indossare tutti i giorni per aiutarsi in ogni momento nella recita del Santo Rosario (come faccio io) .

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Braccialetto della fede con Angelo di Dio
Articolo Religioso

Arianna Crosio il 7 settembre 2013 alle 15:59 ha scritto:

Simpaticissimo bracciale, colorato e ben rifinito.
Perfetto per avvicinare i bambini alle prime preghiere.
Il supporto con cui arriva e utile anche come segnalibro.

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Arianna Crosio il 7 settembre 2013 alle 15:53 ha scritto:

Quadretto molto bello!
Elegante nella colorazione e nelle proporzioni.
Ben curato nei particolari e di solida fabbricazione.
Meraviglioso appeso nella camerettta di bimbi e ragazzi.


Arianna Crosio il 7 settembre 2013 alle 15:49 ha scritto:

Bracciale molto carino, ben curato nei particolari ma semplice ed essenziale. Comoda vestibilità.
Corredato di busta e preghiera, ottimo come regalino anche per bambini.

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sigra manuela andreotti perez il 6 settembre 2013 alle 19:58 ha scritto:

Articolo molto bello e conveniente
Buon rapporto qualità prezzo e buono il tempo di spedizione
Grazie

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Illidan il 5 settembre 2013 alle 20:31 ha scritto:

Ottimo libro, racconti brevi ma molto forte e chiaro. Racconti in cui si vede l'umanità delle persone, dalla donna anziana a Sarajevo, al bambino diventato muto per le conseguenze di ciò che ha vissuto. E come, dall'esterno, questa sia stata una guerra folle.

Scritto davvero bene, con contenuti ottimi, consigliatissimo.


Umberto Masperi il 5 settembre 2013 alle 07:32 ha scritto:

Se entriamo per la prima volta in una chiesa (edificio) mai “visitata” prima, ci ricordiamo , da buoni cristiani, che da piccoli ci hanno insegnato due gesti: il segno della croce con l’acqua benedetta, il raccoglimento ( preghiera ) davanti al “santissimo” ( riconoscibile dal piccolo cero rosso tradizionale che arde di lato )? Ma un altro suggerimento posso aggiungere:DOPO il gesto devozionale-di-rispetto può essere bella cosa percorrere le navate ed ammirare le icone, le immagini sacre. Sono quadri ( come l’arte barocca ha espresso con potenza tutta propria e caratteristica), oppure affreschi ( ed alcuni moderni fanno “a gara” con quelli del passato), vetrate ( come in ogni “duomo”, es. Milano),drappi ( come a Novara), bassorilievi, statue, ecc. Non è vero che solo nell’Età di mezzo, quando il popolo dei credenti era analfabeta, ci fosse bisogno della “biblia pauperum” ( rappresentazione di episodi biblici od evangelici, per istruzione ed aiuto alla devozione e preghiera). Ancora oggi un certo “analfabetismo di ritorno”per la Bibbia … è inutile fingere che non esista; ma anche per chi pur fosse abituato quotidianamente al testo scritto, le “icone” ( di cui sto parlando) sono molto utili , partendo anche (senza tema di dirlo subito) da quella sensibilità estetica che è propria dell’essere umano in quanto tale (pensiamo:“sensibilità” già … dal paleolitico ! con incisioni rupestri). OLTRE ad un riferimento al testo sacro costituiscono “rilettura” che l’uomo nel tempo ( o nel NOSTRO tempo) fa. Se poi un organista in vena di ulteriori emozioni diffonde certe melodie … L’ultima chiesa, non conosciuta prima, che ho visitato due domeniche fa (con una struttura architettonica moderna particolare )offriva un vero cammino di fede attraverso le proprie icone così affascinanti; mi sono fermato aspettando la celebrazione eucaristica e … mentre il sacerdote teneva l ‘omelia, mi è venuto da pensare,istintivamente: se a chi entra per la prima volta ( o forse anche ai propri parrocchiani distratti) questo “predicatore”rivolgesse l’invito : “ CONTEMPLATE le ‘icone’ “ spiegandone con profondità il significato (che porta , attraverso il linguaggio della metafora, al valore dei concetti biblico-teologici) allora la sua “predica” sarebbe un efficace commento alle letture proclamate poco prima.

