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La voce dei clienti - Libri

Tutti i commenti per «Libri» (da 25546 a 25560 di 27195)


Giuseppe Davide Mirabella il 4 dicembre 2010 alle 08:49 ha scritto:

"L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa" è un documento del Magistero (del 1993) che intende indicare alcune chiare indicazioni di esegesi e interpretazione del Sacro Testo sgombrando il campo da errori, arbitrarietà e approssimazione. Il metodo proposto come quello preminente è quello storico-critico, ovvero il metodo di lettura del testo biblico all'interno delle chiavi interpretative storiche contemporanee alla stessa stesura del testo. Da segnalare gli altri metodi, quali quello ermeneutico, psicanalitico e liberazionista.

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Gibran. L'amore - Gibran Kahlil
Libro

laura, tulilau@yahoo.it il 4 dicembre 2010 alle 07:44 ha scritto:

adoro questo libro. quando ne leggo anche un solo rigo il mio spirito si rasserena e il mio cuore si riempie d'amore.
Credo che leggere gli scritti di Kahlil GIBRAN dal PROFETA a tutti gli altri, porti un arricchimento spirituale fortissimo.
E, lo ripeto, ogni volta, ogni volta mi rasserena l'animo.
grazie kahlil!!!
laura


Giuseppe Davide Mirabella, giusemira@gmail.com il 3 dicembre 2010 alle 18:09 ha scritto:

“Riuscite a concepire il vostro lavoro come strumento di santificazione?” Questa è la domanda a cui l'Autrice cerca di rispondere con estremo equilibrio, senza affermare come via da seguire l'autogiustificazione della ricchezza creata dal lavoro tipica del calvinismo e nemmeno proponendo logoranti programmi di operosità a servizio degli ultimi (pag. 28), ma scegliendo una medietà attinta alla spiritualità di san Benedetto (Norcia, 480 – Montecassino, 547) e della sua Regola (=RB) e incarnata in storie vere di routine lavorativa in cui è sorgivo il servizio di Dio nella preghiera, in una ministerialità “fuori di un chiostro”. Ed è proprio quest'ultima la novità del libro: il lavoro viene visto alla luce della sua “mondanità”, ponendosi quesiti importanti (il lavoro è un problema, una punizione o piuttosto un dono?). Ma anche rilevando certezze per la mente credente, ovvero che “ciascuno di noi ha un ruolo essenziale da giocare nel piano divino: per questo siamo nati” (pag. 9).
Il titolo del testo della Vest si fonda sull'inversione dei termini di RB 48,1, “l'ozio è nemico dell'anima” ossia “Il lavoro è amico dell'anima”; tutto il libro è impregnato della sapienza di Benedetto “né intellettuale, né scolaro” che dopo tre anni “solo col suo Dio” si decise a fondare una comunità religiosa a Montecassino, invitando il cristiano del suo tempo (a cavallo tra l'inizio dell'era classica e inizio del Medioevo) ad abbondare l'ideale della società romana che era l'ozio e ad abbracciare la virtù dell'operosità considerata “come follia” (pag. 22).
Il lavoro viene valorizzato secondo una visione cristiana attraversata da tre principii che a prima sembrano attagliarsi meglio alla vita consacrata, cioé: 1) vocazione, ovvero “il lavoro non è una cosa che faccio per vivere, ma una cosa che uno vive per fare” nonostante delle barriere quali la specializzazione e la frammentazione; 2) ministerialità, intesa come servizio distaccato ma accogliente in cui la maturità della fede sa arginare le pressioni dovute alla competitività individuale, alla produttività elevata e ai radicali mutamenti tecnologici; 3) obbedienza, premura nello stimarsi a vicenda, secondo la RB (72,4), integrando la libertà di pensiero e azione dei “figli di Dio” con il riconoscimento dell'autorità vera come quella di Gesù a dispetto degli scribi e con la libertà verso Dio, non come assenza di vincoli ma come comunione, non sentendo resistenze ai suggerimenti dei colleghi di lavoro o del capoufficio, ad esempio, sapendo che c'è Dio in ogni cosa.
Norvene Vest, oblata benedettina, pone alla fine dei tre capitoli dedicati a vocazione, ministerialità e obbedienza degli esercizi di autoverifica, chiamiamoli così, in cui ci sono spunti per scrutare la coscienza attraverso casi pratici e quotidiani che possono capitare a chiunque lavori attraverso la costante presenza della Sacra Scrittura e della Regola benedettina.
L'invito iniziale della Vest alla preghiera attraverso il lavoro per il servizio di Dio ci si presenta nella conclusione arricchita di elementi insoliti: il nostro lavoro non cambierà il mondo ma forse trasformerà le strutture nelle quali operiamo. "Forse", forse non troveremo il sollievo dalle difficoltà che ci affliggono ma “Dio sarà al lavoro in noi e con noi”.

Fuggita dalla setta - Carolyn Jessop
Libro
Carolyn Jessop Piemme (aprile 2009, 448 p.)

