Citazione spirituale

La voce dei clienti

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Rosalba Saporito il 2 maggio 2016 alle 12:50 ha scritto:

Stupendo

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Rosalba Saporito il 2 maggio 2016 alle 12:49 ha scritto:

Meraviglioso

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Dott. Fiorenzo Giuliano il 1 maggio 2016 alle 23:02 ha scritto:

Exultet iam angelicam turba coelorum. Sono le prime parole di questo meraviglioso inno, in cui si annunzia la resurrezione, ripercorrendo tutta la storia della salvezza. Questa è la notte che salva tutti i credenti in Cristo: li consacra all'amore del Padre e li unisce con tutti i santi; questa è la notte in cui spezzando i vincoli della morte, Cristo risorge glorioso e vincitore dal sepolcro. Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore.


Dott. Fiorenzo Giuliano il 1 maggio 2016 alle 22:59 ha scritto:

Ottimo sussidio dal quale ho attinto e sto attingendo tantissimo per le liturgie penitenziali. E' un ottimo strumento per la meditazione personale e per portare avanti il proprio cammino spirituale.

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Dott. Fiorenzo Giuliano il 1 maggio 2016 alle 22:56 ha scritto:

Ottimo libro necessario per acquisire un buon metodo a riguardo della metodologia sia di studio che per la stesura della tesi. L'autore è Gaetano Zito, mio professore di metodologia generale. Lo consiglio a tutti


Patrizia Pezza Papet il 1 maggio 2016 alle 15:49 ha scritto:

Ottimo regalo

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Patrizia Pezza Papet il 1 maggio 2016 alle 15:48 ha scritto:

Ottimo prodotto già consigliato ad altre persone

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francesco pozzobon il 1 maggio 2016 alle 14:30 ha scritto:

Sarebbe bello che una copia potesse essere letta nei condomini dalle famiglie e in ogni oratorio!!!!

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Dott. Maria Gloria Campi, mariagloria.campi@virgilio.it il 30 aprile 2016 alle 21:06 ha scritto:

Lasciarsi guardare dentro è la cosa più difficile: richiede molta umiltà. "Signore tu mi scruti e mi conosci" recita il salmo 138: anche quando è Lui che ci cerca, non sempre siamo disposti a lasciarci conoscere fino in fondo. Ci sconvolge l'idea che, è proprio mettendoci in gioco con i nostri fratelli fino dalla nostra più profonda intimità, che possiamo aiutarli veramente. Mostrare le nostre ferite è il solo modo per andare ad incontrarli là dove si sono nascosti, là dove sono soffocati dalle paure, là dove hanno perso la speranza

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michela danielis il 30 aprile 2016 alle 17:41 ha scritto:

questo libro mi ha fatto capire molte cose , piano piano sto proseguendo la lettura , libro molto bello e interessante. grazie a tutti voi


Dott. Maria Gloria Campi, mariagloria.campi@virgilio.it il 30 aprile 2016 alle 16:59 ha scritto:

Nouwen ha sempre un intuito particolare di fronte agli accadimenti dell'animo umano. Ciascuno di noi, se guarda a se stesso con onestà intellettuale, si può riconoscere nei tre protagonisti principali di questa parabola, descritti da Nouwen. E' interessante e spiritualmente evolutivo l'obiettivo di trovare in se stessi la capacità di identificarsi con il padre. Quel padre che trova la giusta dimensione di comprensione con le difficoltà e le chiusure di ciascuno dei suoi due figli e cerca le motivazioni e i modi di aiutarli ad evolvere. Siamo tutti figli che sperperano le sostanze paterne, così come siamo figli invidiosi dell'Amore con cui il Padre guarda i nostri fratelli.