Gratitudine,pertanto, a Mons.Ravasi per questo suo :“Un mese con Maria”: sono trentuno (come i giorni di un mese) le “icone” della Madre di Dio. E già nell’introduzione lo dice con efficacia ( dopo aver citato lo Pseudo Dionigi Areopagita ) da esperto biblista non smettendo mai di esserci d’aiuto per accostare la Parola di Dio ( una cultura eccezionale,la sua, ma pure un amore che traspare da ciò che la sua penna ci offre, sempre). Con la modestia di chi vuole essere costantemente al servizio dei fratelli nella fede, esplicita:

***”Ultimi in una genealogia gloriosa, anche noi desideriamo “dipingere” con la penna una serie di icone mariane, attingendo al testo biblico. Saranno immagini impacciate ( ? !!) le nostre, prive della genialità dei grandi cantori,pittori e scultori mariani di tutti i tempi della Chiesa … ma saranno sempre immagini sincere e somiglianti perché ancorate a quei profili che sono stampati in filigrana alle pagine sante ed ispirate”.

Non è quello di cui abbiamo bisogno ? Inizia il cammino … “ Maria,nuova Eva,roveto ardente ,donna forte,ricolma di grazia,donna fedele,serva del Signore,arca della nuova alleanza, …→ → → beata perché hai creduto,donna della croce,regina degli apostoli,regina degli angeli,assunta in cielo”.

(Anno della fede,e tutti gli anni sono anno della fede; un anno pure delle icone? come il libro di Ravasi insegna … per un mese; ed il: “Catechismo della Chiesa Cattolica. Compendio”San Paolo. Libreria Editrice vaticana, ne offre un certo esempio. (1)

*** E non dimentichiamo “quelle” ICONE dei monaci bizantini, nella chiesa ortodossa).

(1)Sintesi al n.240: ”Qual è la finalità delle sacre immagini?
R. L’immagine di Cristo è l’icona liturgica per eccellenza. Le altre,che rappresentano la Madonna e i Santi, significano Cristo, che in loro è glorificato. Esse proclamano lo stesso messaggio evangelico che la Sacra Scrittura trasmette attraverso la parola, e aiutano a risvegliare e a nutrire la fede dei credenti.

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Umberto Masperi il 4 settembre 2013 alle 10:38 ha scritto:

La Bibbia,lo sappiamo tutti, non è un libro, ma una biblioteca ( ta biblia: i libri). La stesura , il testo, dell’Antico Testamento ( che opportunamente dovremmo indicare,abituandoci, con il Primo Testamento) dai tempi dell’esilio e post esilio ha alle spalle un’esperienza di un popolo che è un unicum nella storia dell’umanità ( e lo può confermare chi,formatosi alla cultura occidentale, ha provato ad avvicinarsi ai testi sacri delle religioni orientali). Libri che vanno letti TUTTI, con una preparazione ( guida esegetica) adeguata , così, ad es,per non arrivare alla battuta,sciocca e puerile di un grande matematico dei nostri giorni ( non è che Odifreddi oltre ad avere letto frettolosamente QUALCHE pagina della bibbia ha letto ancor più frettolosamente il SUO Galilei , che allora ha scritto invano?): per non credere alla Bibbia basta leggere la Bibbia. No, non basta leggere, bisogna CAPIRE ( formazione del testo,tradizioni che l’anno preceduto, autore/i della sua stesura, generi letterari, lingua in cui è scritto, contesti storici ( di pensiero religioso,di area geografica,ecc.), “finalità”, “funzione “ - basti pensare all’ambito liturgico-sacerdotale,per fare un semplice esempio- e via dicendo). Ma dopo la lettura c’è la necessità di … abitudine : riprendere aspetti fondamentali che aiutino oltre che alla sintesi ai “recuperi” d’obbligo per chi si pone a livello di fede ( quella PAROLA non è come quella di un capolavoro della letteratura di tutti i tempi, come possono essere i Poemi omerici,Eneide,Divina Commedia,Edda,Nibelunghi,ecc., : ESSA è il nostro “presente” – opera tra noi ed in noi – è il presente di TUTTI i tempi). Non ci sono scuse: la Chiesa, dopo il Vaticano II ( che troppi credenti, e forse anche alcuni sacerdoti, conoscono pochissimo ) ,nella celebrazione della liturgia eucaristica ( prima parte:liturgia della parola), già con la messa domenicale,nei tre cicli annuali, propone la lettura (anzi: la proclamazione) di molti passi della Bibbia; e se facciamo nostra l’abitudine di leggere ogni giorno, forse ogni mattina, magari sul treno di pendolari, le “ letture” del giorno, ecco che la nostra conoscenza si rafforza).

