Citazione spirituale

La voce dei clienti

Tutti i commenti (da 28741 a 28755 di 31907)


Umberto Masperi il 16 agosto 2011 alle 16:46 ha scritto:

Giorno dopo la festa dell’Assunta, desiderio di consigliare un testo di una grande donna. Un “incontro” con Edith Stein che risale a tre anni fa: volendo dedicarmi alla lettura di alcuni pensatori della storica scuola fenomenologica , dopo il solito riferimento ad Husserl e a chi se ne è … poi staccato ( pur dovendo molto, come Heidegger e Sartre, ormai quasi fuori moda) ho scelto, un po’ alla maniera …agostiniana ( tolle lege) la figura di una donna, quindi : Edith Stein. Dapprima c’è stato l’infarinatura attraverso due monografie di presentazione, scritte da … altrettante donne ( che presentano questa donna , che è, da quanto ho capito, loro punto costante di riferimento ):Carla Bettinelli, Angela Agnes Bello.
L’intenzione, subito dopo, era di leggere gli scritti di filosofia della… filosofa-mistica-carmelitana-martire nel lager nazista ( per volontà di ‘vendetta’ di coloro che furono prima “loro” stessi vittime del MALE vissuto come programma di ideologia politica :Shoah). La lettura di quei testi filosofici continua ( ormai quasi al termine), molto impegnativa : sempre testimonianza ed alimento di grandezza di pensiero.
Ringrazio il cielo perché, mentre ora non mancano momenti di scoraggiamento nel lavorare su un terreno così faticoso, allora, all’inizio, lessi d’un fiato la sua autobiografia: “Dalla vita di una famiglia ebrea.” Dopo il primo capitolo, un po’ deludente ( lo confesso) per quei riferimenti di carattere familiare ,ecco lo scorrere di pagine e pagine che ti fanno capire veramente cosa significa essere una grande donna. Una grandezza che non si può riassumere (la formazione intellettuale della giovane e dell’adolescente), l’impegno negli studi universitari, la testimonianza nel mondo di sofferenza dei soldati feriti, prima guerra mondiale, ospedale militare. La tesi (altro testo prezioso) e la “laurea ” Summa cum laude” ,il cammino che porterà al Carmelo (che il lettore può ricostruire dentro di sé, perché la donna ebrea è stata illuminata da una luce che è quel dono misterioso che le darà il coraggio estremo). Questo testo, e bisogna pur dirlo, è stato scritto da chi viveva intensamente la sua ‘parola’: sicurezza e padronanza di scrittura, personalità forte come le eroine bibliche del passato. E quando, deposto il libro, ti senti dentro “qualcosa” che non ti lascia più, provi solo il desiderio di ringraziare Dio e chi lo ha testimoniato, nella sua non lunga esistenza ( 51 anni). Ed ogni volta che leggo il discorso filosofico di questa donna provo “ qualcosa” che non si verifica con altri grandi maestri del pensiero,di tutti i tempi. Ma, me lo ripeto sempre: la “Summa cum laude” è stata data da un “ A L T R O” alla sua vita, alla vita di questa donna fulminata dalla lettura in una notte della vita di Santa Teresa d’Avila .


Gianluigi Fiori il 16 agosto 2011 alle 16:11 ha scritto:

Filmati tecnicamente ben fatti, efficace descrizione audio e video dei vari avvenimenti.
GIANLUIGI FIORI.


CONSORZIO G.P. I il 16 agosto 2011 alle 11:22 ha scritto:

Un libro stupendo che da emozioni e che racconta la vita di chi non ha mai avuto paura di prendere posizione su temi che 60 anni fa erano difficili da toccare. Ne consiglio vivamente la lettura.

Leggi tutti i commenti (2)

Dott. Manuel Sant il 15 agosto 2011 alle 15:53 ha scritto:

Opera di riferimento della spiritualità della Santa e di tutto il periodo in cui visse, nonostante la trasposizione in italiano corrente rimane comunque un testo di difficile approccio, ma di grande intensità spirituale.

