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ANTONIO DE LUCA, delucaantonio2002@libero.it il 19 settembre 2012 alle 17:03 ha scritto:

film che evidenzia come la conversione al Signore possa renderci sereni e felici

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Umberto Masperi il 18 settembre 2012 alle 14:17 ha scritto:

E questo film meriterebbe un commento ( dopo averlo seguito con la massima attenzione e continue annotazioni )? Non prendiamoci in giro.

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Umberto Masperi, masperi.umberto@yahoo.it il 17 settembre 2012 alle 14:54 ha scritto:

SALOMONE. “Osserverai i precetti del Signore tuo Dio, camminando nelle sue vie e praticando i suoi comandamenti”, observa decreta Domini Dei tui, ut ambules in viis eius et custodias statuta eius et praecepta eius (1 Re 2,3): così aveva esortato Davide,
morente, suo figlio Salomone.

SALOMONE. Un nome che racchiude quello che tutti hanno invocato sempre (shalòm ,la pace), una figura che sarà ,nei tempi ,sinonimo di “sapienza”.

Una “trama” meno complessa se confrontata con quella dei primi due re,Saul e Davide; la teniamo presente seguendo il testo della Bibbia (1 Re,1-11),sintetizzando.

+ Adonia, dopo la morte dei due fratelli maggiori Amnon ed Assalonne (come abbiamo visto nel precedente DVD dal titolo“Davide” ), ritiene di essere erede del padre . Davide ,però, aveva scelto l’altro figlio ,Salomone; sarà quindi questi ad essere consacrato. Il giovane re Salomone, da abile ‘politico’, rafforza il potere eliminando ogni ostacolo a partire dall’uccisione di Adonia, sposando poi la figlia del faraone d’Egitto. + In sogno chiede a Dio … “ un cuore che sappia governare il popolo in modo da distinguere il bene dal male”. Dio lo esaudisce completamente:” Ecco io ti dono un cuore saggio e perspicace (sapiens et intelligens) come non ci fu prima di te né uguale sorgerà dopo di te. Anzi io ti dono pure quanto non hai chiesto, cioè ricchezze ed onore, così che tra i re non ci sia mai alcuno uguale a te”.
+ La ‘saggezza’ si mostra subito: il famosissimo episodio della contesa tra le due donne che litigano,rivendicando, ognuna, per sé il figlio oggetto di contesa e Salomone che si fa portare una spada (col seguito che nessuno ignora). + Il regno di Salomone è caratterizzato dalla sua vasta estensione e dalla pace che trionfa: “Salomone dominava su tutti i paesi,dal Fiume ( cioè l’Eufrate ) fino al paese dei Filistei e al confine d’Egitto” … “e v’era pace tutt’intorno ai suoi confini”. Oltre a questo tono certo esagerato non manca un’altra esaltazione: ” Dio concesse a Salomone sapienza ed intelligenza grandissima e un cuore vasto come la sabbia sulla spiaggia del mare” …. “Egli fu il più sapiente di ogni altro uomo ,sapientior cunctis hominibus, … “La sua fama si diffuse fra tutte le nazioni circonvicini, nominatus in universis gentibus per circuitum” … “ Venivano ad udire la sapienza di Salomone, da tutti i popoli e da tutti i re della terra”.
^^^ Il testo biblico dedica ampio spazio alla descrizione della costruzione del Tempio.
Abbiamo,infine il famoso episodio della regina di Saba che si reca a fargli visita. Come se non bastasse, l’ultimo capitolo di 1 Re ci dà quasi l’immagine di un ‘sultano’ ante litteram ( ma una ragione c’è): “ Amò … molte donne straniere, moabite,ammonite,idumee,sidonie,hittite, dei popoli di cui il signore aveva detto ai figli d’Israele: “ voi non andrete da loro” … “Invece Salomone si legò ad esse per amore:egli ebbe settecento principesse per mogli e trecento concubine.” Ecco il punto: la DISOBBEDIENZA a Dio ( come nel paradiso terrestre). Le conseguenze si impongono : “Quando fu vecchio, le sue donne gli sviarono il cuore dietro le divinità straniere e il suo cuore non fu più tutto del Signore suo Dio,nec erat cor eius perfectum cum Domino Deo suo”… “Seguì Astarte,dea dei Sidoni, e Milcom,obbrorio degli Ammoniti”. Ci troviamo di fronte alla più forte contraddizione :il “re più sapiente” che nella massima stoltezza si allontana da Dio.
“ Epilogo”: dopo la sua morte c’è la conferma di come la potenza e la ricchezza ,costruite dall’uomo e su cui l’uomo si “basa”, sono della massima fragilità quando ci si allontana da Dio. Il figlio Roboamo,suo successore, si scontrerà con Geroboamo ( uomo valente e gagliardo,vir fortis et potens). Il regno verrà diviso: regno di Geroboamo (930-910),Regno di Roboamo in Giudea (930-914).