***Lunga premessa per cogliere l’importanza di questo libricino e dello “stile” del biblista Maggioni: seguire alcune tappe dell’esperienza storico-esistenziale del popolo di Israele ( e della prima comunità cristiana) cogliendone l’essenziale. Bruno Maggioni è una persona concreta, non fa i discorsi elevati , tecnici, da specialista che parla … a specialisti; scrive con la concretezza dell’uomo della quotidianità , aiutando a rendere ”quotidianità” la parola di Dio. ( Se pensiamo al nostro passato “storico”, ad es. al mio, di me studente anni ’68: quanti TRADIMENTI di maestri allora in voga e di compagni di strada -e già allora,forse inconsciamente perché amavo tanto la bibbia,ne avvertivo l’esito nel futuro, dichiarandolo loro apertamente: un giorno anche voi sarete più conservatori e matusa di chi oggi criticate da pseudo-rivoluzionari - ! Quanti “tradimenti”, mentre Maggioni ci pone davanti al titolo (schietto e concreto):”Un Dio fedele alla storia”che significa.”Un Dio fedele a noi, a me,te”).

^^^Le “tappe” dell’Antico Testamento ( punto di partenza,Pentateuco,Profeti,spiritualità deuteronomica, sapienziale,esilio e post esilio, ultime voci: Qoelet, Sapienza,apocalittica), quelle del Nuovo testamento ( Cristo e i discepoli, comunità sinottiche,Paolo ,Giovanni) nella loro essenzialità sono ancor più arricchite dal livello tematico ( 1)cap.VIII: “Le strutture dell’esperienza spirituale antico testamentaria”: La fedeltà alla storia,la memoria,la tensione verso il futuro messianico , fedeltà alle origini e apertura al nuovo,coralità assimilazione e dialogo,Dio,l’uomo, la tentazione dell’idolstria. 2) Cap.V: “Le strutture dell’eserienza spirituale neotestamentaria”:Cristo,rivelatore di Dio,la via di Cristo,Gesù vero uomo il Figlio incarnato uguale e distinto dal Padre e dallo Spirito, tensioni nella storia e nella persona di Gesù,la salvezza è “grazia”). Un piccolo tesoro , magari da portare con sé, nel borsello o nella cartella, leggendo e rileggendo, anche se alla portata di mano non può non esserci quella” biblioteca” (βιβλία) in formato miniatura.

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melinda amato il 4 settembre 2013 alle 10:26 ha scritto:

PIU' CHE OTTIMO E' UN LIBRO CHE ARRIVA DRITTO AL CUORE, MERAVIGLIOSO!!!!!

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Umberto Masperi il 3 settembre 2013 alle 16:47 ha scritto:

***Errata corrige:rileggendo mi accorgo che ho saltato due parole ( NON: "Ecco la belle parole del Deuteronomio", MA:" ecco le belle parole di un commento ebraico del Deuteronomio").

*** Approfitto per rimandare, per un'ulteriore riflessione sul concetto "paura della morte" al libro di Enzo Bianchi:Una lotta per la vita, sempre della buc.

Umberto Masperi, masperi.umberto@yahoo.it il 2 settembre 2013 alle 10:42 ha scritto:

Sein zum Tode ( essere per la morte). Eppure quasi un secolo fa l’espressione fortemente icastica ( che tanto mi colpì quand'ero giovane studente liceale) di uno dei massimo filosofi del Novecento,Martin Heidegger, invitava a alla riflessione ed all’approfondimento. Ma della morte ( dopo l’immane tragedia del secondo conflitto mondiale), esorcizzandola, poi, si è cominciato a non parlarne più. OGGI è la grande ASSENTE. E Angelo Comastri lo scrive subito, all’inizio del libro. Silenzio , ma soprattutto paura:”Perché questa “signora” fa tanto paura? Non sarà meglio saperne qualcosa di più?

IL PROBLEMA è “cosa” saperne? Rileggiamo il filosofo che utilizza tre aggettivi (“ Più propria” ,”incondizionata” ,”insuperabile” ) :” “Nessuno può assumersi il morire di un altro… ogni "esserci" (ndr Dasein)deve assumersi in proprio la sua morte.Nella misura in cui la morte “è”, essa è sempre radicalmente la mia morte”.

*** Ma viene spontaneo chiedesi: “ E’ tutto?” E se anche il grande pensatore di cui abbiamo una bella testimonianza in quel libro che recensii tempo fa ( "Martin Heidegger Mio zio" (Il pellicano rosso)di Heidegger Heinrich) , avesse detto solo una … "mezza" verità? L’altra metà, non ci vuol molto a capire, che è ... tutta la verità, quella che basta da sola: DIO. E quella "mezza" verità distrugge se stessa … cala il silenzio, ci si dimentica. Anzi: oggi si continua su tale strada improponibile ( vittoria sulla morte, la scienza che , negando se stessa a causa di pseudo scienziati-medici, tenta la strada del prolungamento della vita ( ... oltre i cento anni,centocinquanta… ricordate anche il noto leader politico dei nostri giorni? Ospedale San Raffaele-Milano) .Abbiamo dimenticato il salmo 89 (Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte). E’ chiaro allora il titolo:”Come andremo a finire?” Non “Dove andremo..”. Il “dove” ha tratto in inganno ( partendo da quello che già anni fa si avvertiva sotto l’espressione di “pornografia della morte”).

