Citazione spirituale

La voce dei clienti

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Pasquale Silvestri il 24 agosto 2011 alle 14:31 ha scritto:

Per chi è ammalato questi 5 misteri commentati aiutano tanto e danno molta forza...leggete e pregate...

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Pasquale Silvestri il 24 agosto 2011 alle 14:24 ha scritto:

Bellissima raccolta di preghiere rivolte allo Spirito Santo. Bella grafica. Ottimo anche come dono/regalo.

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Ing. Ambra Guenda Ziraldo il 24 agosto 2011 alle 13:32 ha scritto:

Importante approfondimento della figura di Satana nella storia e nella vita quotidiana, instancabilmente orientato alla distorsione della Verità, nell'unico intento di strappare le anime alla luce. Nel libro sono contenuti moltissimi passaggi che fanno spalancare gli occhi della mente del lettore. Possiamo leggere pensieri come il presente:"L'uomo ridotto alle fami del suo corpo, che nasce dal caso e scompare dal nulla". L'uomo comune oggi pensa questo, ma come sottolinea chiaramente Padre Livio, l'uomo è una creatura che ha perso la sua dignità, la sua bellezza, la sua grandezza e il suo destino immortale e divino. C’è dunque da chiedersi se questa smania di autoaffermazione presente nel modo contemporaneo di pensare, sia stata ed è in grado di realizzare la vita di un uomo, una vita che viene trascorsa consumandola lontana da ciò che dovrebbe invece rappresentare l’obiettivo del vero ambizioso. La fede promette dignità, bellezza e grandezza. Solo questa parte della promessa dovrebbe catturare l’interesse dell’uomo. Ma allora perché l’uomo si lascia abbagliare da ciò che si contrappone al bello, alla dignità e alla grandezza? Per il lettore che non avesse ancora capito, il libro sarà mirabilmente in grado di spiegarlo.

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Prof. LUISA SENTIERI il 23 agosto 2011 alle 14:24 ha scritto:

si vero, molto convenienti

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Prof. LUISA SENTIERI il 23 agosto 2011 alle 12:53 ha scritto:

Grazie infinite a voi LIbreriadelSanto.

Prof. LUISA SENTIERI il 22 agosto 2011 alle 13:38 ha scritto:

Non avrei detto che ci fossero pochi santi, ma spero che quando mi arriverà scopra qualcosa di nuovo che non conosco

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Suor Manuela Accamilesi il 22 agosto 2011 alle 22:08 ha scritto:

Chi ha letto Piedi di cerva sulle alte vette non può non leggere questo secondo libro che ne è la continuazione all'insegna della testimonianza. Solo l'amore cambia e resta... tutto il resto passa.


Dott. Manuel Sant il 22 agosto 2011 alle 14:55 ha scritto:

In questo ultimo anno papa Benedetto XVI si è molto soffermato sulla spiritualità dell'Europa del Nord e questo testo risulta un importante approfondimento sul tema.
Il riferimento al "libro II" si riferisce al fatto che la pubblicazione rappresenta la seconda parte di cinque in cui si compone l'opera attribuita alla santa, ma solo questa è sicuramente genuina, dalle pagine traspare con grande intensità l'esperienza mistica di S. Gertrude, colpisce in particolare il suo sforzo di descrivere le sensazioni provate nel suo rapporto con Dio e quanto la sua spiritualità faccia da Introduzione a S. Margherita A. e S. Faustina K.

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john il 22 agosto 2011 alle 11:59 ha scritto:

Che i miracoli non siano, di per sè, segno di santità, ma possano, al contrario, essere elementi di inganno, lo dice chiaramente Gesù:
"In quel giorno molti si presenteranno a ME dicendo: Signore, abbiamo fatto miracoli nel tuo Nome; ma Io dirò loro: non vi conosco, allontanatevi da ME, operatori di iniquità".
Chiunque non indica nella Conoscenza di DIO il fine della nostra vita, e in CRISTO l'unico Maestro, l'Unica Via x giungervi, è un falso profeta.
Ecco l'importanza assoluta di conoscere le Parole di Gesù.

