Citazione spirituale

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Francesca Nicolino il 13 settembre 2012 alle 22:44 ha scritto:

tante preghiere per tutto, un po' difficile capire se da pregare da soli, con il sacerdote...


Umberto Masperi il 13 settembre 2012 alle 18:16 ha scritto:

Mosè

A . Soffermiamoci su quel cesto di papiro che ,trasportato dalla corrente, galleggia sulle acque che riflettono la luce con scintillii quasi fossero stelle nel firmamento: Mosè.
Il “salvato dalle acque” (masha,ebraico), anche il”figlio” (mose,egiziano) è chi incontriamo nella visione di questo DVD, nella duplice valenza linguistica 1) della forma ebraica, perché fu salvato per essere il messaggero di salvezza tra il suo popolo, e 2)della forma egiziana ( figlio del suo popolo in schiavitù per diventare la guida del popolo nel cammino della salvezza.)
Combattiamo la tentazione di portare in noi l’immagine a)del “colossal”( pur “benemerito”: quante volte nella nostra giovinezza venivano proiettato in una saletta oratoriana o parrocchiale “I dieci comandamenti”,1956, e proprio per noi ! ), e b) della figura dell’eroe imponente di un Charlton Heston, o di un Burt Lancaster (“ Mosè,la legge del deserto”,1974), i quali , forse, ora,dal cielo … mi rimprovereranno ( ma abbiamo reso familiare e “simpatica” la figura di Mosè a milioni e milioni di persone nel secolo scorso!).
B. “E’ Dio ad agire e a portare la salvezza,sempre, anche se si serve di uomini”, osservava Borgonovo nella scheda biblica di Giuseppe.
E talora verrebbe da aggiungere: e di quali uomini ! ( Mosè era probabilmente balbuziente, nam impeditioris et tardioris linguae sum - Iskhvòforos kai bradùglossos egò eimi, di secca voce e di lenta lingua; ma Dio interviene:
et ego ero in ore tuo ,egò anoìxos to stòma sou , ‘sarò su’, ‘aprirò’, la tua bocca; Num. 12, 3.8) ).
C. Il Mosè dell’attore Ben Kingsley , un Mosè molto più semplice ,col volto segnato dal timore del fallimento,che qui incontreremo ci farà ancor più riflettere dell’eroe del colossal: lo ameremo come ci insegna il libro dei Numeri: “ … il più mansueto di tutti gli uomini apparsi sulla terra vir humillimus super omnes homines, qui morabantur in terra, il praùs sfòdra, mite assai ,dei Settanta). Sottolineiamo pure il merito del regista Roger Young ( già incontrato con “Giuseppe”) con i 40 attori nei ruoli principali,le 7000 comparse, sullo sfondo delle montagne del Marocco ( ormai divenute familiari a chi segue la serie dei DVD), che si “muovono” su 100 kilometri di piste preparate per realizzare un vero capolavoro filmico. A livello di linguaggio filmico ,ad es., è efficace ,nella scena del roveto che brucia, la scelta del campo lungo con Mosè prostrato a terra, come vengono curati i primi piani del volto di Mosè, oppure quelli che potremmo definire i “contrasti “ (Mosè che ritorna in Egitto dal “suo” popolo, dopo essere stato accolto da Ietro,sacerdote di Madiam, su un piccolo asinello in contrapposizione col cammello imponente di Aronne; la voce squillante di un Aronne entusiasta che contrasta con il volto dubbioso di Mosè,ecc.); curata con realismo la ricostruzione dell’interno della casa del faraone ben diversa dal palazzo di marmo hollywoodiano cui ci hanno abituato gli altri film. La nostra attenzione può rivolgersi anche alla Festa degli azzimi prima della partenza ( il pasto con l’agnello, che precede l’uscita dall’Egitto, con opportuna sobrietà).
D. Il deserto è il luogo della prova, durante il suo attraversamento, a partire dalla fame che tormenta : gli uomini mormorano ed ecco il cibo “dal cielo” ( manna,quaglie) che verrà sempre richiamato anche nei testi evangelici nella prospettiva del pane che dà vita eterna agli uomini; non manca la prova anche circa la figura di Mosè-giudice, con l’obiezione di Ietro ,quando di nuovo incontra Mosè ( pericolo di cadere dalla schiavitù d’Egitto ad un’altra forma: schiavitù sotto la legge di Dio accettata solo per paura del castigo, quasi un “anticipo” dell’hegeliana visione dialettica giovanile sulla religione ebraica).
E. Il MONTE (Sinai , Oreb): sempre a livello filmico c’è ‘materiale’ per le proprie osservazioni, valorizzando l’occasione della visione del DVD per riaccostarci sempre al testo scritto.

