La voce dei clienti - Libri
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Piero Gamberini il 13 settembre 2008 alle 20:19 ha scritto:
Una riflessione non particolarmente profonda e originale sul significato della sofferenza alla luce della fede, a partire dalle stimmate di Padre Pio. La povertà di riferimenti biografici, forse voluta per evitare di cadere nella trappola dell'agiografia e del miracolismo, è anche il limite di questo libro che non va al di là di un'enunciazione semplicistica di una teologia della croce (riassumibile nel vecchio motto 'per crucem ad lucem'), quasi a voler significare che il percorso spirituale di P. Pio è alla portata di tutti, riducendosi ad un'umile e obbediente imitazione di Cristo. In un certo senso è così, ma non si spiega come mai la sofferenza sia per molti, e forse per i più, motivo di perdizione e non di salvezza. L'unica osservazione originale è la constatazione che, fra tanti stimmatizzati, P. Pio è il primo sacerdote: segno profetico di una Chiesa istituzionale che si fa corpo mistico di Cristo, casa dei reietti, dei malati e di tutti i sofferenti che si affidano a Lui, cosa rivoluzionaria per quei tempi (1918); qui forse sta il vero scandalo dell'umile e mite cappuccino: la regalità sacerdotale macchiata dal sangue dell'Agnello. |
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Geom. Alessandro Camillo il 13 settembre 2008 alle 11:04 ha scritto: Buon aiuto alla liturgia domenicale, un pò complicato in alcuni commenti alle letture. Leggi tutti i commenti (3) |
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Piero Gamberini il 12 settembre 2008 alle 20:25 ha scritto:
Una testimonianza sconvolgente nella sua semplicità, che ricorda per molti versi quella di Santa Teresa di Lisieux, contemporanea di Gemma. A differenza della francese, la santa lucchese vive la sua infanzia spirituale non in un convento ma nella solitudine di una casa dove, incompresa dalla famiglia e malata, quasi sempre costretta a letto, trova come unico amico il suo angelo custode che la guida nella sua ascesi mistica attraverso il calvario della croce. Le estasi di Gemma sono simmetriche alle discese dell'angelo che viene a confortarla nella sua passione solitaria, vissuta in comunione col Cristo sacramentale di cui l'angelo è un ulteriore sacramento, il più comprensibile per un'eterna bambina che non comprende altra teologia a parte quella concreta della croce e del vangelo. Da leggere e meditare la prefazione dello psichiatra ateo Andreoli, secondo il quale bisogna credere all'angelo custode anche se non esiste; il suo pensiero va ai malati soli e abbandonati che accendono il televisore o cercano compagnia in un cane, e non si accorgono che la loro solitudine è colmata dalla compagnia discreta e premurosa del loro angelo; un esempio di rispetto e dialogo in un'epoca di contrapposizioni ideologiche fra atei e credenti. Il vero laico è colui che ascolta e cerca di comprendere l'altro, così come Gemma ascolta il suo angelo, messaggero del 'totalmente Altro'. |
La Morale Sociale nel libro X della Theologia di Tommaso Campanella
Libreria Editrice Vaticana
(gennaio 2008, 104 p.)
Domenico il 10 settembre 2008 alle 23:40 ha scritto: E' un libro scritto bene. Ottimo per comprendere il pensiero, la vita e le opere di Tommaso Campanella |
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Rita Melillo, ritamell@alice.it il 9 settembre 2008 alle 20:08 ha scritto:
La comunità monastica in Sant’Agostino |
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pseudonimo il 8 settembre 2008 alle 17:32 ha scritto:
allucinante. |
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adelec il 6 settembre 2008 alle 14:33 ha scritto: Splendido esempio di favola spirituale che aiuta a rimettere in gioco il proprio bisogno di Dio e la ricerca di felicità... Ispirato a S.ta Teresina e a S.Paolo, mi ha ricordato molto Momo, ma è una favola solo in apparenza... Leggi tutti i commenti (2) |
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ROBERTA, roberta8124@libero.it il 2 settembre 2008 alle 16:58 ha scritto: Ho appena iniziato a leggere questo testo che sembra un pò complesso,tuttavia è interessante. Leggi tutti i commenti (4) |
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giacomo vannucchi, vannucchi31@alice.it il 31 agosto 2008 alle 13:11 ha scritto:
è un libro prezioso stilato da Jean Guitton, grande interprete della spiritualità e del grande amore di Paolo VI; solamente la preparazione e la professionalità carismatica di questo grande scrittore potevano cogliere |
La bella Kin. Racconti di un'esperienza africana
EMI Editrice Missionaria Italiana
(gennaio 2008, 128 p.)
Walter Galbusera il 2 agosto 2008 alle 09:05 ha scritto: La bella kin ha il pregio di aiutre a capire con maggior profondità l'esperienza del volontario in Africa. Il protagonista che è partito con l'idea di fare e cosatruire, si rende conto che si può godere dell'essere meno che sentirsi di più...insomma un buon racconto da "bersi" tutto in un fiato e scoprire che è veramente una buona "bevanda" Un utente il 1 agosto 2008 alle 20:53 ha scritto: Leggendo queste pagine, scritte con uno stile semplice e diretto, si ha la netta sensazione di essere presi per mano dal protagonista per rivivere tutte le sue tappe della sua esperienza di volontario, assaporando fatiche e difficoltà, ma pure gioie e vittorie, introducendoci non in una fredda conoscenza, ma in un ambiente famigliare, reale con persone che ha conosciuto e con le quali ha cercato di condividere una parte della sua vita. Io non ho mai fatto un viaggio in Africa, ma nel frattempo che leggevo la bella kin mi sembrava di essere la sul posto, credo di aver preso il mal d'africa. Posso dire di essermi emozionata. Leggi tutti i commenti (19) |
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