Citazione spirituale

Tu sei qui: La voce dei clientiLibri

La voce dei clienti - Libri

Tutti i commenti per «Libri» (da 19696 a 19710 di 27193)


ROSANNA RANIERI il 18 febbraio 2015 alle 18:55 ha scritto:

Un simpatico pensiero da inserire in un regalo per una nuova nascita.


Liliana il 18 febbraio 2015 alle 18:49 ha scritto:

Ottimo sussidio per spiegare e illustrare la Sindone ai bambini del catechismo.
Bruno Ferrero ha ancora una volta confermato la sua capacità di spiegare in modo semplice anche le cose più difficili. Bravissimo!


Don WOJCIECH DARMETKO il 18 febbraio 2015 alle 12:48 ha scritto:

Molto gradevole nella prefazione, il vangelo di Luca edizioni deonhiane sembra davvero rappresentare il vangelo della Misericordia e della tenerezza, non a caso sono rappresentate le figure femminili
entrate nella storia della salvezza: Anna la madre della Vergine, Elisabetta,Maria SS., Maria di Magdala, Marta e Maria di Betania. Luca evangelista dipinge scene e atteggiamenti degli esseri umani con sottile psicologia e grande tenerezza, fu l'unico infatti a descrivere il calvario e il tragitto della via crucis. E i suoi straordinari personaggi...il tradimento di Giuda...Pietro che lo rinnega...Pilato il politico opportunista... le pie donne...la veronica...il Cireneo..che porta la croce, il centurione..Giovanni sotto la croce con Maria la madre di Gesù..Giuseppe d'Arimatea...
Consigliato..per tutti quelli che confidano nella misericordia di Dio.

Leggi tutti i commenti (2)

Angelo il 18 febbraio 2015 alle 12:45 ha scritto:

Un discreto libro che racchiude tutto il suo fulcro in foto di illusioni ottiche e foto di apparizioni realmente inspiegabili.

Leggi tutti i commenti (48)

Don WOJCIECH DARMETKO il 18 febbraio 2015 alle 12:37 ha scritto:

Un libro che sembra una tavolozza di colori tenui e delicati. L'immagine della donna dei vangeli fatta di tenerezza, amore, donazione totale al bene, sacrificio e forza d'animo.
Il Maestro la considera preziosa, per la sua testimonianza di conversione e fede, che si manifesta nella carità del cenacolo, del servizio ai fratelli.
Ci sono le immagini straordinarie della peccatrice, che Gesù ama incondizionatamente senza pregiudizi, e che per gratitudine. Lei in lacrime lava e profuma i suoi piedi. Un atto di adorazione struggente.
Poi l'immagine di Maria di Magdala, davanti alla tomba vuota il mattino di Pasqua, che piange disperata "Hanno portato via il mio Signore"..ma all'improvviso una voce cara..amata..conosciuta e riconosciuta "Maria..perché piangi?" Gesù la chiama per nome e le da tutta la dignità..che alle donne dell'epoca era negata..dalle leggi mosaiche(le donne ciclicamente impure) e..dai dottori della legge..donne senza volto, lasciate ai margini della società, prive di voce senza diritti..chiamate semplicemente "Donna..senza altro nome che donna.."
Bellissimo, peccato che non si trovino più copie da regalare per la festa della donna, che rappresenta in modo molto semplice la mirabile lettera alle donne di Giovanni Paolo II.
Fiorenza.


Catechista Egle Lombardo il 17 febbraio 2015 alle 09:52 ha scritto:

Eccezionale strumento per aiutare i Chierichetti ad avvicinarsi con maggior interesse all'emozionante esperienza di servire Gesù. Ho aspettato tanto a trovare la disponibilità perché poche copie a magazzino, ma non appena è stato disponibile ho immediatamente provveduto all'acquisto. Impostazione grafica ordinata sia per Rito Romano che Rito Ambrosiano. Lo consiglio vivamente.
Egle

Leggi tutti i commenti (7)
La Cresima
Libro
Il Pozzo di Giacobbe (aprile 2014, 32 p.)