*** Passiamo al film : viene in parte evitato il pericolo di puntare sulla spettacolarità e grandiosità ( però: perchè quell’inizio sulla corsa a cavalli nella sfida tra Adonia e Salomone dal sapore troppo alla Ben Hur, colossal musica compresa? ). Il regista Roger Young si avvale di attori che riescono a caratterizzare il proprio personaggio con sicurezza ( a cominciare da Ben Cross-Salomone) anche se ha voluto dare ampio ‘spazio’ (un’ eccessiva mezz’ora) alla fanciulla-regina di Saba ( attrice Vivica Fox, dalla bellezza delicata , un incanto di occhi stupendi e pelle vellutata , ma … africana?!) costruendovi una love story con passione travolgente,coronata dalla decisione di diventar moglie di Salomone fino ad avere un figlio : una regina di Saba che ripete quanto c’era di “caricato” nel rapporto con la prima moglie, la figlia del faraone,all’inizio.
Intrighi di corte … conflitti … lotte per il trono … ma sembrerebbe che siano proprio alcune donne a meritare la nostra attenzione;due esempi:
Abisag-Cucinotta :semplicità,delicatezza,spirito di servizio fino quando la vedremo poi madre di due splendidi figli.
Betsabea-Anouk Aimée: credibile moglie devota al “suo re” Davide, con tenerezza ma anche molta determinazione; poi ‘regina-madre’ forte, intelligente, volitiva accanto al figlio Salomone che inizia a regnare dopo la morte del padre. Giustamente il film insiste sul “decadimento” di Salomone :religioso, morale e … umano, oltre che fisico, con la costante presenza, accanto, di Geroboamo (cui il regista ha voluto dedicare non poca attenzione).
Personalmente trovo che stoni il far pronunciare a Salomone frasi famose del Qohelet ( anche se una certa tradizione ne attribuiva la paternità); colpisce quel …“la sapienza è un fardello che Dio ci ha dato”.
Opportunamente si sottolinea la gravità delle colpe di Salomone nel suo scontro con il sacerdote che gli tiene testa sfidandolo apertamente: “ Anche i re devono saper sottostare alla legge”, verità che non dobbiamo percepire anacronisticamente con mentalità illuministica anti assolutista, ma nella pregnanza biblico-mosaica ( la LEGGE,quella “legge”).
Il film termina con le parole di Geroboamo (dopo la morte di Salomone ) che sono realisticamente la proclamazione della responsabilità di quel re, il più sapiente tra tutti:
“Non siamo più una nazione; la gloria di Salomone è finita per sempre”.

*** Non più una nazione: la storia di quel popolo continuerà attraverso i secoli scandita su questo dramma, ma la voce narrante … ci ricorda (ricorda all’uomo di fede):
“Ma Dio rimase fedele alle sue promesse”. .... Quelle promesse che si rinnoveranno, in un contesto tutto particolare,nell’età dei PROFETI


Umberto Masperi il 16 settembre 2012 alle 13:47 ha scritto:

Davide.

Con questo film su Davide il cammino attraverso la storia del popolo eletto giunge ad una fase ben precisa e storicamente databile : mille anni prima di Cristo.
Israele sta per diventare una vera nazione mentre nel Medio Oriente le grandi potenze della Mesopotamia e dell’Egitto hanno perso il loro ruolo egemone e la “minaccia” viene dai popoli confinanti come lo era stato nel periodo precedente dei Giudici, quando abbiamo incontrato la figura di Sansone. Si avverte la necessità di una monarchia : Davide è il secondo re,dopo Saul. Il sovrano ha duplice carattere: è re come i sovrani degli altri popoli, ma è sacerdote-profeta che riceve l’unzione. Nei mille anni che seguiranno si prepara l’evento più straordinario di ogni tempo : un ‘nuovo Regno’ con la venuta del Messia,il Cristo,l’unto, re sacerdote e profeta “regno di Dio”in terra, uscito dalla casa di Davide.

• Davide:tutti gli studiosi sottolineano la complessità della sua figura (1011-971 a C.) che la Bibbia tratta con notevole ampiezza; una complessità che è quasi ‘preannunciata’ da chi lo ha preceduto e da una situazione precisa.

• + “I filistei attaccarono battaglia,Israele fu sconfitto … la sconfitta fu veramente grande … l’arca di Dio fu catturata” (1Sam. 4,10-11).
+ “ I Filistei, presa poi l’arca di Dio, la introdussero nel tempio di Dagon e la deposero presso Dagon (5,2).
+ “ Quando diventò vecchio Samuele … i suoi figli non camminarono sulle sue orme … (8,1). “Tutti gli anziani d’Israele … gli dissero:’ Stabilisci su di noi un re ….”.
+ “ Samuele prese l’ampolla dell’olio e la versò sul capo di lui (= Saul) “.

a) SAUL ,il primo re, si trova nella ricorrente tentazione di fare di testa propria ,venendo meno alla fedeltà a Dio. Un giorno la scelta del Signore,tramite ancora Samuele, cadrà su di un altro ( “ mi pento di aver costituito re Saul perché egli si è allontanato da me… “); così ‘entra in scena’ Davide (“Il Signore disse a Samuele:’ …riempi il tuo corno d’olio e va’;ti mando da Iesse, il betlemita, perchè ho veduto tra i suoi figli il mio re”). b) DAVIDE : da pastore a scelto del signore; vive presso Saul ed emerge con importanza dopo l’uccisione di Golia, salva Israele, di vittoria in vittoria (“ Le donne danzavano ripetendo il ritornello :’Saul colpì le sue migliaia, ma Davide le sue miriadi’ “ Percussit Saul milia sua,
et David decem milia sua ” ). L’ira domina sempre più Saul , ‘uno spirito maligno di Dio’spiritus Dei malus, in lui, lo porterà a minacciare più volte la vita di Davide, con l’epilogo, dopo tormentate vicende, della tragica sua fine, sconfitto dai Filistei : si suicida (“ prese la spada e si gettò su di essa”). Il testo biblico con crudo realismo prosegue ( ma questo non lo troviamo nel film): “Essi (= i Filistei) troncarono la testa di lui e lo spogliarono delle armi … deposero le sue armi nel tempio di Astarte , mentre il cadavere lo affissero alle mura di Bet Sean”.

*** Passiamo al film.

A) PRIMA parte: inizia con la scena del suicidio di Saul;segue il trionfo di Davide-re. Lungo flash back sulla vita di Saul che occupa praticamente quasi tutta questa prima parte . Nella ripresa su Davide, con la sua incoronazione ( efficace la scena della caduta della corona dalla testa di Saul per giungere a Davide) non sarà più il perseguitato. Sarà anche lui però vittima di un altro male: il peccato con Betsabea.
A livello filmico va notato l’ efficace interpretazione dell’attore Jonathan Pryce ( che ci restituisce un Saul nella sua tragica figura), come pure la indovinata scelta di inserire nelle scene citazioni tratte dai Salmi che,sappiamo, la tradizione attribuì numerosi a Davide.

