Citazione spirituale

La voce dei clienti

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ROBERTO TALOTTA il 19 settembre 2015 alle 19:22 ha scritto:

Questo meraviglioso libro mi è stato richiesto da una monaca benedettina che vuole approfondire la parola di Dio con la nuova edizione bilingue che le sarà molto utile per il suo studio. Il primo commento è stato veramente positivo e ha suscitato subito entusiasmo.

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Padre Eduardo Agustin Aguilar Navarro il 19 settembre 2015 alle 15:28 ha scritto:

Veramente l'acquisto di questo libro è stato in tempo e arrivato bene all'estero. Vi posso consigliare come una libreria eccelente. Anche adesso ho fatto altre acquisti della novità della editrice Vaticana per il giubileo prossimo.

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De Munari Graziano Emanuela Dal Santo il 19 settembre 2015 alle 13:17 ha scritto:

MERAVIGLIOSO!

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De Munari Graziano Emanuela Dal Santo il 19 settembre 2015 alle 13:16 ha scritto:

MERAVIGLIOSO!

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San Pio - Rosario Colianni
Libro
Rosario Colianni Edizioni Segno (settembre 2015, 100 p.)

Un utente il 18 settembre 2015 alle 21:30 ha scritto:

Un bellissimo libro, da leggere per la sua freschezza del tratto di penna che narra San Pio con grande ed esaustiva sintesi...Un libro poi impreziosito dalla presentazione dei Frati di San Giovanni Rotondo che da autenticità dei fatti e della personalità di questo grande Santo.


lucia di franco il 18 settembre 2015 alle 18:26 ha scritto:

Mi ha dissipato molti dubbi, lettura certamente interessante.


lucia di franco il 18 settembre 2015 alle 18:26 ha scritto:

Bella lettura interessante e costruttiva.

Misericordiae vultus - Papa Francesco
Libro

Studente Giuseppe e Nino Orlando il 18 settembre 2015 alle 16:46 ha scritto:

Un Giubileo che ha sconvolto in modo bello la vita di noi cristiani.
Un giubileo che ci rinnova dal centro dello spirito. Una bolla semplice e comprensibile a tutti. Semplicemente scritto e facilmente comprensibile anche a noi giovani.


Dott. Manuel Sant il 18 settembre 2015 alle 14:33 ha scritto:

Un libro che ho letto con molto piacere, scritto in maniera molto semplice attingendo da Antico Testamento e tradizione Ebraica, gli episodi della vita di Davide sono scanditi dai Salmi a lui attribuiti e che l'autore immagina scritti per determinate occasioni. Una lettura che si fa anche preghiera quindi.

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Mauro il 17 settembre 2015 alle 15:11 ha scritto:

Bel lavoro, da notare la ricca documentazione fotografica!!!
A proposito dell’uccisore, il materiale che viene presentato è davvero imponente e di prima qualità a cominciare dalla dettagliata documentazione sulle varie fasi che hanno portato il corpo del Serenelli dal cimitero di Macerata al Santuario Gorettiano di Corinaldo. Un evento questo che nel suo genere non ha precedenti.

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Antonio Zollo il 17 settembre 2015 alle 12:21 ha scritto:

“Lo straniero ci soccorre” è un titolo (un libro) bello, veritiero, coraggioso e profetico. Credo che raramente un testo abbia trovato – dal momento della pubblicazione - così rapidamente conferma del suo valore e della sua utilità nello svolgersi degli avvenimenti, quelli che da alcune settimane scuotono le nostre coscienze. “Lo straniero ci soccorre” è il risultato di una ricerca lunga, faticosa, tenace, volta a dimostrare, anche con un raffinato lavoro filologico, che nelle Sacre Scritture prevale nettamente il principio dell'accoglienza verso lo straniero, il riconoscimento del suo pieno diritto di cittadinanza, lo svelamento del “soccorso” che egli ci procura. E' una ricerca che approda in libreria nel momento in cui il problema dell'immigrazione e della risposta che ad esso siamo chiamati a dare domina l'agenda della comunicazione e della politica, suscita violenti contrasti e fratture inedite in Europa. E' un lavoro – quello dell'autrice – che resta però tutto nell'ambito delle sue competenze, che sono quelle di una teologa, di una biblista, di una donna di fede. Distinta e distante, dunque, dalla discussione quotidiana sul tema, discussione che degrada quasi sempre in una babele miserevole, sgradevole, il cui stesso linguaggio involgarisce oltre ogni limite. Ma ciò nulla toglie all'attualità del libro, anzi ne esalta il valore di strumento che ci può aiutare oggi a misurarci con il tema dell'immigrazione schivando il torrente di sciocchezze da cui rischiamo di essere travolti.