Catechista Egle Lombardo il 17 febbraio 2015 alle 09:47 ha scritto:

Valido e decisamente utile per aiutare i ragazzi in preparazione al Sacramento della Cresima per riepilogare gli argomenti della Cresima. Soprattutto da utilizzare vicino alla data della Cerimonia. Ha un'impostazione molto iconografica e questo permette anche ai ragazzi con DSA di memorizzare i concetti più importanti della Cresima. Buon rapporto qualità/prezzo.
Egle

Leggi tutti i commenti (2)
Wake up! - Antonio Bergamo
Libro
Antonio Bergamo Effatà (settembre 2014, 32 p.)

Catechista Egle Lombardo il 17 febbraio 2015 alle 09:37 ha scritto:

Moderna guida con un percorso per preparare i Chierichetti ai momenti più importanti dell'Anno Liturgico. Da utilizzare però a partire dall'apertura dell'Anno Liturgico.
Lo consiglio pienamente e sono soddisfatta dell'acquisto.

Leggi tutti i commenti (7)

Daniele Gandi il 17 febbraio 2015 alle 00:20 ha scritto:

Chiaro nella classificazione e nella ricerca di dettagli.


Daniele Gandi il 17 febbraio 2015 alle 00:20 ha scritto:

Da tempo si occupa la scienza dei fenomeni di premorte, fin dagli anni '20, adesso in maniera ampia, non aggiungendo nulla alla Fede cristiana, un ottimo libro.


Alessia Pegoraro il 16 febbraio 2015 alle 19:45 ha scritto:

Bellissimo! Spiegato in modo semplice, i bambini possono apprendere in modo facile. Molto belle le immagini. La copertina è molto raffinata.

Leggi tutti i commenti (2)

Prof. FRANCESCO RITROVATO il 16 febbraio 2015 alle 17:14 ha scritto:

Anche se l'album è vecchiotto, è meraviglioso. Abbiamo appreso e cantato in questi giorni il magnificat. In generale i canti sono belli e facilmente eseguibili.


Catechista Francesca Brescianini il 16 febbraio 2015 alle 16:09 ha scritto:

Non posso fare la recensione di questo prodotto perché non mi è mai arrivato in quanto era esaurito...Peccato...alla fine ho scelto un altro prodotto...


mario cutuli il 16 febbraio 2015 alle 10:54 ha scritto:

Chissà, forse risuona ancora, nelle superstiti baracche del Furstenberg am Oder o di Nordhausen...
Melanconico e struggente. Quel vecchio clarinetto, forse suona ancora. Quasi a perenne ricordo di un rosario di sofferenza.
Aldo Valerio Cocco, quei giorni non li ha mai dimenticati. Hanno accompagnato le sue notti. Hanno dato corpo ai suoi incubi. Lo hanno segnato per sempre.
Ora quei ricordi amari, quegli amici che con lui hanno condiviso quell'inferno, quei fratelli che non hanno più fatto ritorno a casa, che hanno chiuso per sempre gli occhi nel freddo del lager, privati persino dell'affetto di una mamma o di una moglie, si sono trasformati in un sofferto diario.
“Un clarinetto nel Lager. Diario di prigionia 1943-1945”. Edizioni Messaggero Padova € 14.00, a cura di Patrizio Zanella, è una Via Crucis sul sentiero della memoria. Un doloroso pellegrinaggio lastricato da infinite sofferenze, da dolori mai sopiti...
Da quel drammatico 8 settembre 1943 alle ottanta ore di viaggio, stipato con in un vagone insieme a tanti altri infelici, all'arrivo al lager. Dalla fame e dal freddo, alle cimici, ai pidocchi che spesso si decideva di... mangiare “per recuperare il sangue che ci avevano tolto...”, ai tanti allarmi notturni che privavano delle già esigue ore concesse al sonno.
Appunti sparsi, pensieri asciutti che ricompongono una trama di violenze, di angherie, di umilianti vessazioni, di dolore, di rabbia, di speranze seguite da immediate smentite di un cuore per sempre ferito, ma anche di orgoglio per non essersi mai piegati alla tracotanza di carnefici addestrati, perché “Der deutsche Kniippel knechtet keinen italiener, denn Nachfolger Rom’s wachsen nicht unterm Joch” - Bastone tedesco, italiano non doma, non crescono al giogo le stirpi di Roma - come Valerio riusciva a dire nelle poche parole tedesche apprese in quell'inferno...
Pagine consumate dal tempo, solcate dal grigio di una matita ormai sbiadita, immortalate dalle note di un clarinetto diventato... “amico” e mezzo per barattare con il suo suono una rapa o un tozzo di pane ispessito e rancido...
Pagine gelosamente custodite in un cassetto che per cinquantanni Valerio si è rifiutato di aprire.
Una storia che appartiene ai tanti soldati che come lui avevano deciso di non aderire alla Repubblica di Salò e perciò prigionieri, ma fieri di essere italiani e soprattutto fedeli a valori patriottici che non possono essere traditi.
Una storia per ricordare. Per non dover più scrivere parole che raccontino di violenza e di morte. (Mario Cutuli)