^^^ Come post scriptum una mia “critica”: sarebbe stata veramente della massima importanza una scheda biblica su Mosè che ; non dimentichiamo il Pentateuco-Torah con i testi fondamentali di ESODO,Levitico,Numeri,Deuteronomio, su cui avrebbe potuto fare un cenno l’esegeta nel suo commento.

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Claudio Impinna il 13 settembre 2012 alle 12:20 ha scritto:

Alla prima lettura mi è apparso pesante e piuttosto contorto. Mi riprometto di rileggerlo con attenzione e senza pregiudizi dati dalla prima lettura


Claudio Impinna il 13 settembre 2012 alle 12:20 ha scritto:

Ritrovi lo spirito e tutta la spiritualità del Beato Giovanni Paolo II

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Umberto Masperi il 13 settembre 2012 alle 11:04 ha scritto:

GIUSEPPE

* “E’ già libero,perché il suo dio è con lui”

“Non siete stati voi a mandarmi qui,ma DIO”

“Dobbiamo essere una famiglia”.

Terminavo il DVD su Giacobbe ( la cui figura è ancora totalmente presente in questo su Giuseppe,scrivendo: “… storia tanto famosa che ancor più ci “provoca” in quel dramma di dissidio tra fratelli,struggente nel coinvolgimento del padre …”.

La vicenda di Giuseppe è così famosa, così conosciuta da tutti che è non è necessario ricostruirla anche nei suoi significati profondi. Scandita in tappe incalzanti ( invidia/ volontà di ucciderlo/ sua ‘prima salvezza’ – non più come la vittima di Caino,Abele /vendita ai mercanti/schiavitù in Egitto/insidia della moglie di Potifar /prigionia/’seconda salvezza’ con l’interpretazione dei sogni/suo trionfo/incontro coi fratelli/il tormento e l’abbraccio finale/ il commovente incontro col padre …),tutte queste tappe consentono diversi e numerosi livelli di lettura. Lo spettatore,seguendo le sequenze del filmato,può fare la sua scelta ( lo dico subito subito:film di alto rilievo per chi vi ha lavorato, a cominciare dal regista Roger Young di notevole “competenza” nel mondo dello spettacolo , col commento musicale della colonna sonora composta da Marco Frisina,e con la bravura degli attori dal nome di:Paul Mercurio-Giuseppe,Ben Kingsley – Potifar, Lesley Ann Warrren – sua moglie,Monica bellucci-moglie del faraone,Martin Landau-Giacobbe, e … con quella sempre straordinaria degli sceneggiatori Lionel Chetwybd ,James Carrington, con scenografia da incanto).

Il nome:GIUSEPPE (“che Dio-Javè- aggiunga”); il figlio avuto da Rachele,dapprima sterile, dopo quelli avuti dalla prima moglie Lia (sette),dalle due schiave (Bila,di Rachele, e Zipa,di Lia:entrambe ne genereranno due). L’ultimogenito di Giacobbe,che rinnoverà la gioia di quel “aggiunga” sarà il dono della moglie tanto amata,Rachele, con … il dono della sua vita: a seguito del parto difficile morirà, mentre prima, appena nato, vorrà chiamarlo Ben-Onì (figlio del mio dolore), ma Giacobbe impone il nome di Ben-iamino(figlio della destra,ossia dell’augurio benevole).