B) SECONDA parte: anche la complessa figura di Davide è colta nel suo spessore; la sua fragilità lo accomuna a tutti gli uomini, ma ha una grandezza che lo distingue: la forza di riconoscersi peccatore e chiedere perdono . La visione di questa parte ci permette di seguire quanto è forse meno ‘conosciuto’ della vita di Davide: come il male opera all’interno della sua famiglia, fino al tragico e sconvolgente scontro tra il re e suo figlio Assalonne, con la sconfitta e morte di quest’ultimo.
Davide rientra in Gerusalemme,acclamato dalla folla che agita rami . Ha “perso” due figli che hanno scelto la via del male; li piange (inutilmente aveva tentato di evitare la loro morte, sulla strada di un perdono e di una clemenza che fu osteggiata come segno di debolezza). Nella sequenza finale vediamo la figura di quel figlio bambino che sarà l’ ‘uomo della pace’, e che ,non macchiandosi le mani di sangue, per volontà di Dio costruirà il Tempio:SALOMONE.

(Una valutazione: DVD prezioso da valorizzare per ritornare spesso al testo biblico).

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Umberto Masperi il 15 settembre 2012 alle 10:17 ha scritto:

Sansone ( shemesh, sole: figlio del sole. L’uomo poi reso cieco).
Dalila ( lajlah, la notte).

Ognuno di noi porta in sé, a livello inconscio soprattutto,alcuni ricordi dell’infanzia, o della giovinezza, che,talora, riaffiorano nei sogni (chissà perché; ma ,seguendo Freud, lo possiamo comprendere) o giungono con vivacità alla nostra mente-immaginazione ( ed in chi è un po’ avanti con gli ‘anta’ sono ancor più chiari delle percezioni vicine nel tempo).
Recuperiamo pure questi ricordi che ci stimolano a capire ciò che ci ha portato ad essere quello che siamo ancora adesso. ^^^ Durante l’ora di catechismo, sempre i racconti della Bibbia, attraverso le parole del catechista o del sacerdote, assistente dell’oratorio. Quella volta: Sansone ,cieco, che “abbraccia” le colonne, le abbatte e rimane schiacciato con i suoi nemici, i Filistei. Ancora: quel compagno che in determinate occasioni ripeteva, con ‘gusto’: “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, e magari ti saltava addosso,per la lotta nel gioco.
(La fantasia del fanciullo lo abbinava subito all’altra immagine, raccontata sui banchi di scuola: Ercole, dalla forza sovrumana) . Le sue imprese: con le nude mani uccide,fa a pezzi, un leone (et dilaceravit leonem, quasi haedum in frusta concerperet, come un capretto ),con una mascella d’asino colpisce mille uomini :inventamque maxillam asini recentem arripiens percussit in ea mille viros).

L’immagine della fantasia avrebbe in seguito trovato ancor più alimento nella visione del film: “Sansone e Dalila” (Samson and Delilah) 1949, con il muscoloso Victor Mature, attore simpatico e dal volto sempre un po’ triste e quasi sofferente, con una giovane fanciulla , solare,Angela Landsbury ( chi non l’ ha mai “amata” ed apprezzata nei suoi ruoli televisivi?) ed una bellissima Hedy Lamarr (Dalila).

Adesso l’occasione da non perdere per “confrontarci” con il ‘presente’ (a) ... nostro, non più da fanciulli; b) ... di questo film del 1996 , con la regia di Nicolas Roeg che ,in coppia con Allan Scott ,sceneggiatore e produttore cinematografico, si impegnò nella serie televisiva). Essendo stato recensito come film di alto livello che si attiene al testo biblico , ho avvertito la necessità di rileggere le parole della Bibbia prima della sua visione, dato che il “ Libro dei Giudici” dedica solo quattro capitoli (13-16) a Sansone , e chi ha prodotto il film ha dovuto “arricchire” ,aggiungere elementi per caratterizzare ,più ampiamente, i personaggi ed il racconto. Qualche rilievo.

*** A. La FIGURA
La Bibbia ci presenta Sansone come il figlio annunciato dall’angelo di Dio ad una donna sterile (“ Sarà nazireo nel tuo seno;per questo il rasoio non dovrà mai accostarsi alla sua testa”), “chiamato” ad una missione:”Comincerà a salvare Israele dall’oppressione dei Filistei”.
Il CONTESTO STORICO
Siamo all’epoca dei Giudici cosiddetti “maggiori”; dominano i Filistei ( secondo gli storici uno dei ‘popoli del mare’ che ,conoscendo l’arte di lavorare il ferro, aveva una superiorità sugli abitanti di Canaan); quei Filistei che daranno il loro nome alla Palestina (eretz Pelishtiyim, "terra dei Filistei) e che la Bibbia condanna per l’idolatria ( culti della fertilità, prostitute sacre come sacerdotesse).
Risulta chiaro, pertanto, l’inizio del cap. 13:” Gli Israeliti ripresero a compiere ciò che è male agli occhi del Signore il quale li abbandonò in mano dei Filistei, per quaranta anni”. Sansone “benedetto dal Signore”(“ et benedixit ei Dominus”) sarà giudice per venti anni (“ iudicavitque Israel … viginti annis”); anche lui vittima del peccato ( dopo il matrimonio con una donna cananea, non saprà resistere a lei,Dalila,la notte = lajlah , che con l’inganno lo porterà alla rovina ), alla fine riuscirà a redimersi col sacrificio della sua stessa vita.