Mario Cutuli il 15 febbraio 2015 alle 18:08 ha scritto:

Se nelle scritture ebraiche Dio comunica soltanto attraverso la parola, con l'incarnazione il “Verbo”, come leggiamo nel Vangelo di Giovanni, si fa carne, si cala nella storia e rivela finalmente il suo volto.
E' il volto del Padre che diventa - sfigurato, lacerato, deformato... - il volto dell'uomo.
Con “Dio storia dell'uomo. Dalla Parola all'immagine”, Edizione Messaggero, Padova, € 23.00, Andrea Dall'Asta, con la bella prefazione di Bartolomeo Sorge, ci invita ad un percorso molto affascinante che conduce dall'ascolto del Dio del Vecchio testamento, invisibile ma che parla, alla sua manifestazione, nel Nuovo, quando Dio e l'uomo sanciscono un nuovo patto. Una ricostruzione nel quale l'arte fa tutt'uno con la teologia, diventa, in un armonico, preziosissimo, tessuto interdisciplinare, antropologia e filosofia.
Un bel lavoro che prende avvio dal viso – fortemente espressivo, eppur indecifrabile nel mistero che lo racchiude - dell'“Annunciata”di Antonello da Messina che porta già in grembo l'Infinito, l'atteso, vaticinato messia. Lo vediamo già negli occhi dolci e assorti della mamma, quasi presaghi del disegno che Dio ha previsto per lei.
E' l'inizio di una storia di fede nella quale Dio viene annunciato nel corpo di una sconosciuta ragazza di Nazareth. Sono i primi passi sugli stessi sentieri dell'uomo. E il primo irrompere dell'Eterno nel tempo.
Dai mille simboli della divinità propri della cultura orientale, ricchi di allegorie, che velano e contemporaneamente svelano - il pesce, il Buon Pastore, il Basileus … Dall'Asta passa poi al “ritratto” del divino, anzi all'“Autoritratto”, (Albrecht Durer), la cui immagine sprigiona un'intensa sacralità nella quale il rispecchiarsi in Cristo «diventa simbolo di una nuova creazione, della coscienza di una profonda dignità umana che affonda le proprie radici nella fede cristiana».
L'immagine diventa, così, rappresentazione, della potenza, anzi della incontenibile magnificenza, come accade nell'iconografia dei tanti “Cristo Pantocrator”- famosissimo quello del XII sec. di Andrea Jemolo, che campeggia il catino del duomo di Monreale.
Un“Christus gloriosus” il cui sguardo, tenero, ma solenne, si prolunga nel Rinascimento italiano quando la laicizzazione della cultura e l'acquisita consapevolezza che l'uomo ha di essere artefice del proprio destino ripropongono un volto di Cristo che incarna la perfezione fisica e morale dell'uomo michelangiolesco della Cappella Sistina: forte, potente, atletico, rassicurante. Una rappresentazione che va oltre la statuaria bellezza greco-romana per riprodurne con straordinaria efficacia tutta la gloria, anche nella morte...
A differenza, di quanto accade, invece, nella stessa cultura rinascimentale, ma propria dell'area nord europea, soprattutto in quella di stampo luterana, nella quale prevale l'immagine del “Christus patiens” - il volto sofferente, spesso deforme, sfigurato - che sembra nascondere la propria divinità: forse la rappresentazione più autentica della miseria umana. Su quel viso l'uomo vede il proprio peccato.