La discendenza numerosa da una parte è il rinnovarsi della promessa di Dio ad Abramo, ma dall’altra è anche la continuazione della terribile realtà (umana= opera dell’uomo) del male che sembrerà spesso avere l’ultima parola: ancora “Caino” che agisce, il “fratello” ( i fratelli) contro il “fratello”. La tunica ( = la scelta per la nuova primogenitura-eredità) insanguinata di Giuseppe vittima dell’odio dei suoi fratelli (anche se non lo uccideranno lo venderanno però schiavo ai mercanti in viaggio per l’Egitto); la città di Sichem devastata (dopo la violenza a Dina): due “immagini” che non possono non restare impresse nello spettatore.

*** La schiavitù VERA è l’essere schiavi del male, profonda verità (spesso dimenticata, ma sempre presente nella storia dell’umanità) che cogliamo in forma “concreta sensibile” nella schiavitù “fisica” : molto opportunamente il film si sofferma subito sulla ‘scena’ del mercato degli schiavi in Egitto, con Potifar che dopo aver irriso ed umiliato Giuseppe (…il “tuo”dio…) lo compera. Prima ancora dell’affermazione del filosofo greco Epitteto ( epìktetos = schiavo) è con Giuseppe che viene “affermata” la certezza che si può essere anche nella schiavitù fisica liberi nella persona. Insidiato dalla mogli di Potifar, Giuseppe non vuole ciò che è male (peccato) e così dalla sua fortunta posizione di chi governa con fortuna la casa verrà gettato nella prigione.

E’ qui che mi sembra che il filmato meriti attenzione per una sottolineatura che non troviamo nelle parole del testo biblico . Nel confronto-scontro tra Potifar e sua moglie :
+ moglie:”Cos’è più importante per te?”
++ Potifar:“la verità è quella che conta” ;
+”Perché non lo liberi?”
++ “Perché ovunque egli sia,qualunque cosa accadrà è già libero,perché il suo Dio è con lui”.

^^^ Il filmato ( dalla durata di tre ore) ha il merito di non cadere nel tono quasi da romanzo della vicenda di Giuseppe; al termine quando questi si rivela i fratelli,si riconcilia con loro che si sono umiliati (“ ma ora non vi corrucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita “ di Gen.45,5 …. “ …non siete stati voi a mandarmi qui,ma Dio …) “recupera” l’autenticità del legame fraterno (dobbiamo essere una famiglia).

*** “Non vestro CONSILIO, sed Dei VOLUNTATE huc missus sum” .
La vulgata aggiunge ai Settanta le due parole: consilio - voluntate. La scelta dell’uomo ,consilium, anche quando è causa di male non trionfa mai sulla volontà di Dio, che segna sempre il vero trionfo, quello del bene. Lo vedremo anche nella grande epopea che seguirà (schiavitù del popolo in Egitto,Esodo verso la terra promessa).


veronica il 12 settembre 2012 alle 22:02 ha scritto:

voto pieno, è ora di capire che il maligno non è un invenzione ma semplicemente sta giocando l'ultima carta, quella del nascondimento per farvi credere che non esiste. voi credete che non esiste così diventate prede ancora più facili.
leggetelo il libro, leggete i libri di padre amorth, spegnete la tv per favore e fate davvero rosario, messa, confessione, digiuno, e lettura della bibbia.
molti tra voi diranno ma che vuole questa?
una cosa sola desidero, che vi togliete dall'inferno in cui questo maledetto vi scaglia.
non vi fa neanche il solletico e ancora vi confondete col mondo, dio pietà aiutaci Tu!

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Sul dolore - Curtaz Paolo
Libro
Curtaz Paolo San Paolo Edizioni (settembre 2013, 252 p.)

Jaia il 12 settembre 2012 alle 14:24 ha scritto:

Semplicemente bello!
L'ho letto tutto d'un fiato la prima volta, ora lo sto riprendendo con calma e riflettendo di più.

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Qualcosa in cui credere - Martini Carlo M.
Libro

Maestro Stefano Malacarne il 12 settembre 2012 alle 12:53 ha scritto:

Sento autentico il suo canto che m'invita alla fonte d'acqua pura , sento la coerenza delle sue Parole , coerenza con Gesù . Sento la meraviglia della Verità , sento la Vera Libertà , nel progetto , nell'agire senza angoscia per un mondo di pace , un mondo colmo d'amore. A Lui che mi suggerisce , che m'illumina ,che non mi lascia mai solo , che mi sostiene nei momenti più turbati , che comunica il Messaggio al cuore con gl'occhi dell'amore , debbo tanto, debbo molto . Guarda al Padre come figlio , crede al cielo e la terra nella sua preghiera , nella sua speranza .Grazie Carlo Maria Martini , anche se non ho mai stretto la tua mano , ma la gioia del messaggio.


