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La voce dei clienti - DVD

Tutti i commenti per «DVD» (da 481 a 495 di 597)


antonio vacca il 21 novembre 2012 alle 11:14 ha scritto:

l'ho comprato per mia figlia che ha solo 21mesi ed è stata felicissima di vederlo...si incanta davanti alla tv ed ha pure imparato le canzoncine di Natale. E' davvero molto bello.

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Lidia Font il 20 novembre 2012 alle 22:25 ha scritto:

Ho visto questo film due o tre volte e sempre mi è piaciuto tantissimo. È come se fossero tre storie parallele legate al mistero di Lourdes. Quella del giornalista Bernard Guillaumet, che si chiede su la storia di Lourdes e va al Santuario, pensando anche nella sua moglie che aspetta un figlio ed ha dei problemi. Poi quella di Santa Bernadette e la del antenato di Bernard, che viaggia a Lourdes nel tempo delle apparizioni, con molto scetticismo, ma che finalmente crede. Si ripresenta il Lourdes del tempo delle apparizioni, ma anche si può vedere il Lourdes moderno. Film molto bello che piacerà a tutti gli amanti del Santuario francese.

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Loretta, mamminafortunata@libero.it il 17 novembre 2012 alle 14:32 ha scritto:

Questo film è tutto ciò che aspettavo nel mio percorso di mamma e nel mio cammino spirituale. Non si tratta della mera narrazione della maternità di Maria, e forse per apprezzarlo - e comprenderlo - appieno, bisognerebbe conoscere qualche concetto fondamentale sul maternage...sicuramente si tratta di un film ispirato. Sono grata al regista e a sua moglie per avercelo regalato!

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Lidia Font il 12 novembre 2012 alle 22:44 ha scritto:

Trovo questo film molto rilassante. Lungo ma per niente pesante. Si tratta piuttosto di un documento, secondo il mio parere, molto interessante. Invita a la riflessione ed a la preghiera. Ci permette di vedere la vita monastica della Grande Chartreuse nel trascorso di tutto un anno. Molto bello per tutti quelli che cercano un film altamente spirituale.

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Lidia Font il 12 novembre 2012 alle 22:26 ha scritto:

Ho visto questo film la settimana scorsa. L'ho trovato molto bello e molto commovente. Mi è piaciuto tanto conoscere la vita di questa giovane italiana, che si lascia uccidere per proteggere la sua castità. Lei non vuole dispiacere a Dio e preferisce soffrire e morire prima di peccare. Bello davvero e molto raccomandabile per tutti.

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Prof. LUISA SENTIERI il 6 novembre 2012 alle 20:12 ha scritto:

Non vedo l'ora di scoprirlo

Lidia Font il 27 ottobre 2012 alle 13:22 ha scritto:

Un film molto ben fatto. Altamente raccomandabile.

MAntonietta il 24 settembre 2012 alle 07:44 ha scritto:

Il film, la storia, i colori, tutto molto toccante, rispondente alla verità. Beppe Fiorello, somigliantissimo, si è calato in modo magistrale, nei panni del Santo medico. Ringrazio il regista che l'ha ideato.

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Lidia Font il 26 ottobre 2012 alle 20:23 ha scritto:

Bellissimo! L'ho visto in TV ed ora ho voglia di comprarlo.

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P S il 24 settembre 2012 alle 20:02 ha scritto:

Una storia incredibile, una vita di sofferenze e di umiliazioni, attraverso le quali, Bakita, la prima santa africana, ha saputo vedere la mano di Dio, accettando tutto con umiltà profonda e gioia. Una donna comune, venduta come schiava, che vide morire sua madre, fu separata dalla famiglia e portata lontano dalla sua terra al servizio di un nobile signore. Ma tra tanti dolori e violenze, scoprì Dio, imparò ad amarlo in tutta semplicità, conobbe Gesù e si innamorò di Lui, tanto da chiedere di essere ammessa tra le novizie delle suore Canossiane. Un esempio di limpidezza e di gioia, di semplicità e spontaneità, una santità vissuta con amore e tenerezza verso Dio e verso il prossimo. Un modello per tutti, per imparare l'umiltà, il silenzio, il servizio. Soprattutto Bakita ci insegna ad apprezzare i doni che abbiamo ricevuto da Dio ed a ringraziarlo anche in mezzo alle difficoltà, dimostrando con la sua esistenza che tutto concorre al bene di coloro che amano il Signore.