^^^ I quattro capitoli della Bibbia : …“ raccolgono aneddoti pittoreschi e popolari concernenti un eroe locale,dotato di forza sovrumana, grazie al nazireato, ma sedotto dalle donne”( cit. da “ Bibbia Emmaus”, San Paolo). ^^^ Sansone, infatti, fin dalla nascita era nazireo (nazir:consacrato), ma l’amore per le donne cananee ( fino a Dalila) segnerà la “rottura” della sua consacrazione (taglio dei capelli) con la perdita della “forza” ( in tutti i suoi pregnanti significati,a partire da quello fisico ); subirà ogni umiliazione , verrà incatenato ad una macina (in stato di schiavitù: vinctum duabus catenis aeneis et clausum in carcere molere fecerunt) fino a divenire oggetto di presa in giro ( ludebat ante eos , enépaizon = trattato da bambino,pais). L’ “amore” verso una donna ,se si pone sul piano della lussuria, fa regredire a quel livello, togliendo la vera dignità ( come anche la letteratura di tutti i tempi, in tal caso, insegna).

*** B. Passiamo ora al film. All’inizio viene inquadrato con un imponente primo piano il disco solare di fuoco perenne , tra fiamme, mentre scorrono i titoli. Una voce narrante, che è la caratteristica di questo film, ci accompagnerà di frequente nello svolgimento della trama: ha funzione didascalica, illustrando il significato degli episodi, con opportune spiegazioni di tipo “contenutistico”; la narrazione filmica è veloce e si evita così un pericolo di pesantezza ,in quanto predominano azioni all’interno di ambienti, QUASI come il vecchio Kammerspiel, se così posso azzardare.. a) Si coglie un preciso realismo in alcune scene; ne ricordo una: la circoncisione del neonato Sansone,mentre si cantano inni in lingua ebraica ( ma perché mentre viene circonciso, con quella realistica inquadratura ,il bambino non piange? Sembra un madornale errore, eppure trova spiegazione più avanti: dialogando con Ira il padre di Sansone risponde ad una domanda, dicendo che pianse solo per un’ora dopo la nascita, mentre da allora mai più , per la sua resistenza eccezionale).
b) Tra i personaggi appare anche Dalila ( che sarà protagonista nella seconda parte).Tariq spiega a Dalila il significato del suo nome: ‘desiderio’. Nel titolo ho seguito l’indicazione : ‘ notte’,lajlah, mentre altrove troviamo Delilah, che significa "delicata", "debole", "amorosa”( radice dolal, "languire", "vacillare"). C’è chi pensa a "povera", "misera"I . Nel “Piccolo dizionario biblico”Jesus, : ”ricciolo ondeggiante”. Freno la fantasia: in ogni caso la sua realtà di seduttrice filistea è passata attraverso i secoli.
c) Mancano i grandi scenari dei precedenti film , quindi anche la colonna sonora è rapportabile a questo aspetto.

*** C). La SECONDA PARTE del film è la vicenda di Sansone e Dalila in senso stretto. L’inizio ci mostra Sansone diventato giudice; il regista fa spiegare da lui stesso il concetto di base della realtà che lo caratterizza: la forza. “Che cos’è la forza?” “La vera forza è fare ciò che Dio ci chiede di fare” dice Sansone ai bambini che sta istruendo. “E’ la fede la vera forza”. Un’ultima osservazione(tralasciandone altre interessanti che si potrebbero fare). La figura della madre: la donna sterile che aveva dato la vita al bambino consacrato al signore appare spesso in momenti significativi, quasi avvertisse una sua ‘responsabilità’ di opporsi agli errori del figlio fino … fino alla sequenza finale mentre viene portato il corpo di Sansone alla sepoltura , passando accanto al luogo dove le era apparso ( e riappare ancora ora, nella scelta filmica) l’angelo che le annunciava il suo concepimento.
Anche lei,madre, unirà a quella del figlio che abbatte le colonne del tempio la sua voce ( “Perdona il tuo giudice, o Dio” / “ perdona mio figlio”).

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Umberto Masperi il 13 settembre 2012 alle 18:16 ha scritto:

Mosè

A . Soffermiamoci su quel cesto di papiro che ,trasportato dalla corrente, galleggia sulle acque che riflettono la luce con scintillii quasi fossero stelle nel firmamento: Mosè.
Il “salvato dalle acque” (masha,ebraico), anche il”figlio” (mose,egiziano) è chi incontriamo nella visione di questo DVD, nella duplice valenza linguistica 1) della forma ebraica, perché fu salvato per essere il messaggero di salvezza tra il suo popolo, e 2)della forma egiziana ( figlio del suo popolo in schiavitù per diventare la guida del popolo nel cammino della salvezza.)
Combattiamo la tentazione di portare in noi l’immagine a)del “colossal”( pur “benemerito”: quante volte nella nostra giovinezza venivano proiettato in una saletta oratoriana o parrocchiale “I dieci comandamenti”,1956, e proprio per noi ! ), e b) della figura dell’eroe imponente di un Charlton Heston, o di un Burt Lancaster (“ Mosè,la legge del deserto”,1974), i quali , forse, ora,dal cielo … mi rimprovereranno ( ma abbiamo reso familiare e “simpatica” la figura di Mosè a milioni e milioni di persone nel secolo scorso!).
B. “E’ Dio ad agire e a portare la salvezza,sempre, anche se si serve di uomini”, osservava Borgonovo nella scheda biblica di Giuseppe.
E talora verrebbe da aggiungere: e di quali uomini ! ( Mosè era probabilmente balbuziente, nam impeditioris et tardioris linguae sum - Iskhvòforos kai bradùglossos egò eimi, di secca voce e di lenta lingua; ma Dio interviene:
et ego ero in ore tuo ,egò anoìxos to stòma sou , ‘sarò su’, ‘aprirò’, la tua bocca; Num. 12, 3.8) ).
C. Il Mosè dell’attore Ben Kingsley , un Mosè molto più semplice ,col volto segnato dal timore del fallimento,che qui incontreremo ci farà ancor più riflettere dell’eroe del colossal: lo ameremo come ci insegna il libro dei Numeri: “ … il più mansueto di tutti gli uomini apparsi sulla terra vir humillimus super omnes homines, qui morabantur in terra, il praùs sfòdra, mite assai ,dei Settanta). Sottolineiamo pure il merito del regista Roger Young ( già incontrato con “Giuseppe”) con i 40 attori nei ruoli principali,le 7000 comparse, sullo sfondo delle montagne del Marocco ( ormai divenute familiari a chi segue la serie dei DVD), che si “muovono” su 100 kilometri di piste preparate per realizzare un vero capolavoro filmico. A livello di linguaggio filmico ,ad es., è efficace ,nella scena del roveto che brucia, la scelta del campo lungo con Mosè prostrato a terra, come vengono curati i primi piani del volto di Mosè, oppure quelli che potremmo definire i “contrasti “ (Mosè che ritorna in Egitto dal “suo” popolo, dopo essere stato accolto da Ietro,sacerdote di Madiam, su un piccolo asinello in contrapposizione col cammello imponente di Aronne; la voce squillante di un Aronne entusiasta che contrasta con il volto dubbioso di Mosè,ecc.); curata con realismo la ricostruzione dell’interno della casa del faraone ben diversa dal palazzo di marmo hollywoodiano cui ci hanno abituato gli altri film. La nostra attenzione può rivolgersi anche alla Festa degli azzimi prima della partenza ( il pasto con l’agnello, che precede l’uscita dall’Egitto, con opportuna sobrietà).
D. Il deserto è il luogo della prova, durante il suo attraversamento, a partire dalla fame che tormenta : gli uomini mormorano ed ecco il cibo “dal cielo” ( manna,quaglie) che verrà sempre richiamato anche nei testi evangelici nella prospettiva del pane che dà vita eterna agli uomini; non manca la prova anche circa la figura di Mosè-giudice, con l’obiezione di Ietro ,quando di nuovo incontra Mosè ( pericolo di cadere dalla schiavitù d’Egitto ad un’altra forma: schiavitù sotto la legge di Dio accettata solo per paura del castigo, quasi un “anticipo” dell’hegeliana visione dialettica giovanile sulla religione ebraica).
E. Il MONTE (Sinai , Oreb): sempre a livello filmico c’è ‘materiale’ per le proprie osservazioni, valorizzando l’occasione della visione del DVD per riaccostarci sempre al testo scritto.