Siamo portati ad avere, anche per una certa pigrizia mentale e per un bisogno di autorassicurazione, una immagine statica dell'umanità e a pensare che i fenomeni migratori siano una eccezione dovuta a situazioni particolari e irripetibili. Non è così. La storia insegna che per sua natura l'umanità è nomade e che ciclicamente – quando una serie di eventi coincidono – i fenomeni migratori assumono dimensioni enormi, ritmi frenetici, sono inarrestabili e destinati a durare per un lungo periodo e perciò a modificare il volto del pianeta. Siamo nel pieno di una fase del genere. Qualche mese fa Papa Francesco disse ai giornalisti che lo accompagnavano in uno dei suoi primi viaggi all'estero: “Qualcuno teme la terza guerra mondiale, ma la terza guerra mondiale è già in atto, soltanto che è fatta di tante guerre”. Non fu preso molto sul serio. Ma guardate la cartina del pianeta e contate i conflitti in atto: guerre vere e proprie, guerre civili, interi paesi senza governo e nelle mani di bande armate. La guerra significa morte, fame. Aggiungete a ciò le persecuzioni, i regimi dittatoriali, il terrorismo, l'Isis e capirete che il Papa aveva colto nel vero: è diversa dalle altre ma quella in corso è una guerra mondiale, forse peggiore delle altre. Aggiungete ancora le carestie, i cambiamenti climatici, la scarsezza d'acqua in aree crescenti e si capirà perché tutto concorre a spingere milioni e milioni di persone, adulti con i loro vecchi e bambini a fuggire: dalla morte, dalla fame, dalla persecuzione.

Noi non abbiamo capito per tempo quel che stava per accadere, non ci hanno aiutato a capirlo. Non l'hanno capito – in gran misura – i responsabili della cosa pubblica a tutti i livelli, nazionali e sovranazionali. Non lo ha capito il sistema dell'informazione. E, dunque, non siamo stati neanche aiutati a capire. Celebriamo quest'anno i 70 anni della fine della seconda guerra mondiale e il primo centenario della seconda guerra mondiale. Ma l'Europa è sembrata aver smarrito la memoria e con essa gli insegnamenti di quelle due immani tragedie; e delle migrazioni che costrinsero milioni di abitanti del vecchio continente a cercare in America la libertà, la dignità calpestata, la speranza di una vita migliore. A milioni passarono (anche milioni di italiani) sotto la statua della libertà, donata agli Usa dalla Francia, e sul cui basamento i versi della poetessa Emma Lazarus dicono: “...datemi i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare libere, datemi i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate... mandatemi i senzatetto, gli scossi dalle tempeste...”. Viceversa, l'Europa è sembrata retrocedere verso un concetto di nazioni egoiste, intese come masi chiusi e non come comunità aperte. L'Europa che pure si è riconosciuta nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 ha chiuso frontiere e ha cominciato ad innalzare muri. Ce n'era uno in Germania e abbiamo atteso decenni per poterne festeggiare l'abbattimento, ora sorgono muri e nuove cortine di ferro. Non sono soltanto un simbolo di vergogna, di disonore, ma sono inutili, perché niente può fermare chi rischia la vita pur di fuggire dall'inferno che si è lasciato alle spalle. Nel corso di qualche decennio il volto dell'Europa cambierà, sarà una società compiutamente multietnica, come oggi è quella americana.