Leggi tutti i commenti (6)

Umberto Masperi il 14 agosto 2011 alle 12:19 ha scritto:

Chi portava i calzoncini corti negli anni del Vaticano II ha sempre ricordato, nella sua vita, quella "novità" che poi alcuni hanno dimenticato forse troppo presto, o di cui altri ancora non sanno rendersi conto (nati anni dopo) della sua portata; discorso che vale in tutti i settori, compreso quello liturgico. E' fresco il ricordo ( che molti hanno già rimosso !) della polemica 'circa’ alcuni uomini di chiesa che si sono intestarditi sull'antico rito. Entriamo nello specifico: la "novità" liturgica della valorizzazione, nella celebrazione eucaristica, della ... "liturgia della parola". La PREDICA , allora,divenne nel linguaggio corrente :"Omelia", con la sottolineatura che doveva essere un approfondimento del messaggio delle tre letture ( il riferimento è chiaramente alla messa domenicale). Le prediche , “talora “(per essere benevoli con l'avverbio di tempo) sono di una noia mortale (se non sproloquio ) nel migliore dei casi: considerazioni MORALISTICHE che ,come certe medicine , vanno bene ( e quindi: male!) per tutto,sempre ( ed il biblista Bruno Maggioni stigmatizzava, nei miei anni di studio, quegli studenti universitari del suo corso che si presentavano all'esame, senza aver lavorato seriamente nell’approfondimento della Bibbia : “Pensano che basti andare ad ascoltare qualche predica del loro parroco, e poi venire qui”.). MORALISMO che Kierkegaard attaccò duramente ai suoi tempi perchè a tale livello si era ridotto il cristianesimo ( quindi :a ... semplice dimensione umana ). Il ‘ commento ' dell'omelia va preparato, non improvvisato: leggere,rileggere , studiare,nel corso della settimana,i passi biblici, per poi far emergere il discorso breve ed approfondito. E' quello che fa , con la penna, non a voce ( la voce sarà di altri !) l’ esegeta, FILIPPO SERAFINI. Questo libro ( "lo iota ed il trattino") è il commento (esegetico-teologico) dell'anno A.
Al sottoscritto, dopo aver utilizzato gli altri due (Anno C ed anno B, vedi elenco) rimane da aggiungere un augurio: se non lo utilizzano i sacerdoti, lo facciano quei fedeli che vogliono crescere come quel bambino dai calzoncini corti che ... approfitta dell'occasione concessa dalla 'Libreria del Santo' ( questo spazio di commenti) per dire : GRAZIE,GRAZIE ( a chi ci offre questi “strumenti).
L'OMELIA-IOTA ci dà nuovo ossigeno; il nostro potrà diventare linguaggio autentico (non più la chiacchiera che soffoca la PAROLA).


Umberto Masperi il 14 agosto 2011 alle 08:34 ha scritto:

PREMESSA:

Il riferimento, partendo dalla segnalazione di questo testo, sarà all'opera omnia (“Tutte le opere. Testo greco a fronte (rilegato)
di Dionigi Areopagita - Bompiani – 2009) stranamente assente dall’elenco ufficiale della libreria.