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P S il 24 settembre 2012 alle 19:55 ha scritto:

Un bel film, una miniserie tv trasmessa non molto tempo fa, utile per imparare qualcosa in più di questo Papa così poco conosciuto per la sua breve permanenza al soglio pontificio, morì infatti dopo solo 33 giorni dalla sua elezione. Una storia commovente e intensa, che aiuta a riflettere molto sulla grande responsabilità che grava sul Vicario di Cristo in Terra, sulle sue pene interiori, sulla grandezza di una chiamata del tutto fuori dall'ordinario. Un film che insegna ad amare non solo Giovanni Paolo I ma la figura del Papa, per il ruolo che ricopre e la missione unica che è chiamato a compiere a capo, e al contempo, al servizio dell'intera umanità redenta dal Cristo. Una presenza dolcissima in mezzo a noi, quella di questo Papa, sorridente e umile, che nello stemma pontificio riportava come motto: UMILITAS. Vocazione a cui ha saputo rispondere con generosità e spirito di abnegazione, portando la Croce insieme al Signore, con gioia, fortezza e mitezza. Una figura da conoscere e da amare.

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Umberto Masperi, masperi.umberto@yahoo.it il 21 settembre 2012 alle 13:22 ha scritto:

San Paolo.

La sua figura giganteggia nella Chiesa delle origini;la associamo al concetto di ‘apostolo delle genti’, della universalità della Chiesa. Il nostro ‘presente’: quella stupenda stagione della chiesa dei nostri tempi,il Vaticano II, quando si comprese meglio, come mai prima, questa ‘vocazione’ all’universalità ed il problema ( da intendere correttamente) di “apertura” al mondo. Il grande papa Montini volle insistere nella sottolineatura e dare il suo esempio, a cominciare con la scelta del nome mai così appropriata (Paolo VI) e ‘proseguendo’ con i viaggi , ‘uscendo’ dalla ‘chiusura’ del Vaticano, in cammino come gli Apostoli.

*Le svolte epocali si comprendono solo se si ha uno spessore storico ( da ricordare a certi ‘tradizionalisti’);la ricorrenza del mezzo secolo dell’inizio del Concilio ne potrà essere l’occasione, dopo la celebrazione dell’anno paolino che abbiamo alle spalle (2008-2009).
+ “ Io sono giudeo, nato a Tarso … istruito ai piedi di Gamaliele nella rigorosa osservanza della legge dei padri,pieno di zelo per Dio, aemulator Dei “ ( Atti,22,3)
+ “… sono vissuto come fariseo,secondo la setta più osservante, secundum diligentissimam sectam , della nostra (= dei Giudei) religione” ( 26,5)
+ “ Io ho perseguitato( persecutus sum –edioxa) a morte questa Via mettendo in catene e gettando in prigione uomini e donne” (22,4).
+ “ … mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco … all’improvviso una gran luce venuta dal cielo mi folgorò tutt’intorno” (22,6)
+ “ … tornato a Gerusalemme,mentre stavo pregando nel Tempio fui rapito in estasi ……. Ma egli mi disse:” Va’, perchè ti manderò lontano tra i pagani” (22,17.21)

^^^^ IL FILM. Penso che la maggior parte di noi ‘conosca’ San Paolo dalla testimonianza delle sue lettere; la stessa celebrazione eucaristica le ‘utilizza’ spesso nella ‘seconda lettura’ della Liturgia della Parola. Forse solo chi ha letto alcuni libri di esegeti del nostro tempo sulla vita di San Paolo ha una ‘informazione’ su Saulo prima della sua conversione. Questo film forse può offrire un’occasione utile in tal senso ( praticamente la sua prima metà). La narrazione filmica è ben fatta a questo livello, con scene a ritmo rapido, anche se si può avere l’impressione di poca attenzione alla dimensione interiore dei personaggi ( ma questo aspetto viene ‘recuperato’ nel corso del film). L’ INIZIO è fortemente carico di valore simbolico: la gara di lotta tra Saul (fariseo) e Ruben (sadduceo) in cui emerge la “forza” di entrambi ( teniamo subito presente che Ruben è personaggio di fantasia,voluto dal regista , Roger Young, che intendeva così sottolineare in “San Paolo” che nella sua vita dovette affrontare spesso grandi ostilità, di persone e di ambiente. Capiremo con lo scorrere delle scene la ‘intensità’ della lotta tra i due,fino al drammatico esito finale).