^^^ Come post scriptum una mia “critica”: sarebbe stata veramente della massima importanza una scheda biblica su Mosè che ; non dimentichiamo il Pentateuco-Torah con i testi fondamentali di ESODO,Levitico,Numeri,Deuteronomio, su cui avrebbe potuto fare un cenno l’esegeta nel suo commento.

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Umberto Masperi il 13 settembre 2012 alle 11:04 ha scritto:

GIUSEPPE

* “E’ già libero,perché il suo dio è con lui”

“Non siete stati voi a mandarmi qui,ma DIO”

“Dobbiamo essere una famiglia”.

Terminavo il DVD su Giacobbe ( la cui figura è ancora totalmente presente in questo su Giuseppe,scrivendo: “… storia tanto famosa che ancor più ci “provoca” in quel dramma di dissidio tra fratelli,struggente nel coinvolgimento del padre …”.

La vicenda di Giuseppe è così famosa, così conosciuta da tutti che è non è necessario ricostruirla anche nei suoi significati profondi. Scandita in tappe incalzanti ( invidia/ volontà di ucciderlo/ sua ‘prima salvezza’ – non più come la vittima di Caino,Abele /vendita ai mercanti/schiavitù in Egitto/insidia della moglie di Potifar /prigionia/’seconda salvezza’ con l’interpretazione dei sogni/suo trionfo/incontro coi fratelli/il tormento e l’abbraccio finale/ il commovente incontro col padre …),tutte queste tappe consentono diversi e numerosi livelli di lettura. Lo spettatore,seguendo le sequenze del filmato,può fare la sua scelta ( lo dico subito subito:film di alto rilievo per chi vi ha lavorato, a cominciare dal regista Roger Young di notevole “competenza” nel mondo dello spettacolo , col commento musicale della colonna sonora composta da Marco Frisina,e con la bravura degli attori dal nome di:Paul Mercurio-Giuseppe,Ben Kingsley – Potifar, Lesley Ann Warrren – sua moglie,Monica bellucci-moglie del faraone,Martin Landau-Giacobbe, e … con quella sempre straordinaria degli sceneggiatori Lionel Chetwybd ,James Carrington, con scenografia da incanto).

Il nome:GIUSEPPE (“che Dio-Javè- aggiunga”); il figlio avuto da Rachele,dapprima sterile, dopo quelli avuti dalla prima moglie Lia (sette),dalle due schiave (Bila,di Rachele, e Zipa,di Lia:entrambe ne genereranno due). L’ultimogenito di Giacobbe,che rinnoverà la gioia di quel “aggiunga” sarà il dono della moglie tanto amata,Rachele, con … il dono della sua vita: a seguito del parto difficile morirà, mentre prima, appena nato, vorrà chiamarlo Ben-Onì (figlio del mio dolore), ma Giacobbe impone il nome di Ben-iamino(figlio della destra,ossia dell’augurio benevole).

La discendenza numerosa da una parte è il rinnovarsi della promessa di Dio ad Abramo, ma dall’altra è anche la continuazione della terribile realtà (umana= opera dell’uomo) del male che sembrerà spesso avere l’ultima parola: ancora “Caino” che agisce, il “fratello” ( i fratelli) contro il “fratello”. La tunica ( = la scelta per la nuova primogenitura-eredità) insanguinata di Giuseppe vittima dell’odio dei suoi fratelli (anche se non lo uccideranno lo venderanno però schiavo ai mercanti in viaggio per l’Egitto); la città di Sichem devastata (dopo la violenza a Dina): due “immagini” che non possono non restare impresse nello spettatore.