Cercare di esprimere un commento per un’opera di così grande rilievo ed importanza storica (per il pensiero filosofico e teologico occidentale) fa emergere il proprio senso di ‘piccolezza’. Ma la riflessione può anche,semplicemente,essere una considerazione (’personale’-soggettiva) su quello che si prova dopo quella paziente lettura che, finalmente, ci consente di andare oltre gli schematismi della manualistica. Una lettura , in casu, rimandata per anni ed affrontata quando si desidera valorizzare del tempo libero di cui si può disporre in una certo momento della propria vita. La “perla” ( lo può dire anche un laico !) rimane per anni nel proprio scaffale ( prima edizione Rusconi, anni 80) poi …la si prende tra le mani, ci si lascia illuminare dalla sua luce.
Occorre, è vero,una preparazione di base, ed un interesse di fondo, proiettati verso il proprio arricchimento spirituale, grati a chi ha lavorato per anni nella traduzione,o ha curato intelligentemente l’introduzione, ha aggiunto le sintesi di inizio di ogni capitolo dei quattro trattati , ed una ancor più intelligente collocazione delle note a più di pagina ( e non a fine capitoli come talora - scelta “fastidiosa”,non intelligente - si trova in molti libri). H.I. Marrou ( lo storico del secolo scorso) diceva che per comprendere il passato ( si riferiva al Medioevo) occorre “ farsi un’anima nuova”. Questa affermazione … la si potrebbe invertire : una grande opera del passato ( dell’antichità classica, quasi prodromo del M.E.) può … far sorgere in te un’anima nuova.
*** I primi due trattati (“la gerarchia celeste”, “la gerarchia ecclesiastica”) hanno fatto risentire l’eco di alcuni stupendi testi della prima patristica, con quella ricchezza ,a livello teologico-liturgico, che stimola a vivere ancor meglio l’ “attuale” simbolismo in parte tuttora presente nella vita cristiana (dalla liturgia all’ arte sacra; dal pensiero teologico ad un certo lirismo poetico di pensatori cristiani, l’Alighieri in primis).
*** La “teologia mistica” ( quarto trattato in questa edizione), è un gioiello di sintesi del discorso molto articolato del trattato centrale ( I nomi divini) che hanno reso celebre Dionigi esercitando sui grandi di ogni epoca,quell’influenza cui si accennava all’inizio : problematica di cui non si potrà fare a meno per dare vita e per alimentare … l’”anima nuova”.
Necessità,in chi scrive, per uscire,nuovamente, dall’appiattimento del non- senso di tanta cultura del nostro tempo ( che pure si è sempre impegnato a studiare ed approfondire:… nihil alienum … ).


fulvio testa, fulviotesta@alice.it il 13 agosto 2011 alle 16:42 ha scritto:

Bellissimo e a un prezzo competitivo e di ottima qualità.

Leggi tutti i commenti (4)

fulvio testa, fulviotesta@alice.it il 13 agosto 2011 alle 16:40 ha scritto:

Bellissimo, bel ricordo che metterò in vista.

Leggi tutti i commenti (2)

Umberto Masperi il 12 agosto 2011 alle 22:39 ha scritto:

Secondo commento, quale ... 'post scriptum'.
Il punto debole della prospettiva teilhardiana è, a parere di chi scrive,il problema del MALE. Lo si avverte nel corso della lettura, specialmente nella parte finale ( cap.4,§ 3: La Terra Finale), ti urta e ,se sei abituato ad essere sensibile alla dimensione storica (il tempo: tuo e quello dell’autore che leggi), ti ‘impressiona ‘quando leggi alla fine (prima stesura): Pechino,giugno 1938,giugno 1940 , perché l’immaginazione subito prevale, sotto forma di una semplice domanda: “Ma cosa accadeva nella Cina di quegli anni ?“, ed era ALLORA che venivano scritte queste pagine! Poi trovi la “sorpresa” di … dieci anni dopo: “Appendice. Alcune osservazioni e l’importanza del male in un Mondo in Evoluzione”.Roma,28 ottobre 1948. L’appendice, infatti, conferma che il problema è (era )reale, e tale replica lascia ancor più insoddisfatti. VIENE da chiedersi: “ Gli antichi (i Greci), alba del pensiero filoofico, avevano capito che BENE e MALE sono inscindibili … possibile che il Nostro non abbia avvertito il problema che il culmine dell’evoluzione ( “ Riflessione”, “Noosfera”) comporta proprio la ‘necessità ‘del ‘darsi’ del Male?” Ed il male,però, guasta tutto (basta trattare il “fenomeno”male, in unum col “fenomeno umano”, e sarà chiaro). Non solo, la riflessione teilhardiana sulla religione, sul cristianesimo nello specifico, non è a senso unico? Cristo, il DIO-UOMO, non è solo da vedersi come il punto di convergenza ( il Dio-omega), ma prima ancora come la risposta al problema: “ per vincere il male Dio è morto in croce “. E noi che continuiamo sulla linea dell’evoluzione, ci dibattiamo,ci scontriamo ogni giorno con questa realtà, da cui saremo sempre condizionati. Il livello della fede ci mette davanti alla ( ad una ) ‘resurrezione’ nel corso del processo di evoluzione.Teilhard scienziato non doveva prenderne atto?