BARNABA,PIETRO,GIOVANNI: l’attacco incessante dell’ambiente giudaico ( e romano) verso i seguaci di Cristo. La RESPONSABILITA’ di Saul nell’uccisione (lapidazione) di Stefano ( qui abbiamo, a livello di linguaggio filmico, il rallentamento dello scorrere delle immagini con il silenzio che interrompe la voce della folla). SAUL ha fatto la sua scelta, dopo momenti di una certa ‘indecisione’ di fronte alla furia di un Ruben ed altri ebrei nel volere la morte dei convertiti a Cristo . Trovandosi di fronte a Barnaba gettato in carcere, Saul incontra la capacità di ‘resistenza’ di costui; ad essa fa seguire subito la decisione di una energica repressione: Saul ha l’autorizzazione ufficiale rilasciata sulla pergamena ( che però brucia mentre parla nella Sinagoga di Damasco, sottolineando che è la sua volontà a dover prevalere). In questa PRIMA PARTE il film ci mostra,con gli episodi testimoniati negli Atti, l’ostilità di tutto l’ambiente giudaico verso Pietro e gli apostoli : questo lavoro ,perciò, ci è utile per “completare” quanto si può vedere in modo meno dettagliato nel film “Pietro” ( quello precedente , di questa serie, cui rimando). DOPO LA CONVERSIONE inizia la predicazione ( “sono un nuovo uomo con un nome nuovo:Paolo”).

POCHISSIMI RICHIAMI: a) Il confronto tra Pietro e Paolo (Pietro : “ Prima i giudei, poi i pagani” dice rivolgendosi a Paolo che ritiene di doversi recare presso i pagani); b) Ma in seguito abbiamo Pietro che difende la sua nuova scelta ,di battezzare i pagani , davanti agli altri apostoli nella loro intransigenza;c) L’uomo Paolo nella sua fragilità ( dopo che ci è stato mostrato l’arresto di Giacomo,da parte dei soldati romani,mentre battezza, e la sua uccisione): Paolo ha paura per la sofferenza (come gli aveva predetto il Signore) che avrebbe incontrato andando a predicare; d) L’inizio del primo viaggio di Paolo e Barnaba che sbarcano nell’isola di Cipro ( viene introdotto l’utilizzo di cartine geografiche che mostrano il cammino che viene percorso,utilizzo ripetuto in seguito altre volte ); e) Nella presentazione dei viaggi di Paolo vengono spesso citate le parole tratte dalle sue lettere ( un ‘limite’, osservo: non abbiamo precise indicazioni sulla fondazione delle ‘Chiese’ – comunità - nelle città più importanti sorte in esse; l’attenzione del regista è sempre focalizzata sulla persona dell’apostolo); f) Efficace anche la sequenza sul “primo concilio di Gerusalemme”.

INFINE: la ripetuta dichiarazione della volontà di recarsi a Roma; dopo aver subito dure prove, fino al reale pericolo di perdere la vita, il suo “ Cesarem appello”, l’addio a Barnaba ( il commovente abbraccio) mentre sta per imbarcarsi; … il naufragio … l’ultima sequenza: il cammino che lo porta a Roma (vista da lontano).

*** Bravi gli attori,bravo il regista. Dopo aver ‘gustato’ questo film, che ha un suo merito, mi vengono in mente le parole di San Paolo ( dopo quelle che ho posto all’inizio).

“Mihi enim vivere Christus est et mori lucrum”(Phil.1,21)

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Umberto Masperi il 21 settembre 2012 alle 13:20 ha scritto:

AVVERTENZA.

Per un errore di trasmissione il mio precedente commento del 20 settembre 2012 alle 19:13 fa riferimento ad un altro DVD : San Paolo del regista Roger Yong, cui rimando.

Umberto Masperi il 20 settembre 2012 alle 19:13 ha scritto:

San Paolo.