Improvvisamente – ecco perché anche il titolo di un libro può essere profetico – qualcosa è cambiato. Per la foto di un bambino annegato su una spiaggia turca? Per calcoli di convenienza (gli immigrati sono una risorsa per paesi in cui si assottiglia la quota di persone che lavorano rispetto alla crescita esponenziale della componente anziana della società)? Per un risveglio di coscienza, perché qualche leader di governo tira fuori le qualità di statista responsabile e lungimirante? Ci sono queste e, probabilmente, tante altre ragioni. Ma adesso almeno una parte dell'Europa – quella economicamente più solida e con assetti democratici consolidati – ha preso atto della qualità e delle dimensioni del fenomeno e apre le porte. “Lo straniero ci soccorre” potrebbe ben essere lo slogan di questa Europa solidale, accogliente. Si può essere, dunque, un po' più ottimisti, ma ci attende ancora un lavoro lungo e faticoso. La svolta impressa da Angela Merkel e dai paesi europei che condividono la sua scelta, da una parte rende onore al ruolo svolto dall'Italia, dalle sue strutture (militari, civili, religiose, del volontariato) per come si prodigano nella salvezza di vite umane e nell'accoglienza; dall'altra, mette a nudo un'altra Europa, essenzialmente quella dell'Est, dove disprezzo per l'altro, razzismo, xenofobia e nazionalismi esasperati sembrano essersi risvegliati da un lungo sonno per ripiombarci nelle tenebre che hanno fatto per ripiombarci in quelle tenebre di crudeltà che hanno fatto del 1900 il “secolo più terribile della storia occidentale”.

Ma il cambiamento c'è stato e, nonostante, le divisioni, il vecchio ulivo che è l'Europa potrà essere rinvigorito dall'olivastro, come spiega la bella metafora usata dall'autrice del libro, rovesciando una antica norma della botanica. Nuova linfa scorrerà e ciò non vale soltanto nel campo della fede, ma vale per un Europa che deve salvaguardare il benessere dei cittadini ma deve anche scuotersi dalla pigrizia morale e dall'indifferenza, ritrovare etica e valori. E ciascuno di noi è chiamato a fare la sua parte, con più coerenza e coraggio. Nella quarta di copertina si dice giustamente che se è vero che “l'esegeta non è un politico”, certamente il suo lavoro può ispirare il politico, l'educatore, il cittadino, il cristiano e l'operatore pastorale. Aggiungerei a questo elenco l'operatore della comunicazione, il giornalista. Non basta raccontare, descrivere quel che accade e farlo con la necessaria onestà. L'informazione ha il dovere di fornire riflessioni, ricerche documentazioni che ci aiutino a conoscere e a capire, deve parlare alla nostra ragione non alla nostra pancia. Purtroppo oggi, tranne poche eccezioni, ciò non avviene. La questione chiama in causa soprattutto il servizio pubblico radiotelevisivo, che non riesce a sottrarsi a una sorta di spettacolarizzazione del dramma dell'immigrazione. “Lo straniero ci soccorre” è un testo che varrebbe la pena di adottare nei corsi di formazione e aggiornamento professionale dei giornalisti.

Non tutto è scontato, dunque, neanche la svolta di questi ultimi giorni. Sovente le scelte si contraddicono, ci sono improvvise frenate. Ma nulla sarà più come prima. A noi è chiesto anche di non farci intimidire e sovrastare dalla virulenza (verbale e non) di chi considera un nemico lo straniero e chi lo accetta e lo aiuta. “Lo straniero ci soccorre” è un lavoro che può darci forza, perché ci aiuta innanzitutto a riscoprire noi stessi: ilprezioso lavoro di Giuseppina Bruscolotti è un raggio di luce che illumina la nostra mente e scalda i nostri cuori.

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Simone Venturini il 17 settembre 2015 alle 10:14 ha scritto:

Un bel libro scritto da un bravo e intelligente giovane. Si spera che, al più presto, possa essere letto da molti e soprattutto possa essere testimoniato da molti quanto scritto!

Spalatore di nuvole il 17 settembre 2015 alle 10:07 ha scritto:

Un libro che, finalmente, riesce a dare ragione in modo credibile del rapporto tra fede e politica!

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Agnese Genco il 16 settembre 2015 alle 15:01 ha scritto:

Lo consiglio a tutti: catechisti genitori nonni...non solo questo libricino ma proprio tutta l'intera collana Grani di sale!
E' un modo diretto per arrivare a interessare i propri bambini ma anche una classe di catechismo al cristianesimo senza fronzoli e con semplicità!

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Agnese Genco il 16 settembre 2015 alle 14:52 ha scritto:

E' un bel modo per avvicinare e incuriosire i bambini alla sacra scrittura...l'ho preso per il catechismo dei più piccoli e a dir la verità l'ho usato poco ma sicuramente lo consiglierei a tutti quei genitori che per mettere a nanna i piccoli faticano!

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