MELODIA il 3 dicembre 2010 alle 16:20 ha scritto:

un libro sconvolgente, per i fatti narrati, ma bello da leggere.
mi chiedo se nel 2000 si possono ancora trovare situazioni di questo generemi chiedo come la protagonista abbia avuto questa forza d'animo nell'accettare tutte le situazioni che ha vissuto.

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Donato Calabrese, donatocalabrese2@tin.it il 3 dicembre 2010 alle 09:38 ha scritto:

Consiglio caldamente questo testo per il periodo delle feste del Santo Natale, perché la spiritualità di Padre Pio ha uno cardini nell'amore filiale verso la Santa Famiglia di Nazareth e, soprattutto, per il Bambino Gesù.
Pietrelcina, poi, offre un incantevole cornice naturale all’anima sognatrice di ogni uomo che si prepara alla Festa del Natale. Un'immagine pulita, genuina, semplice ed umile, che aiuta non poco il credente nella comprensione del mirabile mistero d'amore vissuto, nell'infanzia, nell'adolescenza, nella giovinezza e nel settennio sacerdotale, dal suo Figlio più illustre. E’ a Pietrelcina, che Lui ha cullato e dilatato, nel suo cuore, la sublime poesia della Natività, tutta orientata nella contemplazione del Divino Bambino e della Sua singolarissima e straordinaria famiglia naturale. Quanti presepi aveva allestito con l’inseparabile compagnia di Mercurio Scocca, suo fedelissimo amico d’infanzia! Ma i presepi costruiti con la creta ed il cartone, nella piccola masseria di famiglia, non erano che una pallida immagine di quelli che splendevano di luce divina nel suo cuore tutto pieno di Gesù. Lui stesso lo aveva incontrato, all’età di cinque o sei anni, nell’allora chiesetta parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, attualmente chiesa di Sant’Anna, suggellò, non su tavole di pietra o documenti scritti, ma con la fusione dei cuori, una viva alleanza con Lui.
La bellezza rustica del borgo Castello, quella del rione Pantaniello, la solitaria quiete ed armonia del sentiero di campagna per Piana Romana, il ponticello di legno sul torrente, l’erto sentiero che saliva verso il podere di famiglia, l’olmo solitario che svettava nel terreno della famiglia Forgione: tutto forniva la materia prima, la cornice naturale del presepe spirituale di Padre Pio. Tutto elevava la sua anima verso Dio, anche quando la bruma sembrava coprire, col suo mantello nebuloso, i luoghi sacri al Frate di Pietrelcina: “Infine venne il pargoletto Gesù al quale dissi di voler fare solo la sua volontà. Mi consolò e mi rinfrancò le sofferenze della notte. Oh Dio, come batteva il mio cuoricino, come ardevano le mie guance presso questo celeste Bambino”. Aveva venticinque anni, Padre Pio, quando scrisse queste deliziose espressioni d’amore mistico per Gesù Bambino. Un affetto ardente ed incondizionato che provocava celestiali incontri tra le mura della sua casa della Torretta, in vico Storto Valle, e, negli anni successivi, nella dignitosa abitazione di via Santa Maria degli Angeli.
La Betlemme in cui nacque Gesù era un piccolo, semplice, villaggio di Giudea. Era come la Pietrelcina che ha visto nascere Padre Pio. Se vogliamo leggere tra le pagine nascoste che hanno fatto la Storia umana, è nello stile di Dio, manifestarsi, non attraverso i grandi riflettori della comunicazione e le luci abbaglianti delle grandi città, ma nell’umiltà, nella semplicità e nella discrezione dei luoghi e degli avvenimenti. Ciò che avviene nella piccola, semplice ed umile Pietrelcina, non fa che confermare lo stile semplice e discreto che rivela la presenza quasi silenziosa e nascosta di Dio nei luoghi da Lui visitati. Nazareth e Betlemme, con la loro relativa consistenza storica e politica, da sempre poste ai margini delle luci sfolgoranti ma caduche dell’impero e della religiosità ufficiale di Gerusalemme, sono state visitate da Dio nella pienezza dei tempi. Pietrelcina è ora visitata dal Figlio di Dio e dai suoi messaggeri celesti, segnando in maniera soprannaturale un sodalizio spirituale con il giovane cappuccino stigmatizzato.

Pietrelcina e Betlemme: due luoghi diversi, eppure così vicini nella scelta di Dio. Due luoghi dove il Natale di Gesù esprime ancora la bellezza di un avvenimento puro e santo, autentico e pregnante, significativo ed improntato ad una Speranza che non muore, perché al centro della Storia c’è Lui: Gesù di Nazareth. E questo, noi lo sappiamo. Ecco perché non possiamo far passare inosservati questi giorni. E’ una Festa che ci ricorda, ancora una volta, che l’Emmanuele, il Dio con noi, è venuto finalmente, con la Sua Luce, a squarciare il buio della Storia umana.