La sua figura giganteggia nella Chiesa delle origini;la associamo al concetto di ‘apostolo delle genti’, della universalità della Chiesa. Il nostro ‘presente’: quella stupenda stagione della chiesa dei nostri tempi,il Vaticano II, quando si comprese meglio, come mai prima, questa ‘vocazione’ all’universalità ed il problema ( da intendere correttamente) di “apertura” al mondo. Il grande papa Montini volle insistere nella sottolineatura e dare il suo esempio, a cominciare con la scelta del nome mai così appropriata (Paolo VI) e ‘proseguendo’ con i viaggi , ‘uscendo’ dalla ‘chiusura’ del Vaticano, in cammino come gli Apostoli.

*Le svolte epocali si comprendono solo se si ha uno spessore storico ( da ricordare a certi ‘tradizionalisti’);la ricorrenza del mezzo secolo dell’inizio del Concilio ne potrà essere l’occasione, dopo la celebrazione dell’anno paolino che abbiamo alle spalle (2008-2009).
+ “ Io sono giudeo, nato a Tarso … istruito ai piedi di Gamaliele nella rigorosa osservanza della legge dei padri,pieno di zelo per Dio, aemulator Dei “ ( Atti,22,3)
+ “… sono vissuto come fariseo,secondo la setta più osservante, secundum diligentissimam sectam , della nostra (= dei Giudei) religione” ( 26,5)
+ “ Io ho perseguitato( persecutus sum –edioxa) a morte questa Via mettendo in catene e gettando in prigione uomini e donne” (22,4).
+ “ … mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco … all’improvviso una gran luce venuta dal cielo mi folgorò tutt’intorno” (22,6)
+ “ … tornato a Gerusalemme,mentre stavo pregando nel Tempio fui rapito in estasi ……. Ma egli mi disse:” Va’, perchè ti manderò lontano tra i pagani” (22,17.21)

^^^^ IL FILM. Penso che la maggior parte di noi ‘conosca’ San Paolo dalla testimonianza delle sue lettere; la stessa celebrazione eucaristica le ‘utilizza’ spesso nella ‘seconda lettura’ della Liturgia della Parola. Forse solo chi ha letto alcuni libri di esegeti del nostro tempo sulla vita di San Paolo ha una ‘informazione’ su Saulo prima della sua conversione. Questo film forse può offrire un’occasione utile in tal senso ( praticamente la sua prima metà). La narrazione filmica è ben fatta a questo livello, con scene a ritmo rapido, anche se si può avere l’impressione di poca attenzione alla dimensione interiore dei personaggi ( ma questo aspetto viene ‘recuperato’ nel corso del film). L’ INIZIO è fortemente carico di valore simbolico: la gara di lotta tra Saul (fariseo) e Ruben (sadduceo) in cui emerge la “forza” di entrambi ( teniamo subito presente che Ruben è personaggio di fantasia,voluto dal regista , Roger Young, che intendeva così sottolineare in “San Paolo” che nella sua vita dovette affrontare spesso grandi ostilità, di persone e di ambiente. Capiremo con lo scorrere delle scene la ‘intensità’ della lotta tra i due,fino al drammatico esito finale).

BARNABA,PIETRO,GIOVANNI: l’attacco incessante dell’ambiente giudaico ( e romano) verso i seguaci di Cristo. La RESPONSABILITA’ di Saul nell’uccisione (lapidazione) di Stefano ( qui abbiamo, a livello di linguaggio filmico, il rallentamento dello scorrere delle immagini con il silenzio che interrompe la voce della folla). SAUL ha fatto la sua scelta, dopo momenti di una certa ‘indecisione’ di fronte alla furia di un Ruben ed altri ebrei nel volere la morte dei convertiti a Cristo . Trovandosi di fronte a Barnaba gettato in carcere, Saul incontra la capacità di ‘resistenza’ di costui; ad essa fa seguire subito la decisione di una energica repressione: Saul ha l’autorizzazione ufficiale rilasciata sulla pergamena ( che però brucia mentre parla nella Sinagoga di Damasco, sottolineando che è la sua volontà a dover prevalere). In questa PRIMA PARTE il film ci mostra,con gli episodi testimoniati negli Atti, l’ostilità di tutto l’ambiente giudaico verso Pietro e gli apostoli : questo lavoro ,perciò, ci è utile per “completare” quanto si può vedere in modo meno dettagliato nel film “Pietro” ( quello precedente , di questa serie, cui rimando). DOPO LA CONVERSIONE inizia la predicazione ( “sono un nuovo uomo con un nome nuovo:Paolo”).