Umberto Masperi il 12 agosto 2011 alle 15:39 ha scritto:

Il lettore, anche chi ha familiarità con i libri di ogni tempo e natura (argomento), è non poche volte vittima dalla sua debolezza umana: fa una scelta condizionato oltre che dal nome dell’autore, anche dal titolo. Da “Il fenomeno umano”, ci si aspetterebbe subito una trattazione del problema-uomo. Viene dedicato ,invece,a tale aspetto specifico un terzo delle quasi trecento pagine ; da qui è chiara la caratteristica di fondo: analisi ampie,articolate, intense del tema “evoluzione” a partire dalle origini della realtà che ci circonda (la materia, la previta). Tuttavia sul fenomeno-uomo , secondo l’ottica di un naturalista ,troviamo precisazioni ed osservazioni,degne di sottolineatura;forse il commento migliore ( delle parole del lettore, che rimane “responsabile “ della scelta) è ricordarne un paio.
* Dall’Avvertenza: “ Per essere correttamente inteso,il libro che qui presento non deve essere letto come un’opera di metafisica,ancora meno come una sorta di saggio teologico,ma unicamente ed esclusivamente come una memoria scientifica. La scelta del titolo lo indica. Solo il Fenomeno. Ma anche tutto il Fenomeno.”
** Dal Prologo:”Centro di prospettiva,l’Uomo è nel medesimo tempo centro di costruzione dell’Universo”.
^^^ A) Sappiamo tutti che la rivoluzione scientifica, copernicana, ha messo in crisi questo concetto della centralità a livello …‘fisico’; sarà merito del pensiero filosofico successivo, maturo, da Kant in poi, aver riscoperto un altro tipo di centralità ( non più solo… “ il cielo stellato sopra di noi”, ma “ la legge morale in noi “). CENTRALITA’ molto problematica che ,avendo le sue radici in quel grande dono di Dio, per un credente (la LIBERTA’), può esplodere in QUELLA terribile del male ( pensiamo alla tragedia del secondo conflitto mondiale ,secolo scorso; due sole parole: Auschwitz, Hiroshima).
^^^ B).Conosciamo tutti l’insistenza caratteristica di Teilhard: l’evoluzione ha una direzione … il Pensiero,la Noosfera , che ci orienta verso il punto Omega. Ciò non deve,però, farci dimenticare che il pensatore francese del secolo scorso cammina (sa camminare) coi piedi per terra: e quanti ,ai suoi tempi ed ancora oggi, se lo dimenticano?
^^^ Risuona una domanda così semplice.
*** ”L’Uomo non poteva certo accorgersi dell’Evoluzione attorno a sé senza sentirsi da questa in qualche misura coinvolto”. (p.204).
Tante sono le suggestioni che ci potrebbero stimolare; dovendo concludere ( a causa dello spazio consentito ) non lascio cadere un aspetto sul tema del cambiamento ( da quei fenomeni che hanno richiesto milioni di anni, poi centinaia di migliaia, quindi decine …infine alcuni millenni– le civiltà storiche –,ai più conosciuti dai libri di storia di ‘solo’ qualche secolo ) :
**** “ In questo momento, stiamo passando attraverso un cambiamento di Età. … (nds: cioè…Industria,Petrolio,elettricità,Atomo, ecc. ecc)… L’avvenire deciderà quale nome sia il più adatto per definire l’era in cui stiamo entrando. Poco importa il termine. Ciò che conta,invece, è il fatto di poter dire a noi stessi che a prezzo di ciò che sopportiamo, un passo ulteriore,un passo decisivo della Vita si sta compiendo in noi e attorno a noi.” (p.200).
^^^ “ Avvenire”… rispetto a Teilhard siamo " NOI" (mezzo secolo dopo), il ‘ termine’ non ci è sconosciuto ( informatica-virtuale), ma abbiamo maturato (anche se, contraddittoriamente, ce lo dimentichiamo il giorno dopo), che “evoluzione”, rispetto all’ affascinante tesi teilhardiana, è quello che abbiamo più volte dimostrato di fare, noi uomini: balzo in avanti, ed … altrettanto … possibile balzo all’ indietro. … Il discorso deve continuare, dopo aver chiuso il libro ( rimanendo sempre aperto il nostro ... libro della vita).


