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La voce dei clienti - Libri

Tutti i commenti per «Libri» (da 21991 a 22005 di 27193)

Leggo e gioco con la Bibbia - Box Su
Libro

Catechista Federica Quacquarini il 12 settembre 2013 alle 15:20 ha scritto:

Ho utilizzato molto questo sussidio perché oltre ad essere semplice e comprensibile , è ricco di attività che stimolano l'interesse dell'intero gruppo.(bambini di 6-7 anni). Continuerò ad utilizzarlo anche quest'anno....


Catechista Federica Quacquarini il 12 settembre 2013 alle 15:16 ha scritto:

..l'agenda è ben strutturata...molto interessanti sono le linee guida (presenti all'inizio di ogni mese) che ci aiutano a saper organizzare gli incontri con i bambini e con la famiglia!


M.Chiara Mariotti il 11 settembre 2013 alle 16:16 ha scritto:

La storia del santo dei giovani raccontata a fumetti cattura senza dubbio l'attenzione dei più piccoli ma anche dei più grandicelli; ottimo libro, consigliabile a chiunque voglia scoprire le prime fasi della vita di San Giovanni Bosco.


Giovani Insieme, giovani.insieme@movimentomariano.org il 10 settembre 2013 alle 21:06 ha scritto:

Tra tutte le bellissime figure di questi giovanetti santi quella che particolarmente colpisce per la grande tenerezza è la vita di Rolando Rivi che è stato appena Beatificato da Papa Francesco. Un libretto che è molto consigliato per i giovani. Ottimo per donarlo ai cari nipoti e figli soprattutto per quelli che ricevono la prima comunione o la cresima. Un libretto prezioso per la sua comunicatività e insegnamento.

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Carlo Acutis - Occhetta Francesco
Libro
Occhetta Francesco Elledici (gennaio 2013, 48 p.)

Prof. Stefano Coccia il 10 settembre 2013 alle 15:41 ha scritto:

Libretto molto molto bello che mi ha lasciato un bel segno. Mi sono rispecchiato un po' nella vita di questo santo moderno, anche se sicuramente c'è un abisso tra le nostre vite. Da ragazzo anche io ero molto appassionato ed interessato alla vita religiosa ma delle volte mi sono lasciato trasportare dagli avvenimenti della vita e dal mio carattere. Da ragazzo ho perso anche diversi "amici" che si reputavano tali ma che quando io parlavo della Chiesa o di andare a pregare mi hanno voltato le spalle. Mi è piaciuto tantissimo leggere queste pagine perché mi aiutano a non vergognarmi del Vangelo e del fatto di essere cristiano. Stupende le ultime pagine dove ci sono le testimonianze e la sua eredità spirituale. Bello anche quando si parla del fatto che alcuni lo ritengono il nuovo Domenico Savio e quando dice che l'Eucaristia e la Madonna sono i due pilastri sui quali deve poggiare la vita di ogni cristiano. Ringrazio il Signore per il dono di questo ragazzo.

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La preghiera - Karl Barth
Libro
Karl Barth Claudiana (giugno 2013, 94 p.)

Umberto Masperi il 10 settembre 2013 alle 15:34 ha scritto:

Questo piccolo volume del famoso teologo protestante venne pubblicato per la prima volta nel 1953 ed il testo raccoglie gli appunti stenografici presi durante tre suoi seminari ( genn.1947, 1948, sett. 1949, come precisa nell’avvertenza A.Roulin, il quale sottolinea , nell’edizione a stampa, la fedeltà alla esposizione del prof. Barth ( conservandone la “ freschezza e naturalezza del linguaggio, la spontaneità … l’espressione familiare”). Non ci si trova ,quindi, di fronte ai testi impegnativi dove l’argomento è trattato in forma più ampia , nella terza parte della “Dogmatica ecclesiale” che anticipava ( come scrive F.Ferrario nella Introduzione ) l’opuscolo sulla preghiera nei catechismi dei Riformatori. Gli scritti del XVI secolo ( soprattutto quelli di Lutero e di Calvino) sono il “punto di partenza per una riflessione originale sul tema”. Una delle tesi fondamentali di Barth è il primato della preghiera di domanda e “ … l’esposizione del Padre nostro si presta in modo egregio” ( ibid.). Volumetto,quindi,utile per una conoscenza sia di carattere storico che teologico del pensiero protestante e di quello di K.Barth, del quale nelle “Note preliminari” (p.21) abbiamo “… alcune osservazioni che ci vengono suggerite dagli stessi testi dei catechismi”: cinque note sulla importanza della preghiera per gli uomini della Riforma (hanno pregato, erano unanimi sulla sua importanza e significato,nessuna differenza tra preghiera individuale e nell’assemblea, sia preghiera spontanea che ‘disciplinata’, ‘esplicita’ – che si esteriorizza – , ed ‘implicita’ - espressa non solo a parole ma col sentimento e col cuore ). Delle due parti in cui è suddiviso il testo una è i carattere ,per così dire,generale ( il problema della preghiera, preghiera come dono di Dio,preghiera quale azione dell’essere umano),l’altra è più specifica, come già detto sopra (spiegazione della preghiera del Signore secondo i riformatori). Nella parte finale troviamo alcune preghiere ( tratte dal volume “Preghiere” di K. Barth , Claudiana 1987) che per tutti, anche per chi non è protestante, sono di stimolo e di aiuto per il nostro ‘dialogo’ con Dio. Un grazie di cuore verso i nostri fratelli protestanti e alla loro così importante casa editrice per averci donato , con l’edizione di quest’anno (10 giugno 2013), un bel testo da meditare.


Deborah il 10 settembre 2013 alle 10:34 ha scritto:

Pessimo libro. Operazione di catto-marketing pianificata a tavolino dalla Vallecchi Editore. Banale e scontato. Malscritto e con un'ironia fastidiosa: da evitare come la peste.

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Umberto Masperi il 10 settembre 2013 alle 09:18 ha scritto:

Non è certamente un tema ricorrente nei i libri che trattano argomenti di carattere religioso o spirituale; e questo fa pensare : o non costituisce problema o ce ne dimentichiamo troppo facilmente. La prima alternativa non regge ( basti essere sinceri con se stessi e fare una autoverifica), rimane quindi l’altra. E’ altrettanto vero che la preghiera si pone ai due livelli: quello personale e quello comunitario. Il secondo ci rimanda ai momenti di incontri liturgici o ad altre espressioni caratteristiche ( pensiamo alle festività religiose, ai pellegrinaggi, a certe ricorrenze,ecc.), ma soprattutto al “momento” fondamentale che è la celebrazione eucaristica, in particolare quella domenicale. A costituire problema è soprattutto la preghiera ‘individuale’. L’occasione che questo libro ci offre va valorizzata. Il pensiero , per chi non è più tanto giovane, riporta immediatamente ai propri anni d’infanzia: l’educazione alla preghiera ricevuta dai genitori, l’aiuto offerto dallo studio ( anche se mediante ‘formule’ caratteristiche) del “vecchio” catechismo di Pio X ( così utile,prezioso,semplice,chiaro) e dalle ‘orazioni’ in lingua latina ,dalla facile memorizzazione. Oggi, dopo quella realtà del passato, viene richiesta più maturità ed impegno per la preghiera affinchè non la si trascuri. Da ultimo un’ altra considerazione: c’è un libro della Bibbia che è tutto incentrato sulla preghiera: i Salmi. Chi ha una certa familiarità con la Parola di Dio ed ha assimilato un po’ la mentalità nei diversi contesti storici del popolo di Israele può utilizzare efficacemente queste ‘laudi’ ( magari , anche se nel ‘silenzio’ dentro di sé come canto,mizmòr-salmo ), meditando dal loro inizio (“Beato l’uomo che non camminò nel consiglio degli empi”…. Beatus vir qui non abiit in consilio impiorum) alla loro fine (“Alleluia!Lodate Dio nel Tempio suo santo”… ALLELUIA.Laudate Dominum in sanctuario eius)pensando che … il tempio di Dio siamo noi, sua creatura, ad immagine e somiglianza).
*** “Pregare per vivere” il titolo del libro di René Voillaume, testo che raccoglie riflessioni scritte in diverse occasioni, negli anni ’50-’60 del secolo scorso ( indicate in alcune noticine), partendo da una bella introduzione che richiama la ‘preghiera di Gesù’ (“La preghiera di Gesù (…) per questo lo vediamo ritirarsi in solitudine a pregare, e non soltanto per darci l’esempio: ne aveva bisogno come uomo!”). L’osservazione d’inizio ( la nostra “dimenticanza”) non è dovuta forse alla mancanza di questo ‘averne bisogno’ ? Nella misura in cui siamo in amicizia con Gesù il bisogno di ‘parlare’ con Lui diventa necessario e naturale come l’aria che si respira. Riflettiamo sulla nostra esperienza di ogni giorno: non possiamo rimanere a lungo senza parlare con le persone che amiamo; e se siamo lontani, oggi il cellulare con il suo segnale di chiamata o di risposta …
+++ René Voillaume scandisce in tre parti la sua testimonianza (I: ADORARE IN SPIRITO DI VERITA’; II: IL CAMMINO DELLA PREGHIERA;III :LA PREGHIERA NELLA VITA ). Libro utile, da leggersi poco per volta richiamando l’attenzione sulla realtà complessiva della nostra vita spirituale, con numerose sottolineature.