Artemisia il 2 dicembre 2010 alle 08:41 ha scritto:

Ciò che mi ha colpito dei commenti è l'estrema dogmaticità con cui chi scrive si esprime, questo non è commentare un testo.
A Tbg: sei sicuro di tutto ciò che affermi? Cosa ti autorizza a sentirti infallibile? Forse hai potuto ascoltare con le tue orecchie le parole di Gesù? Sono questi atteggiamenti che, diffusi, hanno portato agli eccidi in Terra Santa altrimenti detti Crociate, alla strage dei Cavalieri del Tempio, alla Santa Inquisizione, al genocidio dei Catari e compagnia bella. Il Cristo e gli Angeli di certo non hanno mai suggerito di dare la morte a chicchessia.

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valeriocapparelli, valeriocapparelli@libero.it il 1 dicembre 2010 alle 22:04 ha scritto:

Finalmente c'è chi dice la verità sul più grande pontefice del XX secolo,con tutto il rispetto per Giovanni Paolo II

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Perseus60 il 1 dicembre 2010 alle 18:49 ha scritto:

Questi scritti del venerabile Arcivescovo Mons. Lefebvre mettono in piena luce i Suoi sentimenti e soprattutto il Suo credo incrollabile nell’immutabile insegnamento di Nostro Signore Gesù Cristo e nella Sua Sposa che è la Santa Madre Chiesa, Mater et Magistra totius Ecclesiae. Il pensiero di Monsignore scorre limpido ed adamantino come l’acqua pura e cristallina di un ruscello, a cui ogni fedele alla pura e sana Dottrina Apostolica, possa abbeverarsi liberamente per scoprire i tesori immensi e nascosti della Santa Fede. Questa Fede può essere trasmessa integra e fuori da ogni corruttela solo dalla Santità del Sacerdozio e dall'unica Chiesa fondata da N.S. Gesù Cristo: Extra Ecclesia nulla salus!

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Mario Vais il 1 dicembre 2010 alle 12:16 ha scritto:

Non sono d'accordo con la nuova versione della bibbia che doveva essere riservata SOLO agli studiosi o agli appassionati ed agli amanti della Parola. Ho sentito anche il parere di sacerdoti, parroci e fedeli, imbestialiti, si fa per dire, e disgustati perché ogni 50 anni ci sia una nuova traduziuone, frutto sì di ottimi interventi, anche se molte volte poco adatta all'armonia, rispetata nella edizione del '70, ma soprattutto come un immenso mercato di milioni di €, altro che innovazioni, costringendo tutti ad aggiornare i libri per la liturgia. Un vero massacro editoriale senza scrupoli e senza tener conto degli errori editoriali, altri milioni di €, che hanno preceduto quest'ultima edizione. Purtroppo gli autori non sanno cosa significhi arrivare alla fine del mese. Laudetur J.C.

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Claudia P. il 1 dicembre 2010 alle 11:53 ha scritto:

Il Santo Padre ci ha regalato un grandissimo aiuto, ne sono soddisfattissima e voglio farne regali natalizi.

annalia spadaccini il 30 novembre 2010 alle 11:24 ha scritto:

Grande Benedetto. questo libro si legge con gli occhi, con la mente e con il cuore, viene fuori la figura di un Papa umanissimo, semplice lavoratore della Vigna del Signore, che ci apre il suo cuore. Finalmente! io sono commossa e ammirata nel vedere tanta umiltà.

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alessia radici il 1 dicembre 2010 alle 08:31 ha scritto:

Un libro utilissimo per guidare i genitori che si trovano ad affrontare ogni giorno il difficile compito dell'educazione. Scritto in maniera eccellente, chiaro, semplice, sempre positivo ed incoraggiante, Pino Pellegrino riesce a trasmettere l'importanza del compito educativo offrendo un aiuto concreto.

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Sr. Ashi OP il 1 dicembre 2010 alle 07:08 ha scritto:

La Bibbia, Via Verita' e Vita e' veramente un ' opera grande.

whishes and prayers for whole team.

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Don d'ambrosio alvaro, scoutalvi@hotmail.com il 30 novembre 2010 alle 18:14 ha scritto:

documento necessario ed urgente ..... fa riflettere su molti temi legati all'educazione e suggerisce molti spunti di dibattito.

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Giuseppe Davide Mirabella il 30 novembre 2010 alle 17:25 ha scritto:

Commentare la Bibbia... Serve coraggio e coerenza. La Bibbia non si commenta, la si legge, la si assapora col cuore. E' il libro per eccellenza, quello dell'Alleanza abramatica e quello della Rivelazione cristiana. E' il testo più tradotto, il più "internazionale", se non fosse che è un libro che parla all'uomo, a Dio quando lo si legge meditandolo o cantando il Magnificat, è Parola di Dio, quindi più che un bestseller, il Sacro Testo è il punto di contatto - precario quanto splendido - , soggetto alle più svariate interpretazione (raccomando per una ortodossa interpretazione il testo "L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa" della LEV), tra il Dio UniTrino e l'uomo, di tutti i tempi.