Esplicite le pagini iniziali(“ La menzogna oggi è di moda”).
Ecco certi maestri del pensiero, che oggi non sono più tra noi ma che allora andavano alla grande, avendo non pochi meriti per altro: ad es. Marcuse(“ La morte è una invenzione delle classi borghesi dominanti”),Roland Bartes ( “Per me la morte è nel linguaggio.E’ il linguaggio spazio della morte”). Mi verrebbe da fare dell’ironia irrispettosa, poco … cristiana verso questo nostro fratello: il linguaggio per lui fu … un furgoncino ( da “Wikipedia”: “Il 25 febbraio 1980, uscendo dal Collège de France, è investito da un furgoncino e il 26 marzo successivo muore”.) Ritorniamo al libro: superfluo dire che Comastri ci presenta le verità profonde del messaggio cristiano sulla morte, anche se qualche punto ( es.pp.43-44) potrebbe essere oggetto di discussione ( il concetto di “anima” se assunto con una troppo forte connotazione filosofico-platonica comporta una visione alquanto diversa da quella biblica, sempre per quella realtà a "metà" di cui sopra,anche qui la “psychè” è l’”altra” metà, assente Dio).

Ecco la belle parole del Deuteronomio ( invito al confronto col Socrate del Fedone, anche se ,questa, è pagina stupenda da non dimenticare) .
” Si udì una voce dal cielo che disse a Mosè:”Mosè ,è la fine, il tempo della tua morte è venuto!”Mosè disse a Dio:”Ti supplico, non mi abbandonare nelle mani dell’angelo della morte!” Ma Dio scese dall’alto dei cieli per prendere l’anima (ndr: intendiamolo correttamente nel significato biblico, il termine lo sappiamo è la traduzione dei Settanta) di Mosè e gli disse:”Mosè,chiudi gli occhi!” E Mosè li chiuse.Poi disse:”Posa le mani sul petto!” E così fece… Allora Dio baciò Mosè e prese la sua anima con un bacio dalla sua bocca”. *** Modestamente aggiungo: cosa fa una mamma quando accoglie sul suo seno il bambino che ha appena dato alla luce? Un bacio. La morte non è la vera vita ? Abbraccio e bacio … di CHI?

+++ Termino, anche se il tema porterebbe a tante altre sottolineature: Quel COME dell’inizio: merito di questo libricino è il proporci lungo la scansione di alcune tappe il
“Così muoiono i cristiani”.

Le grandiose figure dei Padri Ignazio di Antiochia (107),Policarpo(155), quelle di Monica,madre di sant’Agostino(387) ,di Francesco d’Assisi(1226),di Teresa di Lisieux (1897),la commovente, lunga ,testimonianza di papa Giovanni XXIII (1963), di Benedetta Bianchi Porro (1964). Da qualche cenno nel libro, ritengo che esso sia stato scritto anni fa; un invito, allora , ai lettori ( che mi auguro siano non pochi ... quel "ampio pubblico") a completare loro stessi, scrivendo sulla paginetta in bianco, anche il COME di papa Giovanni Paolo II, avendo certamente nella mente l’immagine ( continue riprese televisive) dell’umanità di allora,radunata in San Pietro, prima gente semplice… poi i Grandi della terra, davanti a quell’altare di … legno con sopra le pagine del Vangelo che il vento (soffio) apriva …, innalzando un preghiera affinchè anche il nostro COME sia …

( chi ci ha dato testimonianza ha fatto suo quel:” Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». )

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Umberto Masperi il 3 settembre 2013 alle 16:30 ha scritto:

L’autentica spiritualità ( ed interiorità) non è una forma di pietismo o di irenismo ma ,come già ci hanno insegnato i grandi pensatori del passato ( e soprattutto le figure di riferimento del Cristianesimo, come San Paolo, i martiri, i Padri della chiesa) una “ lotta” ( “lotta per la vita” come il titolo del libro), con tutta la complessità delle dinamiche psicologiche che oggi conosciamo dalle “scienze umane” e che già le persone citate avevano presente, nel contesto del loro tempo, sapendo scrutare nel profondo dell’animo di tutti. Conosciamo il monaco Enzo Bianchi, la sua figura prestigiosa, LA SUA preparazione culturale, il suo impegno che si traduce al di là della comunità di Bose da lui fondata ed in cui vive, con scritti dalla rara efficacia e maestria comunicativa, e non solo attraverso libri ma anche con articoli su giornali di ampia diffusione. Un contemporaneo, una persona di spiritualità che sa parlare all’uomo d’oggi ( sempre distratto dalla vita dispersiva della nostra società). Partendo da questa considerazione di fondo ho cominciato la lettura di questo libro ( già “abituato” con quella di alcuni suoi articoli di cui sopra). E una confessione non può mancare: un certo disagio nell’affrontare il tema della “lotta” ( ciò significa due cose: 1) che questo è un argomento assente nel mondo d’oggi – e basti pensare al problema educativo che dimentica l’importanza della formazione del carattere all’insegna del tutto e subito, del tutto facile ed a propria misura; 2) che di questo discorso,argomento ,c’è veramente bisogno). Le sottolineature,da fare, seguendo le pagine del libro,sarebbero molte; solo una,ciò che mi ha maggiormente “attratto”:è nel IV capitolo ( “Le tre ‘passioni madre’ ” ), par 1 (“ La paura della morte e la philautìa). Non mi dilungo, mi limito alla citazione”.. è infatti proprio la paura della morte che ci spinge a cercare la via del peccato; è la schiavitù in cui ci avvince tale paura a essere causa del male e del peccato che noi commettiamo”.
Questa sintetica espressione è seguita da un’ attenta analisi dei testi biblici, illuminante sul peccato di origine (Gen. 2, passim), sulle tentazioni di Gesù, sulla kénosis, l’umiliazione suprema fino alla vergogna della croce.

*** Dopo le osservazioni che ho fatto recensendo il libro di Comastri ( “Come andremo a finire”),cui rimando, sulla DIMENTICANZA-“ASSENZA” della realtà della morte, per l’uomo d’oggi, qui il discorso si amplia: è la PAURA della morte ( la morte è “il re delle paure” – melekh ballahot) a portare l’uomo al peccato, il volere essere come Dio ( possedere per sé i beni della terra,dominare gli altri,preservare la propria vita, avere la “CONOSCENZA” del bene e del male ( purtroppo la nostra cultura, su basi classiche greco-romane, intende la CONOSCENZA nella sua forma astrattiva intenzionale, mentre indica , nel racconto biblico, la PADRONANZA,il POSSESSO, il DOMINIO. L’albero della conoscenza del bene e del male: essere come Dio). Quanti mali,guerre,atrocità … scaturirono, e scaturiscono, da questo “principio”, anche nel campo delle religioni. Dal cap. VI al XIII abbiamo l’analisi delle otto “tentazioni” (ingordigia,lussuria,avarizia,collera,tristezza,acedia,vanagloria,orgoglio): la premessa appena fatta ci mette nella condizione di procedere non ad un livello “moralistico” ( così nettamente, ed opportunamente, criticato due secoli fa dal grande pensatore danese Kierkegaard - e quanto “moralismo” ancora oggi nelle prediche di certi sacerdoti ! - ) ma secondo quella TESTIMONIANZA BIBLICA, da cui non dobbiamo mai allontanarci.

La conclusione, all’insegna del Salmo :144,1 ( ” Benedetto i Signore,mia roccia! Egli addestra le mie mani alla battaglia le mie dita all’arte della lotta”) sintetizza il senso del discorso di tutto il libro:

“Sì ,la vita cristiana comporta una lotta senza tregua contro le tentazioni:questa disciplina è certamente faticosa, ” è dura quanto la guerra tra gli uomini” (A.Rimbaud), eppure è ciò che introduce alla bellezza e alla qualità della vita personale, in vista di una migliore qualità della convivenza umana”.

*** C’è da chiedersi: solo la … vita cristiana? E perchè non la vita scolastica,professionale,politica, sociale, sportiva, di famiglia, … ? In parole povere : la vita (STRADA) della vera,autentica,pedagogia.

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Dott. Manuel Sant il 1 settembre 2013 alle 18:50 ha scritto:

Questo libro ha il grande pregio di tratteggiare la vita matrimoniale con un grande realismo, impossibile non riconoscersi nelle tematiche affrontate, le problematiche che affliggono le coppie sono affrontate in maniera diretta. L'autrice (rimasta poi vedova) ha scritto un testo su questo particolare momento della sua vita, libro di cui ho sentito dire un gran bene.

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Isabella il 31 agosto 2013 alle 23:28 ha scritto:

Molto carino...

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