Umberto Masperi il 12 settembre 2012 alle 08:51 ha scritto:

Giacobbe.

La terza figura di grande patriarca,Giacobbe, è legata anche all’oscuro episodio della lotta, di notte, con un personaggio misterioso , con l’esigenza perenne di : “dimmi il tuo nome”- Dic mihi, quo appellaris nomine ( esigenza che rimarrà senza risposta, mentre l’avrà con Mosè; anzi, è seguita da una “ contro domanda” :”Perché mi chiedi il mio nome?” Cur quaeris nomen meum? ); l’esigenza, che è anche avvertita nella tribolazione ed in ogni lotta della vita, si impone nella sua autenticità ( se il personaggio misterioso ha chiesto il tuo nome, perché non lo devi-puoi fare anche tu?), l’esigenza è “soddisfatta” diversamente, con la BENEDIZIONE che ti avvia ad un' apertura verso il mistero (Et benedixit ei in eodem loco).

*** Il “nome” nella mentalità semitica indica la persona in quanto legata ad un avvenimento straordinario e significativo della sua esistenza, e ad una missione ( la missione che dovrà compiere). Giacobbe cambierà nome: “Israele” (Dio regna?), nome che indicherà nel tempo il popolo di Dio," popolo di Israele"). La grande promessa ad Abramo ( terra,numerosa discendenza) ha una sua prima realizzazione in Giacobbe.

^^^ L’inizio del filmato con lo scorrere dei titoli forse è voluto intenzionalmente: inquadra una tempesta che minaccia di strappare le tende di quei pochi pastori (di Isacco); da quei pochi si avrà alla fine,sotto l’autorità di Giacobbe, un vero popolo. Il LOTTARE per tenere in piedi le tende ci richiama alla mente l’importanza “simbolica” della tenda stessa ( prima della costruzione del Tempio custodirà l’arca dell’alleanza). Risuonano le parole dell’inizio del Vangelo di Giovanni: “ Pose la Sua tenda ( skenè) tra noi –ESKENOSEN en emin, habitavit in nobis ”.
( Il filmato non manca di presentarci Esaù che avrebbe dovuto avere la benedizione del padre Isacco, come primogenito, mentre costruisce una casa di mattoni, come i cananei. La nostra esistenza corre sempre tale rischio: voler cercare “stabilità” in un valore soltanto umano).
*** La fede ( come in Abramo) è un continuo interrogarsi,gridare la propria angoscia, confessare -sconvolti dal dubbio - la propria adesione (accettazione) alla chiamata di Dio.
Di nuovo, come Abramo, anche Giacobbe è figura grandiosa e complessa, quella di chi si confronta con la “voce” ( di Dio).
Anche questo DVD dopo il filmato presenta una “scheda biblica”, l’intervento-commento dell’esegeta Gianantonio Borgonovo che ci tiene a sottolineare subito come il racconto di Genesi 1-12 (Abramo) e 12-50 (Giacobbe) sia la “sedimentazione” di mille anni di storia.
La complessità dei personaggi,degli episodi narrati nel testo ,è resa efficacemente ,con aderenza, nei nostri due DVD (il primo,Abramo, della durata di oltre tre ore;questo, Giacobbe, più breve, di una novantina di minuti ma ugualmente ricca).
Siamo di fronte a personaggi “veri” che ci trasmettono il dramma dell’esistenza ( se vogliamo esprimerci a livello “laico”: la Bibbia è nostra guida anche in questo senso), personaggi posti nella “dualità” che si incontra quasi sempre nella storia dell’umanità ( Abramo-Sara / Sara-Agar / Abramo – il faraone/ Abramo-Isacco/Isacco-Rebecca/Giacobbe- Esaù / Isacco – Labano / Lia-Rachele / Giacobbe-il personaggio misterioso). Le considerazioni in merito potrebbero procedere quasi all’infinito ( il filmato offre elementi appropriati,in tal senso). Personalmente vengo sollecitato a riflettere molto sul rapporto ( e conflittualità) tra fratelli. Ecco, dopo le due figure di Ismaele e Isacco ( nel DVD di Abramo), abbiamo il conflitto più sconvolgente tra Esaù e Giacobbe ( anticipato già nella lotta dei due fratelli nell’utero della madre). Conflitto che secondo la nostra logica umana rimarrebbe insanabile, ma che cesserà ( non è la logica di Dio?) quando i due fratelli si riconciliano (Borgonovo ricorda le parole nel momento dell’abbraccio:” Io sto alla tua presenza, come davanti a Dio”,Gen.33,10: meglio però la vulgata ed i Settanta (sic enim vidi faciem tuam quasi viderim vultum Dei – eneken toutou eidon ton prosopon sou, os an tis idioi prosopon teou – per questa ragione: vidi il tuo volto come se uno vedesse il volto di Dio, mentre traduz. inglese KJV =for therefore I have seen thy face, as though I had seen the face of God,tedesca di Lutero 1984 = denn ich sah dein Angesicht, als sähe ich Gottes Angesicht: quanta profondità se pensiamo a ciò che ci ha insegnato il Signore su chi è nostro fratello). Quella visione nel sogno, la scala che unisce cielo e terra ( la “ scala di Giacobbe”) è realtà che si fa presente se lo vogliamo.