*** La schiavitù VERA è l’essere schiavi del male, profonda verità (spesso dimenticata, ma sempre presente nella storia dell’umanità) che cogliamo in forma “concreta sensibile” nella schiavitù “fisica” : molto opportunamente il film si sofferma subito sulla ‘scena’ del mercato degli schiavi in Egitto, con Potifar che dopo aver irriso ed umiliato Giuseppe (…il “tuo”dio…) lo compera. Prima ancora dell’affermazione del filosofo greco Epitteto ( epìktetos = schiavo) è con Giuseppe che viene “affermata” la certezza che si può essere anche nella schiavitù fisica liberi nella persona. Insidiato dalla mogli di Potifar, Giuseppe non vuole ciò che è male (peccato) e così dalla sua fortunta posizione di chi governa con fortuna la casa verrà gettato nella prigione.

E’ qui che mi sembra che il filmato meriti attenzione per una sottolineatura che non troviamo nelle parole del testo biblico . Nel confronto-scontro tra Potifar e sua moglie :
+ moglie:”Cos’è più importante per te?”
++ Potifar:“la verità è quella che conta” ;
+”Perché non lo liberi?”
++ “Perché ovunque egli sia,qualunque cosa accadrà è già libero,perché il suo Dio è con lui”.

^^^ Il filmato ( dalla durata di tre ore) ha il merito di non cadere nel tono quasi da romanzo della vicenda di Giuseppe; al termine quando questi si rivela i fratelli,si riconcilia con loro che si sono umiliati (“ ma ora non vi corrucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita “ di Gen.45,5 …. “ …non siete stati voi a mandarmi qui,ma Dio …) “recupera” l’autenticità del legame fraterno (dobbiamo essere una famiglia).

*** “Non vestro CONSILIO, sed Dei VOLUNTATE huc missus sum” .
La vulgata aggiunge ai Settanta le due parole: consilio - voluntate. La scelta dell’uomo ,consilium, anche quando è causa di male non trionfa mai sulla volontà di Dio, che segna sempre il vero trionfo, quello del bene. Lo vedremo anche nella grande epopea che seguirà (schiavitù del popolo in Egitto,Esodo verso la terra promessa).


Umberto Masperi il 12 settembre 2012 alle 08:51 ha scritto:

Giacobbe.

La terza figura di grande patriarca,Giacobbe, è legata anche all’oscuro episodio della lotta, di notte, con un personaggio misterioso , con l’esigenza perenne di : “dimmi il tuo nome”- Dic mihi, quo appellaris nomine ( esigenza che rimarrà senza risposta, mentre l’avrà con Mosè; anzi, è seguita da una “ contro domanda” :”Perché mi chiedi il mio nome?” Cur quaeris nomen meum? ); l’esigenza, che è anche avvertita nella tribolazione ed in ogni lotta della vita, si impone nella sua autenticità ( se il personaggio misterioso ha chiesto il tuo nome, perché non lo devi-puoi fare anche tu?), l’esigenza è “soddisfatta” diversamente, con la BENEDIZIONE che ti avvia ad un' apertura verso il mistero (Et benedixit ei in eodem loco).

*** Il “nome” nella mentalità semitica indica la persona in quanto legata ad un avvenimento straordinario e significativo della sua esistenza, e ad una missione ( la missione che dovrà compiere). Giacobbe cambierà nome: “Israele” (Dio regna?), nome che indicherà nel tempo il popolo di Dio," popolo di Israele"). La grande promessa ad Abramo ( terra,numerosa discendenza) ha una sua prima realizzazione in Giacobbe.

^^^ L’inizio del filmato con lo scorrere dei titoli forse è voluto intenzionalmente: inquadra una tempesta che minaccia di strappare le tende di quei pochi pastori (di Isacco); da quei pochi si avrà alla fine,sotto l’autorità di Giacobbe, un vero popolo. Il LOTTARE per tenere in piedi le tende ci richiama alla mente l’importanza “simbolica” della tenda stessa ( prima della costruzione del Tempio custodirà l’arca dell’alleanza). Risuonano le parole dell’inizio del Vangelo di Giovanni: “ Pose la Sua tenda ( skenè) tra noi –ESKENOSEN en emin, habitavit in nobis ”.
( Il filmato non manca di presentarci Esaù che avrebbe dovuto avere la benedizione del padre Isacco, come primogenito, mentre costruisce una casa di mattoni, come i cananei. La nostra esistenza corre sempre tale rischio: voler cercare “stabilità” in un valore soltanto umano).
*** La fede ( come in Abramo) è un continuo interrogarsi,gridare la propria angoscia, confessare -sconvolti dal dubbio - la propria adesione (accettazione) alla chiamata di Dio.
Di nuovo, come Abramo, anche Giacobbe è figura grandiosa e complessa, quella di chi si confronta con la “voce” ( di Dio).
Anche questo DVD dopo il filmato presenta una “scheda biblica”, l’intervento-commento dell’esegeta Gianantonio Borgonovo che ci tiene a sottolineare subito come il racconto di Genesi 1-12 (Abramo) e 12-50 (Giacobbe) sia la “sedimentazione” di mille anni di storia.
La complessità dei personaggi,degli episodi narrati nel testo ,è resa efficacemente ,con aderenza, nei nostri due DVD (il primo,Abramo, della durata di oltre tre ore;questo, Giacobbe, più breve, di una novantina di minuti ma ugualmente ricca).
Siamo di fronte a personaggi “veri” che ci trasmettono il dramma dell’esistenza ( se vogliamo esprimerci a livello “laico”: la Bibbia è nostra guida anche in questo senso), personaggi posti nella “dualità” che si incontra quasi sempre nella storia dell’umanità ( Abramo-Sara / Sara-Agar / Abramo – il faraone/ Abramo-Isacco/Isacco-Rebecca/Giacobbe- Esaù / Isacco – Labano / Lia-Rachele / Giacobbe-il personaggio misterioso). Le considerazioni in merito potrebbero procedere quasi all’infinito ( il filmato offre elementi appropriati,in tal senso). Personalmente vengo sollecitato a riflettere molto sul rapporto ( e conflittualità) tra fratelli. Ecco, dopo le due figure di Ismaele e Isacco ( nel DVD di Abramo), abbiamo il conflitto più sconvolgente tra Esaù e Giacobbe ( anticipato già nella lotta dei due fratelli nell’utero della madre). Conflitto che secondo la nostra logica umana rimarrebbe insanabile, ma che cesserà ( non è la logica di Dio?) quando i due fratelli si riconciliano (Borgonovo ricorda le parole nel momento dell’abbraccio:” Io sto alla tua presenza, come davanti a Dio”,Gen.33,10: meglio però la vulgata ed i Settanta (sic enim vidi faciem tuam quasi viderim vultum Dei – eneken toutou eidon ton prosopon sou, os an tis idioi prosopon teou – per questa ragione: vidi il tuo volto come se uno vedesse il volto di Dio, mentre traduz. inglese KJV =for therefore I have seen thy face, as though I had seen the face of God,tedesca di Lutero 1984 = denn ich sah dein Angesicht, als sähe ich Gottes Angesicht: quanta profondità se pensiamo a ciò che ci ha insegnato il Signore su chi è nostro fratello). Quella visione nel sogno, la scala che unisce cielo e terra ( la “ scala di Giacobbe”) è realtà che si fa presente se lo vogliamo.

