Citazione spirituale

La voce dei clienti

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Silvia Gentile il 13 luglio 2012 alle 17:21 ha scritto:

Noi tutti aspiriamo alla libertà. Per essa tanti uomini e tante donne hanno dato la vita. Questo perché o l'essere umano è libero o non è, almeno secondo me, ma non credo che sia così solo per me. La storia parla chiaro: persone singole e intere nazioni aspirano alla libertà e purtroppo a costo di guerre e di incomprensioni. San Josemaria Escrivà offre importanti riflessioni per meditare sulla libertà in chiave evangelica. Visti i tempi in cui da una parte si schiavizza la persona e il creato e dall'altra si invoca ogni sorta di diritto ritengo questa lettura molto valida.
Silvia


Giuliano Magurano il 13 luglio 2012 alle 09:19 ha scritto:

L'angelo sterminatore è invece un film pienamente aderente al manifesto surrealista abbracciato dall'autore. Il pretesto è un'idea molto sottile, ma originalissima: un gruppo di borghesi dell'alta società è inspiegabilmente bloccato nella villa sontuosa dove erano stati invitati dopo un concerto. I domestici, appartenenti a un'altra classe sociale, se la svignano inesplicabilmente prima che scatti la trappola, e il gruppo di persone rimane intrappolato degradando a poco a poco dal perbenismo di facciata alla più meschina abiezione. Alla fine, con un'espediente assolutamente surreale, Bunuel inscenerà la loro liberazione, ma non sarà che un esito transitorio perché di lì a poco resteranno nuovamente intrappolati nella chiesa dove sono tutti riuniti per la celebrazione del Te Deum in ringraziamento a Dio per l'avvenuta liberazione... Nel finale che intrappola il clero insieme ai borghesi, Bunuel da libero sfogo alla sua satira anticlericale e antiborghese e inscena la condanna finale di un'umanità corrotta e inconcludente, incapace di uscire dalla propria abiezione celata sotto la patina superficiale della rispettabilità.

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Giuliano Magurano il 13 luglio 2012 alle 09:11 ha scritto:

Il film, che è anche l'ultimo girato da Bunuel è un summa di tutti i temi che gli sono cari. Approfittando del soggetto: un ricco borghese di mezza età - magistralmente interpretato da Fernando Rey - irresistibilmente attratto da una giovane, Bunuel mostra la sua misoginia dipingendo una donna subdola, ambigua, menzognera e profittatrice, ma anche il suo pessimismo e la sua ironia nei confronti del "maschio" intrappolato dal suo desiderio. Il film è una continua tensione ed attesa di un appagamento che non verrà, e alla fine si ha l'impressione che l'uomo e la donna siano marionette intrappolate dalla natura nei loro ruoli: la donna avvenente, che sa di esserlo, e si rende oggetto di desiderio, e il maschio intrappolato nel desiderio oltre il limite della ragionevolezza. Il tutto è condito con una serie di dettagli surrealisti, cari all'autore, privi di significato, ma carichi di magistrale ironia. Alla fine, un'esplosione causata da un'improbabile gruppo terroristico del "Bambin Gesù", senza assolutamente svelare l'esito, sancirà definitivamente la conflagrazione del mondo borghese, banale, perbenista e crudele dietro la facciata della rispettabilità.


Giuliano Magurano, gmagura@alice.it il 13 luglio 2012 alle 09:03 ha scritto:

Splendido cofanetto che consente di tracciare un profilo sulle principali tematiche di questo regista controverso, surrealista, iconoclasta, ma, paradossalmente, non privo di una sua etica. Partendo dal film più vecchio dei tre, Nazarin, degli anni '50, ci stupiamo di riconoscere in esso una poetica "neorealista", apparentemente distante dalle prove surrealiste che più contraddistinguono l'opera di Bunuel. Visivamente il film è forse un po' datato, ma rimane bellissimo, con la grandissima interpretazione di Francisco Rabal, uno degli attori preferiti di Bunuel, nei panni di un sacerdote che pur nella sua piena aderenza al Vangelo, non riesce a slavare nessuno, e anche quando attraverso la sua preghiera avviene il miracolo, è il primo a stupirsene - si riconosce in questo il pessimismo di Bunuel. Notevoli sono i siparietti in cui si intravede la spietata critica sociale e antiborghese di Bunuel, ma si tratta di episodi non forzati, perfettamente inseriti nella narrazione. Alla fine del film, che rimanda con una potente sequenza, alla Passione di Gesù, si rimane colpiti per come un autore anticlericale come Bunuel sia riuscito a tratteggiare senza snaturarsi una figura cristologica (appunto Nazarin) che ha pochi eguali nella storia del cinema.
L'angelo sterminatore è invece un film pienamente aderente al manifesto surrealista abbracciato dall'autore. Il pretesto è un'idea molto sottile, ma originalissima: un gruppo di borghesi dell'alta società è inspiegabilmente bloccato nella villa sontuosa dove erano stati invitati dopo un concerto. I domestici, appartenenti a un'altra classe sociale, se la svignano inesplicabilmente prima che scatti la trappola, e il gruppo di persone rimane intrappolando degradando a poco a poco dal perbenismo alla brutalità. Alla fine, un'espediente porterà alla loro liberazione, ma non sarà che un episodio transitorio perché resteranno di nuovo bloccati nella chiesa dove viene celebrato il Te Deum per ringraziare Dio dell'avvenuta liberazione... Nel finale che intrappola il clero insieme ai borghesi, Bunuel da libero sfogo alla sua satira anticlericale e antiborghese. Il terzo film, che è anche l'ultimo girato da Bunuel è un summa di tutti i temi che li sono cari. Approfittando del soggetto: un ricco borghese di mezza età - magistralmente interpretato da Fernando Rey - irresistibilmente attratto da una giovane, Bunuel mostra la sua misoginia dipingendo una donna subdola, ambigua, menzognera e profittatrice, ma anche il suo pessimismo e la sua ironia nei confronti del "maschio" intrappolato dal suo desiderio. Il film è una continua tensione ed attesa di un appagamento che non verrà, e alla fine si ha l'impressione che l'uomo e la donna siano marionette intrappolate dalla natura nei loro ruoli: la donna avvenente, che sa di esserlo, e si rende oggetto di desiderio, e il maschio intrappolato nel desiderio oltre il limite della ragionevolezza.


Catechista Cristina Mainardi il 12 luglio 2012 alle 14:51 ha scritto:

E' un libro utile e pratico per la fede di ogni Cristiano.

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mcristina martinelli il 12 luglio 2012 alle 14:28 ha scritto:

mi sembra grazioso ed utile


Prof. LUISA SENTIERI, sentieri_luisa@yahoo.it il 12 luglio 2012 alle 14:17 ha scritto:

Splendido da gustare al meglio in questo periodo estivo grandioso. Avete i libri giusti per la concretezza


Prof. LUISA SENTIERI, sentieri_luisa@yahoo.it il 12 luglio 2012 alle 14:16 ha scritto:

la qualità nelle foglie di questo the si sentono e superano quelli acquistati nei supermarket. Sono contenta di servirmi da voi

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Prof. LUISA SENTIERI il 12 luglio 2012 alle 14:14 ha scritto:

E' veramente completo e bellissimo, un ottimo dono di compleanno

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Americo Marconi, americo01@libero.it il 12 luglio 2012 alle 08:38 ha scritto:

La fine del mondo nelle diverse tradizioni religiose: diluvi, deserti aridi, montagne di ferro liquefatte. Apocalissi che giungono quando il rapporto etico tra uomo e uomo, tra uomo e natura si è irrimediabilmente rovinato. Eppure è la speranza ad essere esaltata: la speranza che il mondo che sopravviverà alla distruzione non potrà che essere migliore. Un libro indispensabile.