Fabio Moreni - Mauro Faverzani
Libro

nadia il 8 settembre 2013 alle 16:18 ha scritto:

Libro molto toccante !!!!!!! Lui era così! Grande umanità e semplicità!!! Vorrei che i giovani di adesso leggessero questo libro per capire quanto è importante fare del bene!! Grazie!!!!!


carla il 8 settembre 2013 alle 15:23 ha scritto:

Un libro da leggere, da rileggere,da regalare perchè testimonianza toccante di un Amore che può tutto, può vincere persino la morte. La cosa sconvolgente è che è una storia vera, vissuta non da supereroi ma da gente che si sostiene a vicenda in "piccoli passi possibili". Un grazie di cuore, commosso, a chi questo libro l'ha voluto e l'ha scritto. Carla

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Sono così felice - Capucci Flavio
Libro

Jessy Morven, jessymor@hotmail.it il 7 settembre 2013 alle 18:10 ha scritto:

Ho letto il libro, consiglio la lettura ai ragazzi delle scuole superiori dell'età di Monserrat (17 anni). Mi ha molto commosso la triste fine di questa povera ragazza che ha sofferto come Cristo. Spero sarà premiata nel futuro paradiso, quando l'Universo collasserà in un punto ed
inizierà un nuovo ciclo.

La gioia - Cencini Amedeo
Libro
Cencini Amedeo San Paolo Edizioni (novembre 2012, 140 p.)

Umberto Masperi il 7 settembre 2013 alle 17:37 ha scritto:

Anni fa ( ma sembrano ormai secoli) uno dei più famosi esistenzialisti, Jean-Paul Sartre, scrisse un noto romanzo:“ La nausea”; un altro famoso scrittore italiano, Alberto Moravia, non fu … da meno, e scrisse: “La noia”. Pochi anni fa un nostro cantautore, che certamente non era alla loro altezza ! ( e che non pochi , dimostrando di non saper distinguere un genio da uno che fa solo chiacchierare di sé anche opportunisticamente ) in quella canzone ,che cantava davanti ai suoi fans con tanto “gusto”, terminava con :”…e tutto il resto è noia” ( annoiando, lui sì, coi suoi esaltatori, il sottoscritto). Li abbiamo dimenticati, ma la loro testimonianza, nel bene e nel male, non è inutile;anzi: la dimenticanza,piuttosto, non ci offre più l’occasione di RIFLETTERE sul tema importante: cos’è NON-noia, cos’è VERA gioia? Valorizziamo questo piccolo libro, dal contenuto però ricco e profondo. L’assenza di gioia, di autentica gioia, spinge molti a cercare SODDISFAZIONE in “esperienze” forti che sembrano la soluzione, alla noia, ma che sono solo illusione ( dopo il soddisfacimento subentra proprio “ lei” … che non fu compagna solo di esistenzialisti alla moda). E’ chiaro che si apre la strada che occorre percorrere, quella dell’interiorità,dello spirito. Cencini lo sottolinea subito:

“ La gioia su cui vorremmo riflettere è gioia soprattutto del cuore e della mente, non solo né primariamente soddisfazione per l’eventuale colpo di fortuna o per la gratificazione degli istinti; è gioia semmai di tutto l’uomo o dell’uomo spirituale … spirito come sintesi dell’umano,anzitutto … “.
Il titolo ( “La gioia”) ha un sottotitolo che appare nella prima pagina,non in copertina: “Sale della vita cristiana”. Il discorso ha questa precisa connotazione, la vita cristiana, partendo anche dal fatto che talora (cfr. la metafora iniziale della suora che in treno si sente dire da una signora seduta di fronte:”Sorella,lei è così contenta che non sembra neanche una suora!”), che “talora” noi cristiani non diamo testimonianza di questo valore. Dimensione spirituale,dimensione cristiana :in un tutt’uno con la concretezza della propria esistenza “impegnata”, all’ opposto della superficialità. E’ l’ottica del libro che l’autore sottolinea con una citazione di R:Guardini:

” Noi vogliamo far sì che il nostro cuore divenga lieto. Non allegro, che è qualcosa di completamente diverso. Essere allegri è un fatto esterno,rumoroso,e presto si dissolve. La gioia vive nell’ intimo,silente,è profondamente radicata. Essa è sorella della serietà;dove è una è anche l’altra”.

Piccolo libro,ricco di contenuto e profondo,osservavo all’inizio, perciò non riassumibile in poche battute. Basti l’indicazione di com’è strutturato: diviso in due parti procede con attenzione ad una fenomenologia psicologica:

I. COMPONENTI PSICOLOGICHE DELLA GIOIA: I CONTENUTI ( tesoro-cuore; fonte della gioia; motivo e “luogo” della gioia; gioia vera e gioia falsa;frutto della gioia).

II. DINAMISMI PSICOLOGICI DELLA GIOIA (gioia come libertà;libertà della ricerca di sé;libertà di fare le cose per amore;l’amore gioioso e liberante della parola;le strane vie della gioia cristiana;la gioia del perdono;gioia come libertà di sperare).

Nota bene: i “contenuti”, le tematiche, fanno direttamente riferimento ,ognuna, a passi del Vangelo (e l’ultima al Sal. 126). Occasione in più ,quindi, ancora una volta, di accostare la Bibbia.

Una lettura adatta sia ad un non credente ( la “novità” della proposta), sia al credente; e perché non sfruttarla come ‘lettura spirituale’ ?

*** Pascal scriveva nei suoi Pensieri:

“Tutta l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non sapere restare tranquilli in una camera.”

La tranquillità, ancora oggi ,di una buona lettura, di una lettura spirituale … magari nella propria camera.


Illidan il 5 settembre 2013 alle 20:31 ha scritto:

Ottimo libro, racconti brevi ma molto forte e chiaro. Racconti in cui si vede l'umanità delle persone, dalla donna anziana a Sarajevo, al bambino diventato muto per le conseguenze di ciò che ha vissuto. E come, dall'esterno, questa sia stata una guerra folle.

Scritto davvero bene, con contenuti ottimi, consigliatissimo.


Umberto Masperi il 5 settembre 2013 alle 07:32 ha scritto:

Se entriamo per la prima volta in una chiesa (edificio) mai “visitata” prima, ci ricordiamo , da buoni cristiani, che da piccoli ci hanno insegnato due gesti: il segno della croce con l’acqua benedetta, il raccoglimento ( preghiera ) davanti al “santissimo” ( riconoscibile dal piccolo cero rosso tradizionale che arde di lato )? Ma un altro suggerimento posso aggiungere:DOPO il gesto devozionale-di-rispetto può essere bella cosa percorrere le navate ed ammirare le icone, le immagini sacre. Sono quadri ( come l’arte barocca ha espresso con potenza tutta propria e caratteristica), oppure affreschi ( ed alcuni moderni fanno “a gara” con quelli del passato), vetrate ( come in ogni “duomo”, es. Milano),drappi ( come a Novara), bassorilievi, statue, ecc. Non è vero che solo nell’Età di mezzo, quando il popolo dei credenti era analfabeta, ci fosse bisogno della “biblia pauperum” ( rappresentazione di episodi biblici od evangelici, per istruzione ed aiuto alla devozione e preghiera). Ancora oggi un certo “analfabetismo di ritorno”per la Bibbia … è inutile fingere che non esista; ma anche per chi pur fosse abituato quotidianamente al testo scritto, le “icone” ( di cui sto parlando) sono molto utili , partendo anche (senza tema di dirlo subito) da quella sensibilità estetica che è propria dell’essere umano in quanto tale (pensiamo:“sensibilità” già … dal paleolitico ! con incisioni rupestri). OLTRE ad un riferimento al testo sacro costituiscono “rilettura” che l’uomo nel tempo ( o nel NOSTRO tempo) fa. Se poi un organista in vena di ulteriori emozioni diffonde certe melodie … L’ultima chiesa, non conosciuta prima, che ho visitato due domeniche fa (con una struttura architettonica moderna particolare )offriva un vero cammino di fede attraverso le proprie icone così affascinanti; mi sono fermato aspettando la celebrazione eucaristica e … mentre il sacerdote teneva l ‘omelia, mi è venuto da pensare,istintivamente: se a chi entra per la prima volta ( o forse anche ai propri parrocchiani distratti) questo “predicatore”rivolgesse l’invito : “ CONTEMPLATE le ‘icone’ “ spiegandone con profondità il significato (che porta , attraverso il linguaggio della metafora, al valore dei concetti biblico-teologici) allora la sua “predica” sarebbe un efficace commento alle letture proclamate poco prima.

Gratitudine,pertanto, a Mons.Ravasi per questo suo :“Un mese con Maria”: sono trentuno (come i giorni di un mese) le “icone” della Madre di Dio. E già nell’introduzione lo dice con efficacia ( dopo aver citato lo Pseudo Dionigi Areopagita ) da esperto biblista non smettendo mai di esserci d’aiuto per accostare la Parola di Dio ( una cultura eccezionale,la sua, ma pure un amore che traspare da ciò che la sua penna ci offre, sempre). Con la modestia di chi vuole essere costantemente al servizio dei fratelli nella fede, esplicita:

***”Ultimi in una genealogia gloriosa, anche noi desideriamo “dipingere” con la penna una serie di icone mariane, attingendo al testo biblico. Saranno immagini impacciate ( ? !!) le nostre, prive della genialità dei grandi cantori,pittori e scultori mariani di tutti i tempi della Chiesa … ma saranno sempre immagini sincere e somiglianti perché ancorate a quei profili che sono stampati in filigrana alle pagine sante ed ispirate”.

Non è quello di cui abbiamo bisogno ? Inizia il cammino … “ Maria,nuova Eva,roveto ardente ,donna forte,ricolma di grazia,donna fedele,serva del Signore,arca della nuova alleanza, …→ → → beata perché hai creduto,donna della croce,regina degli apostoli,regina degli angeli,assunta in cielo”.

(Anno della fede,e tutti gli anni sono anno della fede; un anno pure delle icone? come il libro di Ravasi insegna … per un mese; ed il: “Catechismo della Chiesa Cattolica. Compendio”San Paolo. Libreria Editrice vaticana, ne offre un certo esempio. (1)

*** E non dimentichiamo “quelle” ICONE dei monaci bizantini, nella chiesa ortodossa).

(1)Sintesi al n.240: ”Qual è la finalità delle sacre immagini?
R. L’immagine di Cristo è l’icona liturgica per eccellenza. Le altre,che rappresentano la Madonna e i Santi, significano Cristo, che in loro è glorificato. Esse proclamano lo stesso messaggio evangelico che la Sacra Scrittura trasmette attraverso la parola, e aiutano a risvegliare e a nutrire la fede dei credenti.

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Umberto Masperi il 4 settembre 2013 alle 10:38 ha scritto:

La Bibbia,lo sappiamo tutti, non è un libro, ma una biblioteca ( ta biblia: i libri). La stesura , il testo, dell’Antico Testamento ( che opportunamente dovremmo indicare,abituandoci, con il Primo Testamento) dai tempi dell’esilio e post esilio ha alle spalle un’esperienza di un popolo che è un unicum nella storia dell’umanità ( e lo può confermare chi,formatosi alla cultura occidentale, ha provato ad avvicinarsi ai testi sacri delle religioni orientali). Libri che vanno letti TUTTI, con una preparazione ( guida esegetica) adeguata , così, ad es,per non arrivare alla battuta,sciocca e puerile di un grande matematico dei nostri giorni ( non è che Odifreddi oltre ad avere letto frettolosamente QUALCHE pagina della bibbia ha letto ancor più frettolosamente il SUO Galilei , che allora ha scritto invano?): per non credere alla Bibbia basta leggere la Bibbia. No, non basta leggere, bisogna CAPIRE ( formazione del testo,tradizioni che l’anno preceduto, autore/i della sua stesura, generi letterari, lingua in cui è scritto, contesti storici ( di pensiero religioso,di area geografica,ecc.), “finalità”, “funzione “ - basti pensare all’ambito liturgico-sacerdotale,per fare un semplice esempio- e via dicendo). Ma dopo la lettura c’è la necessità di … abitudine : riprendere aspetti fondamentali che aiutino oltre che alla sintesi ai “recuperi” d’obbligo per chi si pone a livello di fede ( quella PAROLA non è come quella di un capolavoro della letteratura di tutti i tempi, come possono essere i Poemi omerici,Eneide,Divina Commedia,Edda,Nibelunghi,ecc., : ESSA è il nostro “presente” – opera tra noi ed in noi – è il presente di TUTTI i tempi). Non ci sono scuse: la Chiesa, dopo il Vaticano II ( che troppi credenti, e forse anche alcuni sacerdoti, conoscono pochissimo ) ,nella celebrazione della liturgia eucaristica ( prima parte:liturgia della parola), già con la messa domenicale,nei tre cicli annuali, propone la lettura (anzi: la proclamazione) di molti passi della Bibbia; e se facciamo nostra l’abitudine di leggere ogni giorno, forse ogni mattina, magari sul treno di pendolari, le “ letture” del giorno, ecco che la nostra conoscenza si rafforza).

***Lunga premessa per cogliere l’importanza di questo libricino e dello “stile” del biblista Maggioni: seguire alcune tappe dell’esperienza storico-esistenziale del popolo di Israele ( e della prima comunità cristiana) cogliendone l’essenziale. Bruno Maggioni è una persona concreta, non fa i discorsi elevati , tecnici, da specialista che parla … a specialisti; scrive con la concretezza dell’uomo della quotidianità , aiutando a rendere ”quotidianità” la parola di Dio. ( Se pensiamo al nostro passato “storico”, ad es. al mio, di me studente anni ’68: quanti TRADIMENTI di maestri allora in voga e di compagni di strada -e già allora,forse inconsciamente perché amavo tanto la bibbia,ne avvertivo l’esito nel futuro, dichiarandolo loro apertamente: un giorno anche voi sarete più conservatori e matusa di chi oggi criticate da pseudo-rivoluzionari - ! Quanti “tradimenti”, mentre Maggioni ci pone davanti al titolo (schietto e concreto):”Un Dio fedele alla storia”che significa.”Un Dio fedele a noi, a me,te”).

^^^Le “tappe” dell’Antico Testamento ( punto di partenza,Pentateuco,Profeti,spiritualità deuteronomica, sapienziale,esilio e post esilio, ultime voci: Qoelet, Sapienza,apocalittica), quelle del Nuovo testamento ( Cristo e i discepoli, comunità sinottiche,Paolo ,Giovanni) nella loro essenzialità sono ancor più arricchite dal livello tematico ( 1)cap.VIII: “Le strutture dell’esperienza spirituale antico testamentaria”: La fedeltà alla storia,la memoria,la tensione verso il futuro messianico , fedeltà alle origini e apertura al nuovo,coralità assimilazione e dialogo,Dio,l’uomo, la tentazione dell’idolstria. 2) Cap.V: “Le strutture dell’eserienza spirituale neotestamentaria”:Cristo,rivelatore di Dio,la via di Cristo,Gesù vero uomo il Figlio incarnato uguale e distinto dal Padre e dallo Spirito, tensioni nella storia e nella persona di Gesù,la salvezza è “grazia”). Un piccolo tesoro , magari da portare con sé, nel borsello o nella cartella, leggendo e rileggendo, anche se alla portata di mano non può non esserci quella” biblioteca” (βιβλία) in formato miniatura.

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