^^^ Questo filmato dedicato a Giacobbe non termina,però,con la sua morte ( lo incontreremo nel prossimo DVD dedicato a Giuseppe : storia tanto famosa che ancor più ci “provoca” in quel dramma di dissidio tra fratelli, struggente nel coinvolgimento del padre per il figlio tanto amato). Attendiamo un’ulteriore visione.


Umberto Masperi, masperi.umberto@yahoo.it il 10 settembre 2012 alle 21:18 ha scritto:

Quattro anni fa feci mia l'iniziativa di Famiglia cristiana: settimana dopo settimana usciva l'intera collezione ( “La Bibbia in famiglia”) dei DVD, di cui questo è il secondo.
Dopo la mia recensione della "Nuova guida alla Bibbia” (G.RAVASI), cui rimando, valorizzo la sottolineatura che lì facevo sull’importanza dell’aspetto iconico (qui si tratta dell’immagine filmica). Mi sento di tralasciare una indicazione su tutto il filmato; opero una scelta, per una mia considerazione filosofico-esistenziale. Conosciamo tutti la vicenda di Abramo, la collochiamo nel contesto del discorso di fede (approfondito,filosoficamente, da un pensatore dell’Ottocento: Kierkegaard, di quello dell’origine della storia di Israele . Concetti (anzi verità) sempre ripetuti.

*** Nello “spirito” delle recensioni che fanno gli utenti della… “ Libreria del Santo” , mio desiderio è comunicare un’impressione , nel senso letterale del termine. Mi ha colpito la sequenza che mostra Abraham, con il suo popolo (una cinquantina di persone, viene detto ad un certo punto) che è in cammino, attraversa terre desertiche, nella fatica sofferenza povertà fame, con il fallimento (la morte di stenti) come continua prospettiva, nella SPERANZA di giungere alla TERRA. Subito queste inquadrature filmiche mi hanno suggerito: è anche (anzi, soprattutto), una bella metafora; la metafora della nostra esistenza.

*** Siamo tutti “chiamati” ( … per nome … Abraham,Abraham …) alla vita (come Abraham venne chiamato per essere il “ padre” del popolo di Dio).

*** La vita-esistenza è CAMMINO, con la continua esperienza della fatica, della sofferenza, del tormento del dubbio ( la “sfida” della presenza del MALE, per chi “risponde” ad un DIO BUONO) a causa dell’ “ambiente impervio” che “ TI “ circonda . Pensiamo anche a livello storico le tragedie che hanno colpito individui,comunità,popoli; ancor prima ( per noi ,credenti ) : che hanno colpito coloro che hanno testimoniato (martiri ) la fede in Cristo.

*** La sofferenza non viene mai meno, talora dopo la breve pausa di una gioia che faceva ben “sperare”; il cammino della vita continua, nella solitudine ( del dolore) : chi soffre 1) è sempre “solo” ( nessuno può “ soffrire la mia sofferenza”, al mio posto) ; ma ,quasi paradossalmente , chi soffre 2) è sempre nello " stare assieme”, col fratello che gli è accanto, anche lui nel SUO cammino della vita.

*** La certezza che non può venire annullata ( l’ “unica” , incrollabile ) è la “fine” ( che noi, esseri … ‘finiti’ chiamiamo : “morte”).

*** Ma , seguendo Abraham ,quella certezza ha un altro nome: “terra promessa” , la TERRA NUOVA del: “cielo nuovo e TERRA nuova” di Ap.21,1. ( Et vidi caelum novum et terram novam ;kài eidon ouranòn kainòn kài ghèn kainèn).
Quale potenza può avere la visione di un film, in DVD, che consiglio.
( Impressioni, dagli
altri DVD della collana, in seguito).


Mimmo il 6 settembre 2012 alle 00:53 ha scritto:

Io l'ho comprato, c'è quasi tutto, però mancano alcune scene nel 4^ dvd ad esempio Gesù che dice a Pietro che lo rinnegherà 3 volte, la scena che dice a Giuda quello che devi fare fallo presto, la scena dei soldati che prelevano Barabba dalla prigione, e una scena che Zerah dice a Ponzio Pilato che i servi sono piu fortunati dei padroni. Queste scene sono nell'extra come scene di raccordo e non capisco xchè non sono state inserite nei dvd, così pare che il film non è completo invece in quello della RAI ci sono. Come mai? Non c'entravano?

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Mattia Grossi il 20 luglio 2012 alle 10:16 ha scritto:

Film bello e commovente che riesce a narrare, senza banalizzare, una storia di più di 2000 anni fa. Toccanti e piene di phatos alcune scene. Lo consiglio a chi vuole riscoprire il fascino e l'essenza della natività di nostro Signore.