Dott. Giuseppe Cardillo, giuseppe.cardillo-edta@poste.it il 11 luglio 2012 alle 18:10 ha scritto:

Tutti i ragazzi della mia generazione (anni 70) hanno visto in parrocchia almeno una volta "Forza Venite Gente". Fermo restando quanto di bello si possa dire su questo musical, c'è una cosa di "negativo" (si fa per dire) che va segnalato. Questo DVD è stato realizzato da uno spettacolo tenuto in San Giovanni in Laterano a Roma e non è l'edizione della RAI del 1991 che tutti abbiamo conosciuto, fatta ad Assisi, davanti alla Basilica di San Francesco. Si può rimanere delusi nel non vedere Silvio Spaccesi nelle vesti di Pietro Berdardone: l'interpretazione di Conversi non è lontanamente paragonabile a quella di Spaccesi (non foss'altro per l'evidente accento romano). Stesso discorso per la Cenciosa e per Santa Chiara (nel 1991 era la bellissima Fabiola Feliciani, in questa edizione c'è una cantante brava ma non altrettanto bella). Rimane un'opera storica che non può mancare nelle videoteche anche se, ripeto, avrei preferito quella del 1991 con cui sono cresciuto.

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Giuliano Magurano, gmagura@alice.it il 11 luglio 2012 alle 11:33 ha scritto:

Un DVD splendido, che fonde il racconto storico della vita di Beato Angelico, percorrendone i luoghi, all'itinerario artistico e di fede che trova il suo culmine negli affreschi del convento di San Marco a Firenze, dove la pittura diviene manifestazione della luce e testimonianza purissima della fede rivelata con una profondità ed una sobrietà stilistica che non hanno eguali nella storia dell'arte.


Giuliano Magurano, gmagura@alice.it il 11 luglio 2012 alle 11:25 ha scritto:

Un DVD davvero splendido, che oltre ad analizzare il contesto storico e la tecnica pittorica, illustra l'opera nel suo insieme spiegando gli espedienti figurativi usati da Giotto per agevolarne la lettura lungo le facciate della Cappella. Si apprende così che l'artista, disponendo le scene sulla parete, sia in senso orizzontale, ma anche verticale ed obliquo, e, all'interno delle singole scene, disponendovi le figure in gruppi numerosi o rarefatti, in primissimo piano o con maggior profondità, è come se guidasse lo sguardo in percorsi narrativi che aiutano a comprendere intuitivamente anche il significato teologico delle rappresentazioni e non solo ad agevolarne l'osservazione.


Giuliano Magurano, gmagura@alice.it il 11 luglio 2012 alle 11:15 ha scritto:

Stilisticamente un grande film, denso di simbolismi, non tutti facilmente decifrabili, ma un film che soprattutto affascina per gli sguardi, i colori, e il contrasto fra l'arco, strumento di morte, e simbolo di vigore sessuale, ma anche strumento musicale capace di produrre una musica estatico, sottile, bellissima. La critica ha avvertito in tutta l'opera di Kim Ki Duk una tensione narrativa tra bisogno d'amore e crudeltà degli istinti, tensione che è l'aspetto principale della poetica anche di questo film.
Alla fine del film, il regista, a conferma di ciò, inserisce una suo pensiero, che è anche un manifesto programmatico : "Forza e musicalità - come un arco teso... Voglio vivere cosi' fino al mio ultimo respiro".
Il film non vive comunque solo di suggestioni, c'è anche una trama sottile che funge da pretesto allo svolgimento del tema: un vecchio pescatore adotta a 6 anni una bimba e la tiene sulla sua barca in attesa che raggiunga la maggiore età per sposarla, ma la ragazza ad un certo punto, fra i pescatori ospiti della barca, comincia a provare simpatia per un giovane; il sogno del vecchio allora si muta in ossessione… Senza interruzioni e salti, il film nel suo svolgimento è estremamente lineare e, nel suo genere, un piccolo capolavoro, anche se un po' al di sotto di Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera e Ferro 3 che sono le sue opere maggiori.


mariocaccioppoli, mariocaccioppoli@gmail.com il 10 luglio 2012 alle 18:04 ha scritto:

Sono un estimatore di Sant'Agostino; seguo con profondo interesse le sue pubblicazioni e nonostante le difficoltà cerco di comprenderne i contenuti.
Ho letto e riflettuto con estremo interesse la lettera a Proba, che trovo difficile da interpretare,nonostante ciò la ritengo di estrema bellezza e profondità.
Non possiedo una cultura profonda e sono anziano, ma ho apprezzato questo scritto con vivo interesse.

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