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Elena Bronzini Bedini il 22 agosto 2011 alle 01:16 ha scritto:

L'ho regalato alla mia sorellina in occasione della Cresima. Dà risposte molto semplici, ma esaurientissime, a tanti piccoli e grandi interrogativi che a quell'età cominciano ad affollare la mente dei ragazzi, ma che non chiedono ai grandi. Dal "Cos'è la Bibbia?" al "Rivedrò il mio animale in paradiso?", al "Perchè la festa di Halloween è più divertente di quelle dei Morti e dei Santi?". Non è certo un libro da leggersi tutto d'un fiato, ma certamente non mancano per i più piccoli, ma neanche per i più grandi, le occasioni per trovare risposte a tante domande e confrontarsi a riguardo.


Bendettine del SS.Sacramento il 21 agosto 2011 alle 21:23 ha scritto:

Trovo questo testo molto bello oltre che "attuale". Oggi più che mai il dialogo con il mondo lontano dalla Chiesa e, più in generale, dall'incontro autentico con Cristo, può essere rinsaldato e favorito non a pratire da ideologie nè tanto meno dai cosidetti "valori". Il relativismo - che non è solo una questione etica, ma prima di tutto culturale e, quindi, antropologica - crea smarrimento nelle coscienze per cui ciò che per uno è "valore" per un altro non lo è assolutamente. Questo clima frammentario e instabile può essere risanato perciò a partire da un'autentica razionalità. L'intelletto è fatto per la verità, l'uomo cerca per sua natura la verità ed è perciò quello - la ricerca appassionata e leale della verità - il punto di convergenza verso cui tendere per ricostruire il dialogo autentico.
Ecco, io penso che lo sforzo della Chiesa di questi ultimi anni - a partire forse già da Paolo VI, e poi sempre più chiaramente con Giovanni Paolo II e ora con Benedetto XVI - sia andato proprio in questa direzione e così dovrà continuare. Allora, non possiamo che accogliere con gratitudine l'esperienza nuova e interessante del "Cortile dei gentili" e il testo di Fazzini che raccoglie interviste così belle e variegate nello stile e nei contenuti, ne è un'espressione estremamente affascinante e felice.

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francesco il 21 agosto 2011 alle 12:10 ha scritto:

Non si può negare che alcune misure prese dal papa fossero controcorrente rispetto al Vaticano II: tanto è vero che spesso ha dovuto fare marcia indietro. Bisogna comunque apprezzare del papa la sobrietà e la non teatralità. Però quel pastorale con la croce imperiale d'oro dà tutto il senso di una Chiesa tornata all'autocrazia clericale, con l'emarginazione effettiva dei fedeli laici costretti a stare nel recinto loro assegnato. Insomma è saltata la dimensione ecclesiale della Chiesa e trionfa quella gerachica e clericale. Non è questa la Chiesa dei Vangeli, la Chiesa di PaoloVI.

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Bendettine del SS.Sacramento il 21 agosto 2011 alle 11:33 ha scritto:

L’articolo di padre Todisco è veramente molto bello, impegnativo e strutturato: per questo sollecita una lettura attenta, non superficiale e affrettata. La ricchezza di contenuti apre la strada a innumerevoli piste di riflessione che non è possibile esaurire nello spazio limitato di un commento…
Mi limito perciò solo a qualche considerazione su alcuni punti che più mi hanno colpito.


«È quest’apertura del finito all’Infinito il metro del nostro essere, rispetto a cui il tema della grazia, e dunque ciò che viene in maniera radicalmente gratuito da Dio, appare “naturale”, vale a dire rispondente alla nostra effettiva potenzialità. La teologia è l’inno alla grandezza dell’uomo, e questa riposta nella capacità non di fare ma di ricevere» (Pag. 52-53)

Approfondendo il pensiero di Scoto ci si imbatte nel discorso del “volontarismo”: è un termine effettivamente poco felice, non scevro da ambiguità. Trovo che l’ampio e articolato approfondimento di padre Todisco aiuti a riconciliarsi con questa parola e con quanto essa veicola. Se tutto accade non principalmente in virtù della sapienza di Dio, ma della sua volontà, allora Dio appare come un Dio capriccioso, despota che opera senza un criterio “buono”, adeguato all’uomo. Non è così! In realtà attraverso questa volontà – è importante dire proprio “attraverso”, e non “malgrado” – si realizza il dono “gratuito di Dio”, e si manifesta il suo amore. Così, ciò che appare naturale – come dice Todisco – è “rispondente alla nostra effettiva potenzialità”.
Più avanti, infatti, nel V paragrafo dell’articolo - a pag. 68 per l’esattezza -, si legge: «Essendo suprema, questa libertà non lascia spazio a interrogativi morali, se ciò che è creato possa dirsi giusto o se buono, ma non ottimo, essendo tutto segno della sua libertà, insindacata, perché suprema76. E cos’è tale libertà se non un altro nome della trascendenza divina e, da un altro punto di vista, un altro nome dell’amore divino?