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Mattia Grossi il 20 luglio 2012 alle 10:10 ha scritto:

Film, a mio modesto parere, bello e commovente realizzato con un'ottima cura dei dettagli. Ambientazione e scenografia molto ben fatte. Interpretazione straordinaria di tutti gli attori, in particolare l'attrice che impersona Maria Goretti. Nel vederlo sono rimasto commosso e colpito dalla storia di questa giovanissima e grande Santa. Lo consiglio caldamente.

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Giuliano Magurano il 13 luglio 2012 alle 09:19 ha scritto:

L'angelo sterminatore è invece un film pienamente aderente al manifesto surrealista abbracciato dall'autore. Il pretesto è un'idea molto sottile, ma originalissima: un gruppo di borghesi dell'alta società è inspiegabilmente bloccato nella villa sontuosa dove erano stati invitati dopo un concerto. I domestici, appartenenti a un'altra classe sociale, se la svignano inesplicabilmente prima che scatti la trappola, e il gruppo di persone rimane intrappolato degradando a poco a poco dal perbenismo di facciata alla più meschina abiezione. Alla fine, con un'espediente assolutamente surreale, Bunuel inscenerà la loro liberazione, ma non sarà che un esito transitorio perché di lì a poco resteranno nuovamente intrappolati nella chiesa dove sono tutti riuniti per la celebrazione del Te Deum in ringraziamento a Dio per l'avvenuta liberazione... Nel finale che intrappola il clero insieme ai borghesi, Bunuel da libero sfogo alla sua satira anticlericale e antiborghese e inscena la condanna finale di un'umanità corrotta e inconcludente, incapace di uscire dalla propria abiezione celata sotto la patina superficiale della rispettabilità.

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Giuliano Magurano il 13 luglio 2012 alle 09:11 ha scritto:

Il film, che è anche l'ultimo girato da Bunuel è un summa di tutti i temi che gli sono cari. Approfittando del soggetto: un ricco borghese di mezza età - magistralmente interpretato da Fernando Rey - irresistibilmente attratto da una giovane, Bunuel mostra la sua misoginia dipingendo una donna subdola, ambigua, menzognera e profittatrice, ma anche il suo pessimismo e la sua ironia nei confronti del "maschio" intrappolato dal suo desiderio. Il film è una continua tensione ed attesa di un appagamento che non verrà, e alla fine si ha l'impressione che l'uomo e la donna siano marionette intrappolate dalla natura nei loro ruoli: la donna avvenente, che sa di esserlo, e si rende oggetto di desiderio, e il maschio intrappolato nel desiderio oltre il limite della ragionevolezza. Il tutto è condito con una serie di dettagli surrealisti, cari all'autore, privi di significato, ma carichi di magistrale ironia. Alla fine, un'esplosione causata da un'improbabile gruppo terroristico del "Bambin Gesù", senza assolutamente svelare l'esito, sancirà definitivamente la conflagrazione del mondo borghese, banale, perbenista e crudele dietro la facciata della rispettabilità.


Giuliano Magurano, gmagura@alice.it il 13 luglio 2012 alle 09:03 ha scritto:

Splendido cofanetto che consente di tracciare un profilo sulle principali tematiche di questo regista controverso, surrealista, iconoclasta, ma, paradossalmente, non privo di una sua etica. Partendo dal film più vecchio dei tre, Nazarin, degli anni '50, ci stupiamo di riconoscere in esso una poetica "neorealista", apparentemente distante dalle prove surrealiste che più contraddistinguono l'opera di Bunuel. Visivamente il film è forse un po' datato, ma rimane bellissimo, con la grandissima interpretazione di Francisco Rabal, uno degli attori preferiti di Bunuel, nei panni di un sacerdote che pur nella sua piena aderenza al Vangelo, non riesce a slavare nessuno, e anche quando attraverso la sua preghiera avviene il miracolo, è il primo a stupirsene - si riconosce in questo il pessimismo di Bunuel. Notevoli sono i siparietti in cui si intravede la spietata critica sociale e antiborghese di Bunuel, ma si tratta di episodi non forzati, perfettamente inseriti nella narrazione. Alla fine del film, che rimanda con una potente sequenza, alla Passione di Gesù, si rimane colpiti per come un autore anticlericale come Bunuel sia riuscito a tratteggiare senza snaturarsi una figura cristologica (appunto Nazarin) che ha pochi eguali nella storia del cinema.
L'angelo sterminatore è invece un film pienamente aderente al manifesto surrealista abbracciato dall'autore. Il pretesto è un'idea molto sottile, ma originalissima: un gruppo di borghesi dell'alta società è inspiegabilmente bloccato nella villa sontuosa dove erano stati invitati dopo un concerto. I domestici, appartenenti a un'altra classe sociale, se la svignano inesplicabilmente prima che scatti la trappola, e il gruppo di persone rimane intrappolando degradando a poco a poco dal perbenismo alla brutalità. Alla fine, un'espediente porterà alla loro liberazione, ma non sarà che un episodio transitorio perché resteranno di nuovo bloccati nella chiesa dove viene celebrato il Te Deum per ringraziare Dio dell'avvenuta liberazione... Nel finale che intrappola il clero insieme ai borghesi, Bunuel da libero sfogo alla sua satira anticlericale e antiborghese. Il terzo film, che è anche l'ultimo girato da Bunuel è un summa di tutti i temi che li sono cari. Approfittando del soggetto: un ricco borghese di mezza età - magistralmente interpretato da Fernando Rey - irresistibilmente attratto da una giovane, Bunuel mostra la sua misoginia dipingendo una donna subdola, ambigua, menzognera e profittatrice, ma anche il suo pessimismo e la sua ironia nei confronti del "maschio" intrappolato dal suo desiderio. Il film è una continua tensione ed attesa di un appagamento che non verrà, e alla fine si ha l'impressione che l'uomo e la donna siano marionette intrappolate dalla natura nei loro ruoli: la donna avvenente, che sa di esserlo, e si rende oggetto di desiderio, e il maschio intrappolato nel desiderio oltre il limite della ragionevolezza.