Citazione spirituale

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I misteri di Maria - Paolo Brosio
Libro
Paolo Brosio Piemme (marzo 2015, 322 p.)

franca pariani il 24 agosto 2015 alle 22:05 ha scritto:

Volume molto informativo ed esauriente, scritto con perizia. L'autore vuole presentare i messaggi della Regina della pace che ci invita tutti alla preghiera. Legati al messaggio di Maria possiamo sempre esseri sicuri della sua protezione come una grande mamma.


marta il 24 agosto 2015 alle 16:40 ha scritto:

I nostri giovani dorevbbero leggere le lettere di Bonhoeffer per imparare cos'è veramente l'amore. Dovrebbero introdurle nelle scuole, al posto dell'educazione sessuale e di quella dei gender, che disorienta e non fornisce ai giovani nessun significato sull'amore totale.

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francesco villani il 24 agosto 2015 alle 10:51 ha scritto:

bellissimo!!

Credo in Gesù Cristo - Fanzaga Livio
Libro

Ing. Ambra Guenda Ziraldo il 24 agosto 2015 alle 09:32 ha scritto:

Quando leggo i libri di Padre Livio nutro sempre il bisogno di esprimere un ringraziamento. La vita dell'uomo e della donna comune è ridondante di rumori, pensieri, attività e senz'altro il tempo da dedicare alla cura dell'io interiore è scarso. Padre Livio regala con i Suoi libri e a chiunque lo volesse, un concentrato di sapere sulla fede che non è comune né scontato. Ed ecco che ci parla di Gesù Cristo, ma non come fanno altri illustri scrittori, degni di rispetto culturale, ma che tuttavia non sono in grado di celare sino in fondo lo spirito eccessivamente critico, quasi volessero a tutti i costi far risaltare solo gli aspetti umani del Figlio di Dio, le Sue vulnerabilità, sino ad eccedere all'eccessiva immaginazione. Padre Livio ci parla di Gesù come se lo avesse conosciuto ieri, oggi, adesso. Gesù è vivo, presente, carismatico, autorevole. Spesso mi sono chiesta la reale differenza tra il significato di "Autorevolezza", "Autorità" e "Potere". Certamente i tentativi di spiegarne la differenza sono innumerevoli, anche sui dizionari on-line, ma qual'è il significato profondo? Ecco dunque che Padre Livio lo spiega, con assoluta chiarezza e naturalezza: ".. Nella sua radice etimologica l'Autorità è la capacità di far crescere. E' persona autorevole quella che fa crescere gli altri, deve quindi essere lei stessa una persona ricca di valori. In questo senso l'Autorità si distingue profondamente dal Potere. Quest'ultimo opera dall'esterno, a prescindere dal valore della persona che lo esercita. Il potere senza Autorevolezza diviene un guscio vuoto. Non solo non fa cresce le persone, ma le opprime …”. Il libro è scritto molto bene, chiaro, limpido, efficace e ci aiuta a conoscere Gesù, Amico affidabile, oggi, sempre.


Prof. Emilio Ricca il 24 agosto 2015 alle 08:30 ha scritto:

Non avrei mai voluto che finisse.

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orlando de carolis il 24 agosto 2015 alle 00:53 ha scritto:

Credo una buona introduzione ai personaggi biblici per quanti affrontano i racconti biblici per la prima volta.


Quaini Cristina il 22 agosto 2015 alle 11:26 ha scritto:

Raccontando fatti che accadono nel quotidiano di ognuno di noi, don Emanuele ci fa capire come non pregare, come non deve essere la nostra preghiera. La preghiera gradita a Dio, quella che sale veramente al cielo non è fatta con questo o quel rosario, e nemmeno perchè si recita questa o quell'altra formula. Appunto...formule...la preghiera non è una formula magica, ma l'intenzione che nasce dal cuore, un desiderio profondo di mettersi in sincero dialogo con Dio ogni giorno. Grazie don Emanuele per averci ricordato quanto la semplicità e l'umiltà siano gradite a Dio.
Nel libro anche questa citazione che molto fa riflettere: "Dalla notte dei tempi ascolto la preghiera degli uomini; mi piacerebbe tanto che, per una volta, gli uomini ascoltassero la preghiera di Dio. La preghiera di Dio agli uomini!" M. Boujenah

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Prof. Stefano Coccia il 21 agosto 2015 alle 15:33 ha scritto:

Libretto interessante che dà delle notizie, per me nuove, sul Ratzinger bambino e ragazzo. Anche se è una biografia breve che non richiede grande impegno nella lettura è molto intrigante, perché riesce a dare informazioni nuove che non avevo mai letto da nessuna altra parte. Sono rimasto colpito da quello che il Papa ha dovuto subire quando era stato reclutato forzatamente dal Reich. Interessanti sono anche le nozioni che dà sul Ratzinger esperto al Vaticano II e professore. Davvero affascinante è il capitolo che descrive Ratzinger arcivescovo e cardianale a Monaco. Sono stati anni in cui ha dovuto lavorare molto e dove è entrato in relazione con diversi mondi tra cui gli ebrei ed i non credenti. Non meno interessanti sono i capitoli che riguardano i problemi che Ratzinger dovette affontare quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, la Chiesa domanda perdono ed il terzo segreto di Fatima. Un filo rosso che collega tutto il libro e tutta la vita di Ratzinger è il rapporto con i giovani che sia come professore, come arcivescovo ed infine come Papa ha avuto sempre un rapporto limpido e diretto con i giovani. Per me questo Papa è davvero un grande uomo di Dio. Non voglio essere nostalgico ma vedere quest'uomo da vicino, come ho avuto l'onore io di parlargli e salutarlo, e leggere i suoi scritti così profondi e ed alla portata di tutti per me è il segno di quanto questo uomo è guidato dallo Spirito Santo. Che il Signore continui a benedire questo grande Papa.


emanuela fiore il 21 agosto 2015 alle 12:55 ha scritto:

Ottimo aiuto per chi è alle prime armi in cucina e per chi cerca qualche nuova idea. E' ricco di ricette, dagli antipasti ai dessert. Si presenta semplice nella spiegazione della preparazione delle pietanze.


Prof. Fabiana Scarpetta il 20 agosto 2015 alle 16:38 ha scritto:

Ottimo regalo per i ragazzi che si apprestano a ricevere il sacramento della Confermazione. Il testo aiuta i ragazzi di quest'età a riflettere sull'importanza della preghiera e, soprattutto, a pregare in maniera consapevole e individuale.


Prof. Fabiana Scarpetta il 20 agosto 2015 alle 16:27 ha scritto:

Bellissimo testo di Pino Pellegrino che aiuta tutti i catechisti a porsi degli interrogativi e a cercare di risolverli circa il modo di "dialogare" con i ragazzi a catechismo. Può essere usato per una "scuola catechisti" con i nuovi arrivati, ma soprattutto con coloro che svolgono il proprio servizio da anni per rimotivare e "modernizzare" gli incontri con i ragazzi e i bambini.


Prof. Fabiana Scarpetta il 20 agosto 2015 alle 16:19 ha scritto:

Sussidio molto interessante dove "attingere" idee per favorire il confronto e la discussione nel gruppo di ragazzi. Nel gruppo di ragazzi di terza media ha aiutato, in maniera simpatica e fuori dagli schemi, il dialogo anche con i più timidi.


Prof. Fabiana Scarpetta il 20 agosto 2015 alle 16:17 ha scritto:

Testo da utilizzare per strutturare degli incontri per catechisti; può essere utilizzato sia per incontri con catechisti nuovi, ma anche per ripensare il proprio percorso educativo per i catechisti che svolgono il servizio in parrocchia da anni.


Prof. Fabiana Scarpetta il 20 agosto 2015 alle 16:16 ha scritto:

Bellissimo testo per la catechesi con i ragazzi delle medie. Può essere utilizzato per l'inizio di un incontro "classico" di catechesi o per favorire la discussione sul valore della persona, sull'accoglienza, ....


Sergio Guarente il 20 agosto 2015 alle 15:59 ha scritto:

Il volume Lo straniero ci soccorre della Prof.ssa Giuseppina Bruscolotti affronta con grande competenza e sincera partecipazione il tema di stringente attualità dell’immigrazione, innervandolo magistralmente nel pensiero biblico, dal Vecchio al Nuovo Testamento, inteso come inesauribile fonte di orientamento e di ispirazione per la nostra prassi quotidiana e per il nostro atteggiamento complessivo nei confronti dell’immigrato, con la sua alterità intrisa di profonda dignità e di ineludibile umanità.
L’ammirevole padronanza della lingua ebraica e della lingua greca, da parte della Prof.ssa Bruscolotti, ci consente di entrare nella complessità testuale della Scrittura e di apprezzarne la pregnanza del linguaggio e della terminologia riferiti al tema dello straniero, inteso in primo luogo come immigrato, per individuare, infine, le modalità del nostro rapporto con l’Altro, con la sua diversità che ci interroga e ci stupisce. L’esito, davvero sorprendente e, per certi versi, sconvolgente, di questa affascinante ricerca linguistica e conoscitiva ci conduce alla consapevolezza, inattesa e controcorrente, inaugurata dal Cristo, della presenza dello straniero o immigrato come portatrice di soccorso e di speranza, tale dunque da donare un senso e un significato al nostro vivere, soccorrendoci non solo sul piano materiale (in particolare attraverso il lavoro, soprattutto manuale), ma anche, e principalmente, sul piano spirituale e della nostra relazione con l’eterno.
A tale proposito, questo straordinario ribaltamento di prospettiva, che attraversa il testo biblico e si invera nel messaggio cristiano, trova delle significative consonanze nel pensiero filosofico contemporaneo; in particolare, citerò due grandi filosofi del Novecento di origine ebraica, vale a dire Martin Buber ed Emmanuel Lévinas. Partendo da Buber, mi preme sottolineare la sua affermazione secondo cui l’Io autentico, ovvero la persona, si costituisce solamente entrando in rapporto con altre persone, in quanto l’Io “si fa Io solo nel Tu”: la relazione umana, pertanto, va intesa essenzialmente come dialogo, come ininterrotto ascolto e convinta volontà di comprensione tra gli esseri umani, inestricabilmente uniti nel campo relazionale della propria comune umanità. E questo carattere dialogico dell’incontro tra gli esseri umani, con il superamento dell’egoismo e dell’infondata pretesa dell’autosufficienza, è sviluppato in modo magistrale da Lévinas, che sostiene una filosofia dell’Altro, in grado di superare un tratto caratteristico della cultura e dell’ontologia occidentale, vale a dire il rifiuto dell’Altro, alla radice di grandi tragedie, il cui culmine è rappresentato dai campi di concentramento nazisti. Si tratterà allora, secondo Lévinas, di vincere la violenza dell’uomo sull’uomo e l’intolleranza verso il “diverso”, attraverso l’esperienza fondamentale dell’incontro con l’Altro, ossia con il prossimo. In altre parole, il superamento di una soggettività egoistica e totalizzante si manifesterà come incontro concreto ed esperienza vissuta con l’Altro, con la sua irriducibile alterità. Questa alterità dell’Altro si manifesta concretamente come volto dotato di autosignificanza, in quanto si impone di per sé, con la sua nudità e la sua trasparenza, si auto-presenta indipendentemente da qualsiasi contesto ambientale o sociologico. Per queste sue caratteristiche, il volto si pone come l’assolutamente trascendente: dunque, “l’infinito si presenta come volto dell’Altro”; questo è il volto che corrisponde, biblicamente, al povero e allo straniero, alla vedova e all’orfano, per cui, immedesimandoci in esso, partecipando alla sua limpida e maestosa dignità, riusciamo a trascendere noi stessi, vivendo l’esperienza inebriante dell’infinita ricchezza della nostra pulsante umanità.
La rilevanza e l’attualità del pensiero di Lévinas trovano una drammatica conferma nelle immagini sconvolgenti, trasmesse dai moderni mezzi di comunicazione, dei profughi che si dirigono verso le nostre coste: ebbene, il loro volto, al tempo stesso dolente e maestoso, ci consegna al nostro rapporto con l’Altro e alla responsabilità che abbiamo nei suoi confronti; di certo, questa esperienza non sminuirà o indebolirà la nostra identità, ma piuttosto la rafforzerà e la arricchirà, perché solo dalla relazione e dall’incontro dialogico con l’Altro, con lo straniero e la sua differenza, potremo ravvisare e cogliere la pienezza del nostro essere.
Come possiamo leggere nel saggio della Prof.ssa Bruscolotti, “lo Straniero bussa alla porta della nostra anima”, invitandoci a deporre le armi della paura e dell’odio, per aprirci piuttosto all’amore e alla solidarietà. Occorre raccogliere il messaggio di un grande filosofo cristiano, Blaise Pascal, che ci invita a comprendere quanto sia importante la scelta del nostro cuore di decidere se indurirsi e pietrificarsi nei confronti di sé stesso e di tutto ciò che ci circonda, o se piuttosto aprirsi alla prospettiva dell’amore e della bellezza, che sciolgano, con grazia e dolcezza, il risentimento e l’amarezza, l’indifferenza e l’egoismo. E il messaggio di fondo che sorregge il volume della Prof.ssa Bruscolotti, a cui rinnovo i miei più vivi complimenti, è rappresentato proprio dall’invito a sciogliere il nostro cuore e la nostra indifferenza, per assaporare il calore appagante dell’incontro e dell’accoglienza, che fascerà le ferite delle nostre amarezze, versando in esse l’olio e il vino della speranza, dell’apertura fiduciosa al valore inestimabile della nostra appartenenza alla comunità umana.

Massa Martana, 9 agosto 2015
Sergio Guarente

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