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annamaria bazzigalupi il 18 giugno 2015 alle 10:08 ha scritto: Bellissima preghiera a Maria. Io ne ho acquistato una copia per i miei cari. Leggi tutti i commenti (10) |
La forza della fragilità. Provocazioni sulla speranza cristiana
Paoline Edizioni
(gennaio 2004, 246 p.)
Francesca Terranova il 16 giugno 2015 alle 11:35 ha scritto: Il libro raccoglie in un testo unitario diverse meditazioni, concepite dall'A. sia per il tempo di Avvento e Natale (prima parte del volume) sia per il tempo di Quaresima e Pasqua (seconda parte del volume). Filo conduttore di tutte le riflessioni è il tema della fragilità riconnesso, per ossimoro, alla forza. A ben vedere, si tratta del paradosso della vita cristiana e di Cristo stesso: "Nessuno ignora che la vicenda di Cristo comincia in una stalla e finisce su una croce. Almeno, stando a quel che appare. Perché il credente è chiamato a gettare il suo sguardo, e il suo desiderio, oltre il visibile, nello spazio dove irradia la luce della risurrezione. Ed è qui che si stabilisce la connessione tra la fragilità e la forza, quella che dà il via, e il senso, a tutta una seria di paradossi che la Bibbia e la liturgia non si stancano di proclamare, e che trovano in alcune sintesi vertiginose la loro formulazione più essenziale. Una per tutte: "Quando sono debole, è allora che sono forte (2Cor 12,10)" (dalla presentazione). Molteplici le tematiche trattate dall'A. tra le quali quella del rapporto amicale con Gesù, preso a parametro della profondità delle nostre relazioni amicali e della spiritualità, la cui molla dovrebbe essere il desiderio (di cercare, di trovare ed essere trovato, di stabilire un'intimità, di amare...). Libro consigliatissimo: adatto anche a giovani lettori (specie adolescenti). |
Francesca Terranova il 16 giugno 2015 alle 11:00 ha scritto: Attraverso una (ri)lettura in chiave teologico-spirituale della lettera ai Romani di San Paolo, padre Cantalamessa propone un itinerario di evangelizzazione e rinnovamento spirituale aperto a tutti, e non solo ai non credenti. Nell'introduzione al volume, l'A. esplicita chiaramente al lettore quale è l'intento che egli si propone in quelle pagine: "Non basta leggere, studiare, imparare anche a memoria la parola di Dio. Bisogna mangiarne il rotolo, divorarlo, sentirne l'amarezza nelle viscere e la dolcezza sulle labbra (cf Ez 3, 1 ss.; Ap 10,12), cioè assimilarla, farla diventare carne della propria carne e sangue del proprio sangue, lasciare che essa ferisca e purifichi interiormente anzitutto colui che è chiamato ad annunciarla ad altri. E' quello che ci accingiamo a fare con il testo dell'Apostolo". Numerose sono le tematiche affrontate nel testo, a partire dalla lettera ai Romani: dal lieto annuncio dell'amore di Dio, al mistero del peccato e dell'iniquità, sino ad arrivare al tema della giustificazione e della fede, al mistero della sofferenza di Dio e alla preghiera di Gesù nello Spirito. Un testo che aiuta a rimetterci in discussione fin dalle fondamenta della nostra fede: utile sia come primo approccio di studio alla lettera ai Romani sia come lettura spirituale da meditare nella preghiera. Leggi tutti i commenti (2) |
Francesca Terranova il 16 giugno 2015 alle 10:46 ha scritto: L'A., fondatore della "comunità dell'Arca", muove in questo libro dalla sua esperienza concretamente vissuta all'interno delle comunità da lui fondate per trattare del tema della "comunità", più nello specifico del "vivere in comunione e in comunità". Per il taglio scelto il libro offre, dunque, notevoli spunti di riflessione per qualsiasi comunità cattolica - e, a mio avviso, più in generale, per qualsiasi forma di comunità sociale (a partire dalla famiglia sino ad arrivare ai posti di lavoro, ove pure è auspicabile attuare - quanto meno, tentare di attuare - una "comunicazione" vera tra le persone che porti alla "comunione"). Il libro si ripropone di suscitare proprio l'amore per il vivere in comunione, che l'individualismo ormai imperante a livello tanto sociale quanto culturale ha già dal secolo scorso contribuito ad oscurare e minare alle sue radici. L'uomo è fatto ontologicamente per essere in comunione. Per citare le parole dell'A., "il bisogno di appartenere ad una forma o ad un'altra di comunità è insito nella natura umana, che sia una cerchia di amici, una famiglia, un club, una gang, un gruppo di militanti politici, una chiesa o qualsiasi altro gruppo. Se siamo isolati, ci inaridiamo e muoriamo". La salvezza passa attraverso la comunità. Non ci si salva da soli. Questo il messaggio del libro che sviscera il senso del vivere in comunione e le caratteristiche dell'essere in comunione. La comunità è, secondo l'A., luogo di appartenza, di apertura, di amore reciproco, di crescita e collaborazione. Ognuno è chiamato a essere se stesso (anzi ognuno in comunità ha il diritto di essere se stesso) e la pluralità e la diversità tra i singoli viene vista come una ricchezza e come un requisito necessario ed indispensabile per creare comunione. Leggi tutti i commenti (5) |
Suor Suore consolatrici Consolatrici il 16 giugno 2015 alle 10:36 ha scritto:
Non posso dire niente! L'ho cercato disperatamente all'inizio dell'Avvento, senza riuscire a trovarlo. Dove l'avevate nascosto? ? ? - Posso comunque affermare per gli anni precedenti, |