POCHISSIMI RICHIAMI: a) Il confronto tra Pietro e Paolo (Pietro : “ Prima i giudei, poi i pagani” dice rivolgendosi a Paolo che ritiene di doversi recare presso i pagani); b) Ma in seguito abbiamo Pietro che difende la sua nuova scelta ,di battezzare i pagani , davanti agli altri apostoli nella loro intransigenza;c) L’uomo Paolo nella sua fragilità ( dopo che ci è stato mostrato l’arresto di Giacomo,da parte dei soldati romani,mentre battezza, e la sua uccisione): Paolo ha paura per la sofferenza (come gli aveva predetto il Signore) che avrebbe incontrato andando a predicare; d) L’inizio del primo viaggio di Paolo e Barnaba che sbarcano nell’isola di Cipro ( viene introdotto l’utilizzo di cartine geografiche che mostrano il cammino che viene percorso,utilizzo ripetuto in seguito altre volte ); e) Nella presentazione dei viaggi di Paolo vengono spesso citate le parole tratte dalle sue lettere ( un ‘limite’, osservo: non abbiamo precise indicazioni sulla fondazione delle ‘Chiese’ – comunità - nelle città più importanti sorte in esse; l’attenzione del regista è sempre focalizzata sulla persona dell’apostolo); f) Efficace anche la sequenza sul “primo concilio di Gerusalemme”.

INFINE: la ripetuta dichiarazione della volontà di recarsi a Roma; dopo aver subito dure prove, fino al reale pericolo di perdere la vita, il suo “ Cesarem appello”, l’addio a Barnaba ( il commovente abbraccio) mentre sta per imbarcarsi; … il naufragio … l’ultima sequenza: il cammino che lo porta a Roma (vista da lontano).

*** Bravi gli attori,bravo il regista. Dopo aver ‘gustato’ questo film, che ha un suo merito, mi vengono in mente le parole di San Paolo ( dopo quelle che ho posto all’inizio).

“Mihi enim vivere Christus est et mori lucrum”(Phil.1,21)


Umberto Masperi il 19 settembre 2012 alle 20:36 ha scritto:

Pietro.

Un ottimo lavoro,riuscito, da SEGNALARE a tutti, soprattutto a chi desidera anche procedere ad opportuni approfondimenti,andando oltre la “bellezza” filmica ( visto che ,se non erro, non abbiamo film sugli Atti degli Apostoli, testo di riferimento fondamentale in questo).
Il regista dimostra serietà e competenza ;c’è fedeltà ai testi neotestamentari con le necessarie ‘integrazioni’ ( talora si impongono in un film) che hanno l’utilità delle sottolineature e di contenuti esplicativi.
Purtroppo un commento appropriato e doveroso ( lo merita!) richiederebbe ampio spazio. *** Alcune annotazioni, come ‘risonanze’ in chi scrive.
La figura di Pietro è magistralmente interpretata dall’attore che tutti conosciamo,Omar Sharif, che, senza forzature, rende viva e ‘vera’ la complessa personalità del “ primo” tra gli apostoli.