^^^ Questo filmato dedicato a Giacobbe non termina,però,con la sua morte ( lo incontreremo nel prossimo DVD dedicato a Giuseppe : storia tanto famosa che ancor più ci “provoca” in quel dramma di dissidio tra fratelli, struggente nel coinvolgimento del padre per il figlio tanto amato). Attendiamo un’ulteriore visione.


P S il 11 settembre 2012 alle 23:02 ha scritto:

Il messalino SULLA TUA PAROLA dell'editrice shalom è consigliabile a tutti, per la semplicità dei commenti che riporta e la dimensione dei caratteri, ben leggibili i testi, con le pagine a colori, arricchite di belle immagini e la vita dei santi più amati. Nell'appendice si trovano sempre le novene e le preghiere del mese, con approfondimenti sui santuari mariani o altro. Interessanti anche gli spunti di riflessione al termine di ogni giorno e i suggerimenti per mettere in pratica la Parola. Ogni cristiano dovrebbe avere in casa il messalino per prepararsi con attenzione alla Santa Messa, e anche chi non può partecipare alla Messa quotidiana, può sempre unirsi alla preghiera della Chiesa, meditando sulle Scritture del giorno e cercando di conformare la sua via a quella Parola. Anche questo è un esercizio di santità che porterà i suoi frutti!


P S il 11 settembre 2012 alle 22:53 ha scritto:

Una vita strordinaria quella di Sant'Antonio abate, vissuta nel deserto, nella solitudine, eppure tra mille tentazioni e attacchi diretti del demonio. Sant'Atanasio ci racconta la bellissima biografia di Padre Antonio del deserto, con dettagli interessantissimi e utili anche a noi, in questi tempi dove tutto sembra essere lontano da quello stile di vita che Antonio ha scelto: ascesi, penitenza, digiuno, preghiera, silenzio, combattimenti spirituali di una intensità eccezionale. Una vita sofferta ma arricchita da Dio di doni meravigliosi, che ancora oggi sanno fare scalpore e spingono persino l'uomo moderno ad innalzare il cuore a Dio, a fargli desiderare ciò che sta in alto, benchè per conquistare il Cielo ci voglia fatica e perseveranza, coraggio e fede intrepida. Antonio è un modello altissimo anche per noi, oggi troppo impegnati e troppo superficiali, egli si ripropone a noi come esempio di concretezza, di realismo, di vita vissuta appieno, senza mezzi termini, senza compromessi con il mondo, senza paure. Una vita piena, insomma, completa, tutta in Dio, da cui trarre spunto. I suoi detti e le sue lettere, poi, sono davvero un manuale di spiritualità per avanzare nella santità: detti così profondi e attuali, toccano l'interiorità dell'uomo che, anche quando i tempi cambiano, nel profondo resta sempre lo stesso, con gli stessi desideri, gli stessi bisogno, la stessa aspirazione alla felicità, alla libertà, alla verità, perchè resta pur sempre una creatura a immagine di Dio, con il sigillo di Dio nel cuore. Un libro da leggere e rileggere per crescere, per conoscersi, per capire. Vale più di molti libri contemporanei che spesso rispecchiano il vuoto della nostra società e delle nostre anime, perse nel caos di una realtà che non è la vera realtà, perchè nasconde la Verità, che è Cristo, e disorienta. Questa biografia nutre lo spirito, dà consolazione, coraggio e rinnovato slancio. Con Antonio impareremo anche a soffermarci e a riflettere sul senso della nostra vita e sulla direzione verso cui stiamo orientando le nostre scelte. Insomma un libro tanto antico quanto necessario per l'uomo di oggi, perchè si riscopra e torni a vivere.