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Camilla Carrington il 29 aprile 2016 alle 22:25 ha scritto:

Mentre la parola Jhwh appare 6830 volte nell’Antico Testamento (AT), la parola Trinità non appare neanche una volta in tutta la Bibbia. Questo non significa che la Trinità sia una realtà estranea al Nuovo Testamento (NT). Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo appaiono continuamente nel NT e il termine Triás verrà coniato per esprimere la loro unica realtà. Esso viene usato per la prima volta da Teofilo d’Antiochia (II secolo), e appare nella tradizione latina nel De pudicitia di Tertulliano come Trinitas esprimendo di fatto la tri-unità di Dio. Mentre il Padre il Figlio e lo Spirito pervadono il NT, ci si chiede: la Trinità è presente nell’AT?
Nel suo libretto Il mistero di Dio, il cardinal Gianfranco Ravasi offre una risposta a questo quesito considerando sommariamente due vie percorse nella tradizione. La prima è la via prospettica, la seconda è la via retrospettiva. Vediamo cosa significano e cosa le differenzia.
La via prospettica
L’approccio prospettico si sforza di cercare tracce nell’AT che prefigurano la Trinità. Sono solitamente testi in cui Dio balena come pluralità. Tale impostazione, usata da diversi Padri manifesta lati di fragilità prima perché non trova tantissimi appigli reali nel testo e secondo «perché tende lentamente a cancellare la qualità fondamentale della rivelazione biblica che è quella di essere una rivelazione storica in progressione».
Il grande rischio dell’approccio puramente prospettico è quello di trasformare la Bibbia in una catena di verità codificate che devono essere presenti dall’inizio alla fine del testo sacro come se fosse un giallo poliziesco o un manuale sistematico e programmatico di teologia. Ravasi ricorda che «la Bibbia non è un trattato di teologia perfetto e concluso in sé. È, invece, la parola di un Dio della storia che parla nella storia, che si rivela pagina per pagina, passo per passo, tempo per tempo».
La via retrospettiva
Questo approccio assume un metodo diverso in quanto parte dal Nuovo Testamento per rileggere l’AT e, con la verità manifestata nel Nuovo getta una nuova luce sull’Antico. Si scopre così come l’espressione della fede trinitaria nel NT si è configurata con elementi già presenti nell’AT. Si tratta di uno sguardo a ritroso che riscopre come Dio sia fondamentalmente persona o, meglio, personale. Il Dio che si rivela a Mosè - «Io sono colui che sono» - è un Dio prossimo e che si fa prossimo, «l’unico Dio della Bibbia non è un’espressione matematica, non è un punto, che rimane intatto in sé». È un Dio personale e interpersonale che si rivolge all’uomo e crea una relazione di alleanza, anzi, una relazione nuziale con la sua creatura.

L’AT presenta diverse figure – che verranno definite come «figure mediatrici» - che costituiscono un terreno fertile al quale può attingere retrospettivamente la lettura cristiana per vedere elementi trinitari nell’AT. Una di queste figure è il logos il quale, pur non presentandosi nell’AT come una persona, «ha in sé un’efficacia tale da essere personificata» e da essere presentata come «parola di Dio» che agisce, si rivolge e fa diversi atti tipiche della persona. Davanti al Signore avanza la sua parola, il suo Verbo che lo precede e lo annuncia. Al pari della parola, l’AT presenta altri concetti che acquisiscono pian piano tratti personali. Tali sono le categorie di sapienza, spirito, angelo, ecc.
Attraverso tutte queste categorie «possiamo retrospettivamente intravedere, già nell’AT, come la Parola, la Sapienza, lo Spirito di Dio siano quasi delle figure in sé considerate, che ci permettono di vedere profilarsi, sia pure ancora in maniera abbozzata e soltanto ammiccante, la figura del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».
E prosegue Ravasi: «Il NT, illuminandole, ce ne fa cogliere la portata, perché è proprio grazie a queste sfumature presenti nell’AT che gli apostoli e i discepoli di Gesù hanno potuto comprendere e raccontare il mistero trinitario».

Il rosario missionario
Libro

Lavinia Oliveri il 29 aprile 2016 alle 15:53 ha scritto:

Prodotto ben fatto


Lavinia Oliveri il 29 aprile 2016 alle 15:53 ha scritto:

Ben fatto


Luca Zavalloni il 27 aprile 2016 alle 22:46 ha scritto:

Agenda completa per il 2016, con molti riferimenti ad appuntamenti ed eventi che si svolgono nei vari periodi dell'anno in diverse località. Sono presenti anche consigli utili qua e là. Utile anche per un simpatico regalo tra famiglie.

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