PARTE PRIMA. * Il dramma di Pietro appare subito nella sua autenticità ,come realtà “interiore” ma collegata a precisi eventi ( ad es. il flash back dell’ultima cena e dell’arresto). Osserviamo il suo pianto ( talora è disperazione) mentre da lontano guarda Cristo crocifisso sul Golgota. E poi è proprio a lui che gli altri apostoli chiedono che sia loro guida. La sofferenza si accentua in quel Pietro che assiste alla sepoltura.
Dopo il sepolcro vuoto Gesù lo ‘incontra’ nelle vesti di un mendicante che chiede la carità ( o chiede … quell’amore che deve sorgere dalla disperazione?). E’ sempre un dramma interiore,tutto personale, attraverso ripetuti flash back, come il rinnegamento dopo l’arresto del Maestro.
*Il regista ha fatto una scelta realistica e significativa: accostare Pietro e Saul(Paolo).Questi è , nel pieno contrasto col primo, l’ebreo zelante,tutto sicuro di sé, che procede imperterrito nella lotta contro i discepoli di Cristo ( e quale ‘semplicità’, scelta dal regista, nel mostrare il martirio di Stefano!). La volontà di essere fedeli al comando di Cristo risorto si scontra con paura che accomuna tutti ( nella consapevolezza di non poter riuscire a farsi capire predicando la parola del Salvatore). Quando il centurione chiede di essere battezzato ( lui … pagano,non ebreo ! ) è come fossilizzata la convinzione degli apostoli di dover rivolgersi solo agli Ebrei.
La prigionia di Pietro è connotata da un senso di delicatezza: dapprima udiamo la recita del “Padre nostro…” nel luogo di riunione dei discepoli e subito … la sua continuazione sulle labbra di Pietro prigioniero (le parole della preghiera insegnata da Gesù). Il ricorso al contrasto: 1) sequenza su Saul, con la sua sicurezza sulla via di Damasco , che viene colpito ed atterrato;2) passaggio immagine:Pietro a terra,in prigione, liberato da una luce intensa ( la voce di Dio: “Saul,Saul …” è un tenue sussurro, non quella forte-squillante come la orgogliosa voce umana. Dio parla al cuore: “ … La voce di Gesù ti rimane dentro, una fiamma che non si spegne più” ).
Significativa la sequenza che mostra Pietro che descrive a Saul ( ora Paolo) la sua ‘esperienza’ dell’incontro che ebbe con Gesù, mentre stava preparando le reti della pesca.
*LE DIFFICOLTA’ della ‘prima comunità’ sono indicate realisticamente, ma soprattutto nel loro “giusto” contesto: pensiamo solo allo “scontro” di Mattia con Paolo. Il primo ( come anche il Pietro dubbioso e consapevole della sua responsabilità) è legato alle tradizioni ebraiche ( rifiuto di ‘contatto’ coi pagani), il secondo ha maturato il principio dell’universalità dell’annuncio della salvezza. PIETRO è incerto, la sua preoccupazione è di MANTENERE l’UNITA’. E qui una scelta filmica bella e commovente: Pietro si reca da Maria alla quale chiede consiglio su come comportarsi verso i pagani ( non è forse il profilarsi della verità di Maria come ‘madre della Chiesa’, mater ecclesiae?). Segue voi il dialogo così bello, mentre “colpisce” l’immagine di Maria che impasta la farina, prepara il pane,aiutata da Pietro che versa acqua;poi … il pane spezzato dagli apostoli.
*Avviamoci alla fine di questa prima parte: due sequenze nel loro profondo simbolismo: 1)Pietro,esortati i discepoli a superare le incertezze, li conduce su una barca,”insegna” loro a pescare e … ad uno ad uno li chiama al timone dove si trovava lui; chiama anche Paolo.2) L’invio e la partenza per le varie destinazioni di ogni discepolo che vediamo battezzare gente di ‘ogni razza’, e provenienza. Altre due: 1) Paolo a Roma insegna l’amore di Cristo ( episodio dell’adultera);2) Marco sveglia Pietro da un sogno ( Gesù che diceva: “Quando sarai vecchio …”) e gli porta la richiesta affinchè si rechi a Roma (Pietro,vecchio e debole, GRIDA la sua sofferenza: perché anche se vecchio viene di nuovo chiamato, in quella città?).

*** SECONDA PARTE : Pietro e Paolo nella Roma imperiale ( ricostruzione di fantasia per ovvia mancanza di documenti ),prevale la Roma però del popolo . Un Paolo che richiama nell’aspetto l’immagine di Cristo, un Pietro chiamato ad un compito che supera le sue capacità; quindi in mezzo alla folla di Roma come Gesù lo era tra la sua gente, fino al martirio, sulla croce, mentre ha sulle labbra le parole: “Padre nostro …”. “ E liberaci dal male”.

(+++ Post scriptum . Anni fa un biblista francese scrisse un libriccino ( ‘indirizzato ‘ a “noi” … giovani liceali) dal titolo:”Giovinezza perenne del Vecchio Testamento” , poi seguito da : ” Questo testamento sempre nuovo”). Adesso, con quel ricordo di un ‘primo incontro ’, vorrei parafrasare: giovinezza,ATTUALITA’, perenne di quei discepoli,delle prime comunità ( l’ ”attualità” ,pensiamoci, non è la sciocca banalizzazione di uno …“Jesus” di Roger Young, ma la GENUINITA’ della TRADIZIONE che si rinnova in chi ha avuto il dono della fede e sente il bisogno del ‘ritorno’ alle origini) . Che bello se ci fossero DVD dedicati alla patristica, ai “padri” della “Chiesa” e … non solo ad Agostino di Ippona !).

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