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P S il 11 settembre 2012 alle 22:39 ha scritto:

Un piccolo libro adatto alla meditazione dei misteri del Rosario, con riflessioni tratte dagli scritti di Igino Giordani, uomo di lettere e politico, del nostro tempo. Da qualche anno è stata avviata la sua Causa di Beatificazione, pertanto, questo sussidio può essere molto utile anche per conoscere e far conoscere un nuovo modello di santità, appunto quello di un laico, sposato, impegnato in politica, al passo con i tempi, del tutto simile a noi, considerato co-fondatore del movimento dei focolari dalla stessa Chiara Lubich. Il libretto delle meditazioni può essere utile anche per la recita comune del Santo Rosario, essendo le meditazioni molto brevi e chiare, adatte a tutti.


Dott. Giuseppina La Monica il 11 settembre 2012 alle 18:48 ha scritto:

Oggi come oggi è difficile parlare di un personaggio storico.
Questo libro mi fa riflettere tanto sulla fatica umana. L'uomo che fa tanti anni di studi per diventare medico e poi deve avere la speranza che il destino gli possa sorridere.
Giuseppe Moscati è riuscito a realizzare il suo sogno...una bella notizia penso e mi fa tanto piacere, perché nella storia rimangono persone importanti e che possono aiutare l'umanità a salvarsi dai pericoli, dai nemici da varie malattie curabili e non curabili. Insomma nella storia gli uomini che salvano la società ci sono stati e continuano ad esserci.

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Dott. Giuseppina La Monica il 11 settembre 2012 alle 18:37 ha scritto:

Questo libretto mi fa pensare a mia zia...una persona per bene che dopo un paio di anni si ritira dal lavoro e vive un momento difficile.
Purtroppo la vita a volte ci lascia brutte sorprese....e lei veramente ha avuto il coraggio di affrontare questo momento nel silenzio e nel dolore...senza essere criticata dalla Chiesa, dalla politica, dai parenti e dalla società in genere.
Ecco Maria Elesabetta è una parte della vita di mia zia, che ormai ha lasciato la sua immagine di una buona persona che ha saputo lottare contro le avversità della vita e il mondo.
Spero che sarà sempre ricordata non solo da me ma anche da quelli che la conoscono come buon esempio di vita, fede e speranza.

L' amicizia è
Libro
Paoline Edizioni (giugno 2010, 16 p.)

Dott. Giuseppina La Monica il 11 settembre 2012 alle 18:15 ha scritto:

L'amicizia è dono speciale verso una persona grata e meritevole e non solo è anche un gesto importante per farsi riconoscere .
E' stupendo quando c'è una vera riconoscenza dei gesti positivi e l'amicizia si rinforza perché c'è verità, speranza, accoglienza...anche nei momenti difficili non bisogna abbandonare l'amicizia...purtroppo esiste e mi dispiace quando si interrompe per vari motivi.
Abbandonare l'amicizia nei momenti difficili è un vero tradimento....non si crede più a certe convinzioni e la speranza diminuisce.
L'amicizia è un fiore di cui bisogna prendersi cura e non solo bisogna amarlo di giorno in giorno nella pace e nell'accoglienza.

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