Il Cristo sofferente, carico dei peccati dell'uomo, ritorna nell'iconografia del novecento, come accade nelle immagini dall'intenso e crudo realismo di Mattias Grunewald (“Crocifissione”) in quelle che si stagliano da uno sfondo notturno per esplodere in un trionfo di colori che trasformano l'uomo dei dolori del Cristo crocifisso nel copro spirituale, esile e leggero dell'uomo della “Risurrezione”, ma che porta ancora intatti i segni della passione.
Il “Christus patiens” caratterizza soprattutto l'opera di Rouault nel ciclo del “Miserere” o nei soggetti, segnati dal peccato – disfatte prostitute, volti inquietanti, clown vagabondi – che ricompongono il volto stesso di Cristo, devastato eppur sublime nei suoi tratti, quasi a garantire la speranza di un riscatto per tutti, secondo quella promessa “Beati coloro che soffrono, di loro è infatti il regno dei cieli...”
L'immagine di Dio può anche diventare testimonianza di un incontro, come succede ad Ignazio di Loyola – nella visione del Bambino Gesù in braccio a Maria – o a Teresa d'Avila alla quale l'apparizione di Dio risveglia e rinsalda la fede. Può, nel modo più semplice, ma fortemente espressivo, sintetizzare il volto stesso della Chiesa amorevole-(“La cena di Emmaus” di Rembrandt Van Rjin), o premurosa sposa di Cristo (“Le nozze di Cana” di Paolo Veronese)...
Dall'Asta chiude poi la ricostruzione della straordinaria irruzione di Cristo nella storia dell'uomo con la cosiddetta “arte della differenza”, nella quale, complice la proclamata “morte di Dio” di Nietzsche o nella monocromia contemporanea (David Simpson) - nella quale la relazione che l'uomo ha col divino va oltre l'immagine - Dio sembra nuovamente eclissarsi. Come pretendesse di essere cercato. Quasi obbligasse l'uomo ad avvertirne la mancanza...
Nella straordinaria ricchezza che il lavoro di Dall'Asta racchiude, riemerge la mai abbastanza ribadita convinzione dell'assenza di una distinzione tra l'arte “sacra” e quella “profana”.
L'artista, o leggiamo chiaramente nelle pagine del libro, non “crea”. Egli è un soltanto mediatore del sacro nella sua più ampia accezione – si pensi a Platone o a Socrate che parla dell'arte come di una “divina possessione”, o se si vuole, in pieno romanticismo, a Schelling che parla dell'Infinito (Dio?), come del vero artista. Chi esegue l'opera d'arte, non parla mai in prima persona, è soltanto “strumento” e ciò che dice viene dall'alto. L'artista di ogni tempo porta alla luce, svela «profondità abissali», non come semplice epifania del divino, né come meccanica imitazione della natura … «Il gesto dell'arte , scrive Dall'Asta, si fa atto che inaugurando una realtà nuova del mondo, imita il primo e inaccessibile “Fiat”, il primo inafferrabile istante creatore». (Mario Cutuli)

Leggi tutti i commenti (4)