Dott. Manuel Sant il 12 agosto 2011 alle 17:27 ha scritto:

Il titolo potrebbe far pensare ad un testo superficiale o provocatorio invece si tratta di un opera di sicuro riferimento sulla liturgia com'è stata, com'è e come potrebbe essere. Testo piacevole e contenuti rigorosi ne fanno un lavoro consigliabile e prezioso. Davvero interessanti e importanti i riferimenti scritturistici ai vari momenti della messa.

Leggi tutti i commenti (6)
YOUCAT - AA. VV.
Libro
AA. VV. Città Nuova (giugno 2011, 256 p.)

Marco il 12 agosto 2011 alle 12:04 ha scritto:

Sul punto 420 è stato pubblicato il foglietto dell'errata corrige che viene inserito nel libro; quindi è stato corretto il termine erratamente tradotto con "anticoncezionali" con "regolazione della fecondità".
Ho letto il punto 382 ed il problema credo sia stato l'uso del termine eutanasia passiva.
Per un verso mi sembra corretto perché l'eutanasia passiva, nel senso in cui se ne parla nel punto, e che dice essere ammessa, non è altro che la cura del morente. Cioè non si tratta di omettere di curare il paziente (es. togliere alimentazione o idratazione) ma di non fare ciò che viene definito accanimento terapeutico.
Forse è stato infelice l'uso del termine eutanasia passiva, che in bioetica si intende una omissione di sostegno clinico che ha l'effetto di far morire il malato.
Si fa cenno alle cure paliative ed alle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT) la cui legge in Italia è tornata al Senato per l'approvazione definitiva, ma si dice chiaramente che non si può mai interrompere la cura del paziente.
Quindi, fatta eccezione per il termine eutanasia passiva che può essere ambiguo, non vedo errori di morale.

Leggi tutti i commenti (16)

Prof. Maria Chiara Valenziano il 11 agosto 2011 alle 18:06 ha scritto:

Un'appassionante excursus storico, geografico e teologico sul susseguirsi di coloro che hanno scelto di seguire Gesù, il Maestro. Lungo la storia, alterne vicende, ma con un unico comune denominatore:nel Nome di Gesù, per il quale ogni cosa si compie ed ogni evento si realizza. Così, in modo semplice, sostenuto da un linguaggio e da immagini accessibili per il piccolo pubblico, ma anche per il grande, si snodano gli episodi narrati.


Prof. Maria Chiara Valenziano il 11 agosto 2011 alle 18:01 ha scritto:

Catturati dalle storie avvincenti vissute dagli esempi della cristianità, i bambini si sentiranno coinvolti e stimolati dal susseguirsi delle vicende di coloro che hanno amato sopra ogni cosa Gesù, scegliendolo per sempre a modello della loro vita.

Leggi tutti i commenti (2)