«L’io non è originario. L’io è derivato, frutto dell’atto creativo e dunque di un gesto di libertà, che ha preso forma nel tempo, assimilando valori e principi, con cui si è solidificato».

Questa affermazione è molto bella ed è estremamente importante. Può essere una valida risposta all’affermazione – tanto rivoluzionaria quanto destabilizzante – di Cartesio: “cogito ergo sum”. La constatazione – così apparentemente semplice – che l’”io non è originario”, e che quindi c’è qualcosa che precede l’”io”, c’è una “datità” evidente che non può essere negata, porta necessariamente alla conclusione che l’”io” esiste solo in virtù di un “atto creativo”.Quindi “io sono”, “penso” in quanto “sono dato” da qualcuno o qualcosa che mi precede.


«Il possibile è tale, anche se Dio non esistesse» (Pag.63)

E’ interessante questa affermazione, nella sua incisività. Non a caso, parlando delle “prove dell’esistenza di Dio”, Scoto rigetta la prova ontologica di Anselmo, affermando che non ha valore probativo, ma solo persuasivo; e quella aristotelica (quella sviluppata da Averroé) del moto primo, perché è impossibile identificare il moto primo con Dio. Scoto fa piuttosto affidamento alla prova della causalità: se nel mondo vi è qualcosa di producibile non può prodursi da sé o venire dal nulla. L’affermazione in oggetto – “il possibile è tale anche se Dio non esistesse” – si pone in fondo, o almeno così mi pare – quale radicalizzazione estrema della prova della causalità.

Estremamente ricca e avvincente la riflessione finale di padre Todisco che sintetizza abilmente in una sola parola: libertà. Infati: «L’epilogo è il potenziamento della libertà creativa, che implica il privilegiamento del soggetto e la connessione tra libertà e azione in un contesto di effettiva novità, fuori del cerchio del dominio, destinato prima o poi a esprimersi nella relazione verticale di comando-obbedienza» (Pag.75).
Mi ha colpito molto la parte conclusiva – di cui ho voluto riportarne solo una frase significativa –. Per me che sono consacrata – e felice di essere tale! – è bello poter riflettere sul voto di obbedienza in termini di libertà. Forse sto andando “oltre” il discorso di Scoto e di padre Todisco, ma mi piace fare una attualizzazione delle affermazioni contenute nell’articolo; tanto più che sia Scoto che padre Todisco sono religiosi e quindi soggetti al vincolo dell’obbedienza – per quanto, credo almeno, vissuto con modalità e percorsi molto differenti …. -. Io penso che troppo spesso si parla di “obbedienza” – sia come voto che come vincolo per ogni battezzato al Magistero della Chiesa, ad esempio – in termini negativi, come un pesante fardello che ci viene addossato da personaggi loschi e cattivi – i Superiori, il Papa ecc.ecc. -. In realtà, l’esperienza dell’obbedienza – se vissuta nella sua integrità antropologica e cristologica – è un’esperienza di autentica libertà e quindi di piena realizzazione della persona, oltre che del cristiano. Qui il discorso si fa molto lungo ed esula probabilmente dal contesto, ma posso garantire che è così.


lucia MAFFI il 20 agosto 2011 alle 22:34 ha scritto:

Una nuova via aperta dal più grande mistico del 900. Una nuova prospettiva di lettura del rapporto da vivere con il Padre: non un procedere in ascesi, ma di "scavo" dell'uomo in sé e nell'immensità di Dio. Non un perdersi nelle profondità del mistero, ma un nutrirsi e gustare "latte e miele" in abbondanza.


max il 20 agosto 2011 alle 21:10 ha scritto:

Ho letto con grande interesse questo libro: una presentazione del tema della bellezza in teologia, secondo la linea dell'antropologia del dono. Un teologo francescano medioevale, rivisitato in versione attuale: San Bonaventura ha molto da dire nel nostro tempo

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